Capitolo 36

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L'indomani io e le mie amiche saremmo partite per Cambridge. Nonostante fossi felice, sapevo che mi stavo lasciando alle spalle una parte della mia vita.
L'adolescenza era finita, stavo per entrare nel mondo degli adulti.
Sapevo che quando i miei genitori mi guardavano, vedevano la loro bambina cresciuta.
Proprio in quel momento, seduti attorno il tavolo della nostra cucina, ci stavamo guardando di sottecchi, cercando di memorizzare ogni attimo.
Non sarebbe stata l'ultima volta che avremmo cenato assieme, ma lo sembrava. Sicuramente la prossima volta non sarebbe stata nell'immediato futuro, ma ci sarebbe stata.
"La valigia è pronta?" mi chiese mia madre.
"È pronta" feci io deglutendo un boccone di pollo.
Papà bevve dalla sua bottiglia di birra "Domani dobbiamo arrivare presto all'aeroporto"
"Cercherò di fare il meno tardi possibile" quella sera avrei incontrato tutti i miei amici, ma non potevo assicurare ai miei di non fare tardi: quella sarebbe stata la nostra ultima uscita prima dell'università.
"Puoi prendere la mia macchina" fece mio padre, finendo la sua porzione di cena.
Gli feci un cenno e sorrisi "Grazie, papà"
Jenna continuava a tenere la testa bassa e non parlava.
"Ricordati di pulire l'interno dell'armadio e gli scaffali quando arrivi al campus, non sai chi li hai usati prima di te"
"Penso che li avranno puliti, mamma"
"Tu fallo comunque"
"Va bene" dissi con un tono accondiscendente "Lo farò appena arrivo"
"Cerca di prendere la stanza più vicina alla porta, se ci sarà un incendio sarai la prima a salvarti"
"Carol" mio padre le posò una mano sulla spalla "Basta così"
Mia madre sospirò e si appoggiò allo schienale della sedia, guardandomi coi suoi grandi occhi marroni, poi si alzò e tolse i piatti ormai vuoti.
"Ovviamente ci dovrai inviare le foto della camera" mi disse papà con un sorriso rilassato "E chiamare ogni sera"
"Ogni sera?" scherzai "Vi farò il rapporto della giornata"
"Ho cercato su internet alcuni posti interessanti a Cambridge, li voglio vedere quando vengo" mi disse mia sorella.
"Certo" annuii, poi lanciai un'occhiata ai miei genitori "Il più presto possibile"
Mia madre si voltò e si appoggiò al lavandino, guardando complice mio padre "In realtà..."
"Abbiamo già comprato dei biglietti!" finì mio padre "Per il fine settimana del tuo compleanno, Jenna. Salterai un giorno di scuola, ma penso che-"
"NON FA NIENTE!" si affrettò a dire mia sorella, quasi urlando "Oh mio Dio, davvero? Non è uno scherzo, vero?"
"No, non lo è" confermò mia madre "Abbiamo già organizzato tutto, staremo in un hotel lì a Cambridge, ma tu potrai dormire con Evelyn se vuoi"
Mia sorella sorrise allegra "Non vedo l'ora!"
"Non manca molto al ventidue ottobre!" sorrisi anche io "Meno due mesi!"
"Meno di due mesi!" ribatté Jenna "Sì!"
Dopo questa svolta inaspettata, la serata con la mia famiglia andò avanti molto allegramente e senza l'angoscia della mia partenza.
Ci guardammo un film comico di un'ora e mezza, anche se non lo trovammo molto divertente. Passammo un'altra mezz'oretta assieme, poi mi congedai per raggiungere i miei amici al Muretto.
Tutti loro erano già arrivati, Sam nella sua auto aveva una borsa frigo con dentro delle birre; parcheggiai la macchina dietro quella di Sam; le nostre e quella di Cosimo erano le uniche auto parcheggiate.
Sam allungò a tutti una birra ciascuno, aprendole per noi. Alcuni si sedettero sui muretti, alcuni rimasero in piedi. Iniziammo a bere senza parlare per un po', assaporando ogni singolo instante insieme.
"Così però siamo deprimenti" si lamentò Mario "Finalmente abbiamo finito il liceo!"
"Finalmente" sottolineò Greta "Un altra interrogazione di filosofia e sarei impazzita!"
"Vogliamo parlare di latino?" aggiunsi "Siamo liberi!"
Ci furono alcuni secondi di silenzio, poi Arianna parlò "Voi avete paura?"
"Di cosa?" domandò Cosimo.
Arianna alzò le spalle e si sistemò sul muretto "Del futuro, ora non siamo più dei bambini. Siamo diventati adulti"
"Si chiama crescere" Sam provò a scherzare per sdrammatizzare "Capita a tutti"
"In teoria siamo ancora studenti" intervenne Federica "E non abbiamo ancora vent'anni!"
"Li compiamo l'anno prossimo" arricciai il naso "Vi ricordate quando in primo andammo in gita a Venezia? Per poco Mario non cadeva giù dal vaporetto" avevamo così tanti ricordi insieme, niente avrebbe potuto cancellarli.
Scoppiammo tutti a ridere al ricordo.
A quella risata seguì un altro lungo silenzio, che fu rotto dopo circa un minuto da Alessio "Non perderemo i contatti"
"No" scossi la testa "Per le vacanze ci riuniremo sempre"
"E ci verremo a trovare a vicenda" disse Federica "Non solo all'università, ma anche dopo averla finita"
Arianna alzò la sua bottiglia di birra ancora mezza piena, con l'intento di fare un mezzo brindisi "A noi"
Tutti alzammo le nostre bottiglie "A noi"

Le sfumature del tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora