Capitolo 28

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Astrid
La nuova routine della mia vita attuale mi fa pensare sempre di più quando io e Jason tentammo di provare a restare amici, passando la maggior parte del nostro tempo insieme. Adesso non è proprio la stessa cosa perché i nostri rapporti non sono così amichevoli, ma sono civili. Quindi è un buon passo per dimenticarci momentaneamente dei problemi.

Da quando ho chiesto a Jason di venire al nido con me, non se l'è più fatto ripetere una seconda volta. Tutti i giorni mi anticipa, aspettandomi e chiedendomi se sono pronta ad andare al nido. Sembriamo una coppia che va a prendere tutti i giorni il loro bambino. realtà abbastanza utopica, ma Jason è felice di vedere suo figlio e ringrazio Dio che almeno questo vada per il verso giusto.
Dal canto suo, anche Elia è contento. Anzi, felice. Jason è il suo nuovo "giocattolo vivente". Mio figlio è entusiasta di passare del tempo con il padre perché Jason lo fa divertire. Mentre prima crollava subito sul divano dopo aver mangiato, adesso il mio piccolino sembra un grillo che salta a destra e sinistra.

Nelle settimane successive, Jason si è fermato spesso a pranzare a casa nostra e ogni volta è stato implorato da Elia che si mette a piagnucolare ogni volta che sta per vacare la soglia di casa per ritornare a lavoro.
Il mio piccolino non capisce ancora che suo padre ha impegni lavorativi a cui deve dedicarsi. Mi piace la sua parte egoista, perché fa in modo che Jason resti con noi per un po'. E, del resto, Jason lo accontenta perché è felice tanto quanto lui di trascorrerci del tempo insieme, giocandoci.

L'altro giorno li ho trovati scalzi a combattere per terra. Non sono capace di far divertire mio figlio in questa maniera e le sue risate hanno riempito l'appartamento di allegria. Poi, quando ho visto il volto di Jason mi sono innamorata di lui per la seconda volta. Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. La sua espressione era spensierata e rilassata. Si stava divertendo anche lui e vedergli fare lo scemo, con un bambino tra le braccia, mi ha fatto sciogliere come ghiaccio al sole. Di nuovo, amore a prima vista. Con un sentimento mai sparito e più forte che mai.

Rimpiango le mie scelte sbagliate. La mia unica scelta sbagliata che ha reso la mia vita felice e allo stesso tempo incompleta.

Avere un bambino mi ha fatto riemergere dal barato in cui rischiavo di cadere e non tornare più a galla. Mi mancava sempre qualcosa che avrebbe reso la mia vita perfetta e quel qualcosa era proprio Jason. Avevo ristabilito la mia vita trovando il perfetto equilibrio, ma l'arrivo di Jason mi ha scossa un po'.

Adesso lui è qui ma siamo vicini come... come Venere e Saturno. È frustrante averlo, ma non poterlo avere realmente. Non poterlo toccare, non poter essere libera di confessare i miei sentimenti per lui o esprimere i miei desideri, dove lui è sempre presente insieme me ed Elia. Non da adesso, l'ho sempre pensato, l'ho immaginato nelle nostre vite, ho immaginato le cose più banali, come per esempio, quella di condividere insieme un pasto. Adesso è così, ma non come vorrei.
Pretendo  forse troppo? Forse, dopo il mio grande sbaglio, sì. Posso solo aspettare e lo farò fino a quando lui non sarà pronto.

Jason
Elia dorme beatamente tra le mie braccia. Giocare con lui è stancante, ma vedere la sua faccia, mentre si diverte, non ha prezzo. Non avrei mai immaginato che un bambino mi potesse riempie la vita in questa maniera. É da quando sono arrivato a New York che la mia vita è cambiata.
Ho rivisto, dopo tre anni, Astrid, più bella e forte che mai. Tutto avrei potuto immaginare e non lavorarci a stretto contatto. E poi lui... il mio piccolino che mi ha reso il padre più felice del mondo.
La parte più spiacevole è stato il modo in cui l'ho scoperto, ma adesso voglio recuperare il tempo perso con mio figlio e voglio mantenere un rapporto civile con sua madre. Almeno per il momento.

Osservo mio figlio, ma sento lo sguardo di Astrid addosso. Sono a casa sua da tre ore e credo si sia scocciata di avermi tra i piedi. Quando alzo lo sguardo, la sua espressione rivela altro. Mi osserva –anzi, mi fissa- intensamente mordendosi il labbro inferiore. Ma quando viene beccata, distoglie lo sguardo in imbarazzo. Si guarda i piedi come se non fosse stata beccata con le mani nella marmellata.

Questa situazione mi fa sorridere, perché, nonostante gli anni passano, lei è sempre la stessa.

«Lo porto in camera?» chiedo in sussurro. «Non vorrei che si svegliasse».

La osservo, mentre si avvicina. Gli shorts le coprono a mala pena le cosce, la canottiera aderisce al suo corpo e riesco ad intravedere la sagoma perfetta del suo petto. Mi cade lo sguardo proprio in quel punto, mentre si siede al mio fianco e lei se ne accorge perchè le sue guance si tingono di rosso.

Sono investito da suo dolce profumo. Osserva Elia e dice: «Gli piace dormire in braccio, ma magari starà più comodo a letto».

Quando alza gli occhi, i miei sono li ad aspettare i suoi. Sono così stupito. Rapito da suo aspetto e rapito da lei. Guardarla mi riporta in mente tutto ciò che facevamo. L'attrazione che provo per lei è evidente. Poi aggiungiamo il fatto che è appena uscita dalla doccia ed è mezza nuda, e non aiuta. No, perché la spoglierei e la farei mia adesso.
Scaccio il pensiero e mi allontano da lei per portare Elia in camera. Lei mi segue in silenzio e mi osserva, appoggiata alla porta, mentre rimbocco le coperte a nostro figlio e gli do un bacio sulla guancetta arrossata.

Quando la raggiungo, lei non si scansa per farmi passare. Mi sfiora con un braccio e quel contatto mi fa desiderare intensamente di più. La osservo per capire cosa ha in mente e il suo sguardo trabocca di desiderio.

La timidezza di poco prima è totalmente sparita.

La mia eccitazione cresce sempre di più. Non posso portarmela a letto, anche se è evidente che lei me lo lascerebbe fare. Sarebbe una mancanza di rispetto per tutto quello che c'è stato tra di noi in passato. Perché sarebbe una scopata e basta e lei non merita una scopata perché per me è importante. Nonostante ce l'abbia con lei, non voglio complicare ulteriormente il nostro rapporto attuale incerto.

Inalo il suo odore, mentre Astrid continua a guardarmi sfacciatamente senza dire una parola e sospiro perché so che tra noi non succederà nulla, nonostante qualcosa si sta già agitando dentro i pantaloni. Ma lei rende tutto più difficile avvicinandosi e provocandomi con quel suo splendido corpo sexy.

Inizio a sentire caldo, ma trovo la forza di allontanarmi.

«Forse è meglio se vado» dico.

«Non andartene» si affretta a rispondere. Sembra agitata, ma si riprende subito. «Cioè, puoi rimanere tutto il tempo che vuoi. Non voglio trattenerti. Se hai da fare, va' pure».

«Dovrei incontrare un paio di clienti, in effetti».

In realtà non devo incontrare nessuno, ma non voglio compromettere la situazione soprattutto non voglio cadere in tentazione e preferisco andarmene.

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