Capitolo 15

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Astrid
Per fortuna, Jason è riuscito a togliermi di dosso quel viscido di Nick. Non so cosa gli abbia detto, ma è stato efficace. Quando è uscito dall'ufficio di Jason si è limitato a dirmi "scusa" senza nemmeno guardarmi in faccia.
Comunque sia, nonostante il discorso del giorni prima "colleghi di lavoro (e basta)" gli sono grata per avermi salvata.

Il sorriso che mi ha rivolto è stato... Come ho fatto a riuscire a non vederlo per tutto questo tempo? Jason è solo il mio capo adesso, ma mi sembra di essere ancora qualcosa di più. Altrimenti, che motivo avrebbe avuto di togliermi Nick dalle palle? Gli importerà qualcosa, presumo.

La sua proposta, anche se dolorosa, mi ha fatto capire che vuole andare avanti, non necessariamente dimenticando quello che in passato ci legava, ma dimenticando quello che ci ha diviso. E non posso che esserne più d'accordo.

E poi, più lo guardo, più voglio averlo accanto. So che magari la cosa non sarà reciproca, ma per prima cosa devo dirgli che non ho nessun uomo. Come diavolo gli sarà venuto in mente?! È insostituibile, su tutti i fronti. È anche il padre del mio piccolino, il figlio che abbiamo fatto assieme, il frutto del nostro amore e devo dirgli anche questo. Ma come faccio? Quando? Qual è il momento migliore?

***

Guardo Elia e più passa il tempo e più mi rendo conto di quanto sia difficile confessare una cosa del genere. Jason e io ormai lavoriamo assieme da qualche settimana e la mia vigliaccheria prevale sempre sulla ragione. Abbiamo raggiunto un "equilibrio", se così si può chiamare. Non abbiamo mai parlato di noi, anche se io ci penso spesso. Quindi non si è mai venuto a creare il momento adatto per affrontare l'argomento.

Vorrei togliermi questo peso dal cuore, confessare tutto e subito, scoprire che è felice per la notizia, che mi perdoni e diventi parte della mia vita e di quella del bambino. Vorrei vivere normalmente, con Jason accanto.
In questi giorni abbiamo anche fatto colazione assieme, abbiamo parlato del più e del meno, ci siamo scambiati qualche messaggio e mi ha anche invitato a pranzo, qualche volta. Ovviamente, ho dovuto rifiutare perché il mio primo pensiero, dopo il lavoro è Elia, per cui, non ho tempo di pranzare fuori. Non mi andava nemmeno di chiedere a Veronica di andarlo a prendere dal nido, perché la gioia che mi dà Elia quando lo vado a prendere è immensa. Questo è il momento preferito della giornata: l'unico uomo della mia vita che mi dimostra giornalmente quanto mi ama.

Nei giorni passati ho anche sentito Penny, Jason le aveva già detto che lavoriamo insieme e lei ha iniziato a parlare di noi come se non ci fossimo mai lasciati. Ho sentito anche Asia. Lei, Luke e la piccola Haley si trasferiranno a New York tra pochi mesi. A quanto pare, il colloquio che Luke ha sostenuto settimane fa è andato bene e ha ottenuto il posto di lavoro come avvocato. Asia mi ha detto che Jason e Luke si sono sentiti un po' più spesso, visto che anche loro verranno ad abitare a New York. Sono sicura pure del fatto che non si sono lasciati sfuggire una parola su Elia perché non hanno perso tempo a ricordarmi di fare la cosa giusta.

«Ma guarda come ti brillano gli occhi» dice Megan, dall'altro lato del bancone della sua cucina.

Guardo Elia che ride di gioia, mentre gioca con Brad e urla.

«Guardalo» dico sorridendo. «Si diverte un sacco con Brad. Devo dire tutto a Jason quanto prima».

«Non glielo hai ancora detto?! Astrid, lavorate assieme da quanto? Un mese?».

«Tre settimane» preciso.

«Tre settimane. È pur sempre un sacco di tempo che hai avuto per dire la verità. Come pensi reagirebbe quando glielo dirai? È una cosa grave, quella che stai facendo. Posso capire quando non c'era, ma adesso è qui. Lo vedi tutti i giorni e lo stai prendendo in giro».

Me ne rendo conto da sola. Il solo pensiero mi fa tremare le gambe. Ma come devo affrontare tutto questo? Me lo ripeto da tre anni e più.

«Hai ragione, Megan. Adesso gli scrivo».

Senza riflettere ulteriormente, prendo il cellulare e scrivo un messaggio.

EHI 

La risposta è quasi subito immediata.

BABY

ASTRID

Jason si affretta a correggere il messaggio e a cancellare quel “Baby”. Mi chiamava sempre così quando stavamo insieme e a me piaceva un sacco.

POSSIAMO VEDERCI ADESSO PER UN CAFFÈ?

MI DISPIACE, MA HO GIÀ UN IMPEGNO. POSSIAMO FARE PIÙ TARDI?

Più tardi? Eh no, caro Jason. Più tardi metto a letto nostro figlio. I miei impegni sono cambiati rispetto a prima. Non faccio la vita della ventitreenne spensierata. Probabilmente lui sarà in giro per locali a rimorchiare dato che gli verrebbe abbastanza facile. Chi non si butterebbe tra le braccia di uno così? Probabilmente è già con un'altra e non ha tempo per me. Lo capisco e va bene così. Alle dieci la riaccompagnerà a casa e poi avrà del tempo da dedicarmi, quindi no, non posso io più tardi.
Amareggiata dal suo rifiuto, decido di non rispondergli più e dopo qualche secondo Jason ci ritenta.

CI SEI?

Sì. Ci sono ma non mi va di rispondere.

«Cosa c'è che non va? » chiede Megan curiosa.

«Mi ha appena detto che non è possibile vederci adesso. Probabilmente sarà impegnato con una di quelle bionde che gli piacciono tanto» butto fuori.

«Ma guardati! Sei gelosa marcia. E poi non è detto che il suo impegno sia una donna».

In effetti, ha ragione pure su questo. Però sì, sono gelosa. Gelosissima, anzi. Non riuscirei a sopportare Jason con un'altra perché lui è ancora mio.

Jason
Sono nello studio del dottor Scott per i soliti controlli di routine, quando il cellulare mi avverte dell'arrivo di un messaggio.  È Astrid che mi chiede di vederci adesso. Il fatto che mi scriva di sua spontanea volontà è parecchio strano, perché fin ora si è solamente limitata a rispondere ai miei messaggi. Ma qui vedo dei progressi perché mi ha proposto di prendere un caffè insieme. Purtroppo, sono costretto a rifiutare, ma le propongo di vederci più tardi. Ovviamente non mi posso fare sfuggire l'occasione di vederla, solo che poi non ricevo più risposta. Giuro che questa ragazza mi fa ammattire. Cosa dovrei fare? Continuare a mandarle messaggi? Risulterei insistente. La chiamo? Le chiedo cosa c'è che non va? Ma poi lascio perdere perché potrebbe non rispondere. O potrei presentarmi a casa sua senza avvisarla? Sì, credo che farò così.

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