Capitolo 70

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Il funerale di Rose si svolse di pomeriggio e fu molto triste, Henry continuava ad avere la sua solita espressione di ghiaccio, facendo dei cenni silenziosi a chiunque gli si avvicinasse per esprimere le sue condoglianze. Io, Dylan e il resto dei suoi amici ci eravamo seduti in prima fila vicino a lui. Di solito quel posto spettava ai parenti, ma era chiaro che Henry non ne avesse più e questo rendeva il tutto ancora più triste.
Ci eravamo seduti accanto a lui silenziosamente, Henry, se si era accorto di noi, non ce lo aveva fatto notare. Avevo provato a posare la mia mano sulla sua, ma lui l'aveva subito ritratta non appena percepito il contatto con la mia pelle.
Henry aveva rifiutato categoricamente l'idea di fare un rinfresco dopo il funerale, così le persone presenti colsero subito l'occasione di parlargli dopo il funerale.
Il cielo era ancora grigio, reduce dal temporale della notte scorsa, ma all'esterno si stava stranamente bene, dato che non faceva molto freddo. Purtroppo dopo circa cinque minuti iniziò ad tirare un vento gelido e mi strinsi nella giacca.
Io, Dylan, Nate, Logan e Chris eravamo in piedi in un cerchio ristretto "Sembra una mina vagante" commentò Chris.
"È il suo modo di affrontare la situazione" disse Nate, sistemandosi gli occhiali da vista rettangolari sul naso. Era la prima volta che glieli vedevo addosso: prima aveva sempre messo le lenti a contatto.
"Non possiamo fare qualcosa?" dissi incrociando le braccia al petto "L'idea che lui stia soffrendo-"
"Evelyn" la voce di Dylan era dolce "Conosco Henry da molto tempo, più cerchiamo di avvicinarlo, più lui si allontanerà"
Logan infilò le mani nelle tasche dei pantaloni "Devi avere pazienza"
Chris si guardò intorno "La macchina di Henry è sparita"
"Deve essere tornato a casa" rispose Nate con una scrollata di spalle "Nemmeno io sopporterei tutti questi sconosciuti che fanno finta di capire il mio dolore"
Sospirai "Vado a trovarlo, forse ha bisogno di qualcosa"
La mano di Logan mi bloccò, afferrandomi per il braccio "Evelyn, no. A meno che tu non voglia che lui ti urli contro"
Aggrottai la fronte, guardandolo esasperata, ma forse avevano ragione: dovevo lasciargli il suo spazio e aspettare che metabolizzasse il tutto da solo, però non mi piaceva questa opzione. Non ero abituata alla sofferenza silenziosa: i miei genitori mi avevano insegnato ad esprimere le mie emozioni, sia felici che tristi, e mi ero sempre affidata a qualcuno dei brutti momenti, trovando conforto nelle persone a me vicine.
"Andiamo" fece Dylan "Io e i ragazzi ti portiamo a mangiare qualcosa e poi ti riaccompagno a Cambridge"
Guardai i quattro ragazzi di fronte a me e, alla fine, mi rassegnai e accettai volentieri quell'offerta, dato che il mio stomaco stava iniziando a brontolare.

Il pranzo con i ragazzi fu leggero, non dal punto di vista del cibo (mangiammo degli hamburger enormi e tante patatine fritte), ma perchè provarono a distrarmi scherzando e facendo battute, chiedendomi come stesse andando l'università e aggiornandomi sulle loro vide. Nate aveva finalmente detto addio alla sua ex tossica, decidendo che si sarebbe concentrato più su se stesso, mentre Chris aveva incontrato una ragazza in Irlanda, durante un suo recente viaggio a Dublino. Si chiamava Sophie e faceva la barista, era solo un anno più piccola di lui. Logan, invece, era rimasto lo scapolo di sempre.
La notte precedente, a furia di pensare a Henry, non avevo chiuso occhio, così durante il viaggio di ritorno a Cambridge, sonnecchiai sul comodo sedile dell'auto di Dylan, ma l'ora e un quarto di viaggio non mi fornirono un riposo completo.
Una volta arrivati, Dylan era distrutto e crollò sul letto di Greta, che si sistemò accanto a lui, abbracciandolo.
"Come è andata?" mi chiese Arianna porgendomi una tisana, lei e Federica si sedettero accanto a me.
"È andata" risposi sorseggiando la bevanda calda.
Raccontai in modo conciso come si era svolto il funerale e il comportamento di Henry, ma ero troppo stanca per inserire tanti dettagli.
Federica aggrottò le sopracciglia "Secondo me avresti dovuto andare da lui, dopo il funerale"
Chiusi gli occhi e mi massaggiai con una mano la tempia destra "No, Logan aveva ragione... Mi avrebbe urlato contro come ieri, meglio aspettare"
"Hai intenzione di chiamarlo?" domandò Arianna.
"Non lo so, ora ho solo intenzione di andare a dormire" mi alzai dal divano e mi trascinai verso la mia camera "Grazie per la tisana, a domani" ero così stanca che non mi tolsi nemmeno i vestiti e mi addormentai non appena la mia testa toccò il cuscino.
Quella notte sognai campi di rose e temporali.

Ciao, cari lettori!
Gli ultimi capitoli sono stati un po' tristi, mi dispiace... Per risollevarvi il morale, ho pensato a un piccolo giochino che potremmo fare: alla fine di ogni capitolo ci sarà una domanda riguardo alla storia e, se vi va, potete rispondere nei commenti.
La domanda di questo capitolo è: chi sono i vostri personaggi preferiti femminili e maschili?

Le sfumature del tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora