Capitolo 17

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La casa di travis era enorme e aveva pure un giardino ed una piscina da sogno.

Osservai la stanza in cui avrei soggiornato e dopo che mi aveva mostrato parte della casa, la mia stanza era affianco a quella di travis purtroppo.

Sospirai ed iniziai a tirare fuori i miei vestiti e riporli nell'armadio e nel cassettone.
Quando ebbi finito di sistemare tutto andai verso il bagno per farmi una bella doccia.

***
Avevo ancora i capelli umidi quando scesi le scale, ed indossavo solo una maglietta larga e degli shorts grigi larghi.

Girovagai in quella bella villa finché non trovai travis mentre fumava una sigaretta ed era davanti ad un pc.

"Cosa stai facendo?" Domandai curiosamente. Mi appoggiai con il bacino contro il ripiano della cucina in ceramica e lo guardai.

Lui alzò lo sguardo su di me e rispose dopo aver sbuffato il fumo " lavoro. Per cena va bene se ordiniamo delle pizze?" Domandò lui velocemente mentre spegneva la sigaretta nel posacenere.

"Si va bene.. a proposito di lavoro sta sera di cosa ci dobbiamo occupare?" Domandai determinata. Non volevo per nessuna ragione essere esclusa da quello che mi occupavo, non avrei fatto stronzate e avrei tenuto un profilo più basso però avrei dovuto far qualcosa almeno.

Lui mi guardò incredulo " cosa? Volevi forse dire di cosa mi occuperò io. Perché te starai buona qui a casa." Disse lui tranquillamente.

Alzai un sopracciglio " non te lo puoi scordare i patti erano che io mi calmavo, non che stavo a fare la bella statuina del cazzo qui a casa. Quindi ripeto cosa facciamo sta sera?" Insistetti scostandomi e facendo il giro della penisola per sedermi sul tavolo grande, ero vicina al suo pc.

Lui mi guardò attentamente e si alzò velocemente dalla sedia con scatto felino.

"Ascoltami bene Brook, non ho intenzione di passare tutto il tempo qui con te, che ribatti su ogni mia decisione, se non sbaglio ti ho già spiegato come funzionano le cose." Disse lui guardandomi con occhi ipnotizzanti e serio.

Metteva in soggezione ma dovevo riprendermi.
Era a pochi centimetri da me, " neanche io voglio che sia così tra di noi, dobbiamo collaborare ed io ho intenzione di far del mio senza le stronzate di Los Angeles. So dove sono ed è un sacco di tempo che volevo venire qui a lavorare. Dammi il beneficio del dubbio travis. So cavarmela e sono brava." Gli dissi sinceramente e con tutta tranquillità. Se volevo che le cose cambiassero dovevo essere più diplomatica.

Lui mi guardò esitante e storse leggermente il naso tirandosi indietro i capelli leggermente lunghi.

"Va bene.. sta sera siamo ad una corsa, ti farò conoscere un po' della gente del nostro clan. E ricordati che non sono abituati ad avere e vedere una ragazzina come te che fa la nostra vita, quindi mi starai sempre vicino e non ti allontanerai di una virgola hai capito? Questi sono i patti." Disse lui irremovibile e allungando una mano verso di me.

Io lo guardai, prima lui e poi la mano e sorridendo soddisfatto annuì stringendogliela.

*****
Dopo aver mangiato la pizza e aver parlato di macchine e di come alcune cose li funzionavano, ero salita su nella mia stanza per prepararmi.

Mentre sceglievo che vestito mettere lo squillò del telefono mi distrasse, corsi verso il letto e lo afferrai rispondendo.

" Pronto?" Dissi mentre ritornavo verso l'armadio.

"Cazzo Brook. Mi hai fatta preoccupare un sacco, ma che fine hai fatto?" Disse la voce sollevata di mia sorella.

Merda.

Appoggiai la mia testa contro l'anta dell'armadio e cercai di far mente locale.

"Scusami sorellona... è che ho deciso di prendermi una pausa e li le cose si stavano mettendo abbastanza pesanti per me. Ho deciso di girare un po' l'Europa e prendermi un po' di tempo per me. Sto bene tranquilla ho avuto problemi con il telefono ma a parte quello tutto bene, non ti preoccupare"  le Dissi tranquilla e mentendo come non mai.

Lei sospirò e disse " va bene Brook, ma la prossima volta avvisami almeno. Stavo per avvisare alcuni dei miei contatti per trovarti."

Sapevo bene quali erano i contatti e per fortuna non l'aveva fatto.. i federali brutte bestie da togliersi dalle palle.

"No tranquilla davvero.. te come stai? Tutto bene?" Le domandai poco dopo.

Era tanto che non la sentivo e potevo davvero auto definirmi una sorella di merda.

"Bene sempre carica di lavoro e pensieri per la mia sorellina delinquente e senza cuore che non si preoccupa di me." Disse lei con verità,  ma con tono scherzoso.

"Lo so e hai ragione.. appena ritornerò ti porto fuori a cena e ti faccio ubriacare così per una serata stacchi dalla solita merda che ti porti dal lavoro." Dissi con dolcezza.

"Va bene.. sarà meglio per te stronza, ora devo andare che mi sta arrivando della merda di casi da risolvere sulla scrivania. Mi raccomando niente stronzate che non posso volare per venirti a salvare il culo, capito?" Disse lei ridendo poco dopo.

Alzai gli occhi al cielo e risposi "si tranquilla.. ciao stronzaaa" le Dissi riattaccando poco dopo.

Mia sorella almeno era sistemata, le avevo detto una cazzata ma almeno era tranquilla.

Lanciai il telefono che cadde sul letto con un tonfo sordo e presi dall'armadio una minigonna nera stretta è corta e il top coordinato con una vestaglia velata nera.

Li infilai e misi degli stivaletti con il tacco, andai verso il bagno e mi lisciai i capelli con la piastra, mi truccai e mi infilai il Rolex dorato che ero solita appoggiare ogni volta in bagno con i trucchi. Per fortuna che in camera avevo un mio bagno e non mi toccava condividerlo con travis..

Mi spruzzai un po' di profumo e visto che non mi portavo la giacca di pelle andai verso la valigia e tirai fuori la fondina da spalla e vi infilai le armi e poi la infilai con le due glock e poi la vestaglia nera che in parte le nascondeva.

Sembravo una gangstar questo era poco ma sicuro.

Presi il telefono e scesi le scale, lui non vi era e dopo un po' mi accorsi di una porta aperta vicino le scale.  Camminai verso quella porta spalancata e portava al garage.

Era lì davanti ad un bel po di bellissime macchine. Allora non ero l'unica ad avere un bel garage fornito.

I miei occhi erano a cuore, lui mi dava le spalle mentre era solo in canotta e trafficava con degli attrezzi il cofano di una pontiac nera era aperto, intravidi la maglia appoggiata sul mobile li affianco.

Lo guardai mentre si avvicinava al cofano con una chiave e pure io mi avvicinai a lui, forse non si accorse della mia presenza.

Quando mi avvicinai lo sentì dire senza guardarmi, "mi passi la chiave 18"  Disse poco dopo appoggiando la chiave inglese li affianco che aveva preso poco prima.

Gliela passai e lui strinse un bullone.
Poco dopo mi incamminai per il garage e mi fermai davanti ad una mustang shelby GT350 completamente gialla con le fiancata strisciate di nere.
Era bellissima, passai l'indice delicatamente sul cofano mentre vi camminai affianco.

"Bella vero?" Disse lui poco dopo dietro alle mie spalle. 

"Si molto.." Risposi guardandola a modo.

"Già.." Disse lui poco dopo. Io mi voltai ed era a pochi centimetri da me.

Mi guardava esitante e con sguardo desideroso mentre la sua mascella si irrigidiva.

Ci guardammo e riuscì a percepire qualcosa di strano tra di noi.. più ci guardavamo e più avevo voglia di avvicinarmi a lui per baciarlo. Travis mi attraeva e sentivo come se ci fosse elettricità tra di noi.

Lo squillò di un telefono riempì il silenzio che vi fu fino a poco prima tra di noi, si tastò la tasca senza smettere di guardarmi e rispose "pronto?"
La sua voce era fredda e autoritaria.

"Va bene.. arrivo." Disse lui poco dopo e poi riattacco.

"Dobbiamo andare." Disse guardandomi con sguardo mellifluo ed io annuì.

Questo ragazzo era un tormento.

Bad for love #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora