Capitolo 54

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Sabato mattina i miei genitori noleggiarono un auto e andarono a Liverpool, dalla zia di mia madre. Avevamo fatto tutti assieme una ricchissima colazione piena di dolci, poi mia sorella iniziò a far capire loro che non vedeva l'ora di passare del tempo da sola con me e loro si affrettarono ad andare.
Jenna era così entusiasta!
Le avevo fatto vedere alcune zone di Cambridge la sera precedente, ma lei voleva un altro piccolo tour, al quale si aggiunse dello shopping.
Il mio regalo, il vestito comprato a Londra, le piacque molto, ma purtroppo faceva troppo freddo per indossarlo quel giorno. Finimmo di prepararci e per le nove circa fummo fuori dal dormitorio.
"Come ci si sente ad avere quattordici anni?" le diedi una gomitata affettuosa e poi la presi sottobraccio.
"Come se non fossi più tredicenne" appoggiò la testa alla mia spalla mentre camminavamo "Mi sei mancata così tanto"
"Anche tu" le diedi un bacio sulla testa e continuammo a passeggiare in centro.
Io e Jenna ci comportammo per tutta la mattinata come delle turiste, facendoci fare foto e meravigliandoci ogni volta che svoltavamo in una nuova strada.
Ci comprammo una busta piena di cioccolatini che mangiammo in meno di dieci minuti, per quanto erano buoni. Continuavamo a fare battute e a ridere a crepapelle, così tanto che alcuni passanti si giravano e ci guardavano straniti, credendo che una di noi si stesse sentendo male.
Incontrammo Josie e Caleb che passeggiarono e presentai ad entrambi mia sorella, che andò per qualche secondo in ansia perchè temeva che il suo inglese non fosse sufficiente, ma si rilassò quando Caleb, con un sorriso di incoraggiamento, le fece i complimenti per la pronuncia.
"Questo posto è bellissimo" mi disse Jenna quando fummo di nuovo da sole "Quel ragazzo era uno di quelli della squadra di basket di cui mi avevi parlato?"
"Esattamente" annuii e la feci bloccare per farle uno scatto "E Josie è la sua ragazza, spostati un po' sulla destra"
"Ma così finisco sulla strada"
"Non c'è nessuna auto" proprio in quel momento una macchina svoltò nella strada dove ci trovavamo.
Mia sorella incrociò le braccia, poi guardò l'orario sul telefono e sgranò gli occhi "Oh mio Dio! È l'una!"
"L'una?" controllai l'orario sul mio orologio da polso.
"Andiamo a mangiare?"
"Five Guys? Lì gli hamburger sono buonissimi"
"Andiamo, allora, muoio di fame"
Non c'era molta gente dentro, stranamente, la maggior parte stava prendendo il cibo d'asporto per mangiarselo da qualche altra parte.
Quando Jenna affondò i denti nel suo hamburger, la vidi fare una smorfia di piacere "Oh. Mio. Dio" disse lentamente mentre masticava "Com'è buono!"
Le sorrisi "Lo so! Ti ho portata qui apposta"
Io finì il mio hamburger prima di lei, ma perchè Jenna nel frattempo scattava delle foto "Ehi, Jenna?" feci all'improvviso.
"Dimmi" posò il telefono sul tavolo.
Mi pulii le labbra con un tovagliolo "Secondo te, a mamma e papà è piaciuto Henry?"
"A mamma sicuramente sì, altrimenti avrebbe fatto il suo sguardo da Medusa" mangiò l'ultimo boccone di hamburger "A papà credo di sì, ma con lui è difficile dirlo. Credo che a lui non sarebbe piaciuto nemmeno Buddha, se fosse stato il tuo ragazzo"
"Ma che razza di paragone è?" scoppiai a ridere "Non hanno fatto dei commenti quando io non ero con voi?"
"Ma tu sei stata sempre con noi"
"Niente?" insistetti.
"Ho sentito papà dire a mamma che, per essere inglese, parlava perfettamente italiano"
"Ed è una cosa positiva?"
"Eve, non pensarci troppo. Deve piacere a te, no? E poi l'importante è che piaccia a me, ma questo scoglio l'hai già superato"
Il mio telefono, posato sul tavolo, iniziò a squillare, Jenna commentò "Parli del diavolo..."
"Ehi" risposi mentre alzavo gli occhi al cielo, guardando mia sorella ridacchiare.
"Sono a Cambridge" doveva imparare a dire le cose con calma.
"Ma io sono con mia sorella"
"Lo so, voglio darle il suo regalo di compleanno"
"Tu cosa?"
"Hai sentito, dove siete?"
"Uhm" aggrottai le sopracciglia guardando Jenna "Da Five Guys"
Mi rispose dopo nemmeno un secondo "Sarò lì tra poco"
Jenna mi stava guardando curiosa con i suoi occhioni marroni "Beh? Che ha detto?"
"Che sta arrivando" scossi la testa "Vedi? Stare con lui vuol dire anche questo: arriva quando meno te lo aspetti" ero felice di vederlo, ma quella giornata l'avrei voluta passare da sola con mia sorella.
Mia sorella rise ancora "Che facciamo dopo?"
Corrugai la fronte "Abbiamo visto più o meno tutta Cambridge, per quanto camminavamo veloci. Potremmo prenderci un gelato e... Tornare al dormitorio?"
Mia sorella fece un'espressione contrariata, ma non riuscì a dirmi niente perchè Henry entrò e ci raggiunse, sedendosi sulla sedia accanto a Jenna che, a giudicare dalla sua faccia, sembrava aver appena visto un dio.
"Buon compleanno!" Henry allargò le braccia e diede un abbraccio a Jenna.
Quella scena fece sciogliere il mio cuore, sorrisi tra me e me.
Henry allungò a Jenna una busta nera con su scritto Chanel in bianco. Sia io che mia sorella sgranammo gli occhi, ero convinta che Jenna volesse urlare.
Mentre lei apriva l'elegante pacchetto, io stabilii un contatto visivo con Henry, che scrollò le spalle come se avesse fatto una cosa da niente.
"Oh mio Dio!" quella era diventata la frase preferita di Jenna "È bellissima! Henry! Grazie, grazie, grazie!" lo abbracciò di slancio e continuò a ringraziarlo, poi continuò a contemplare la bellissima borsetta color rosa pastello che Henry le aveva regalato.
Henry sorrise mentre l'abbracciava e mi lanciò uno sguardo compiaciuto. Jenna finalmente lo lasciò andare ed Henry parlò "Quali sono i vostri programmi?"
Jenna ne approfittò subito "La mia sorella improvvisamente è diventata noiosa e mi ha proposto solo un gelato"
"Ehi! A casa faremo il karaoke! Come da piccole"
Henry corrugò un po' la fronte, fingendo di riflettere "E se prendessimo un gelato... A Londra?" alzò le sopracciglia e piegò gli angoli della bocca in un sorriso "Andrebbe bene?"
Fissai Henry accigliata, ma Jenna aveva già iniziato a fare i salti di gioia "Sì, sì, sì! Non sono mai stata a Londra! Possiamo visitare il museo delle cere? E andare sul London-Eye!" i suoi occhioni si spostarono su di me "Possiamo? Ti prego, Eve"
Dato che era il suo compleanno e mi sembrava molto entusiasta, acconsentii stampandomi un sorriso in faccia "Ma certo! Faremo tutto quello che vuoi"
Henry fece un cenno all'uscita "Ho la macchina qui fuori"
"La Ferrari nera?" mia sorella sembrava sull'orlo di un urlo di gioia.
"Una Lamborghini questa volta"
Jenna era sempre più entusiasta e si precipitò all'esterno, seguita da me ed Henry "Volevo aiutarti a rendere questo suo compleanno indimenticabile" si giustificò, anche se non gli avevo detto niente "E inoltre" aggiunse poco dopo "Era un'occasione per passare del tempo con te"
Riuscì a strapparmi un sorrisetto sincero "Piombare all'improvviso è la tua specialità"
"Tanti anni di pratica, ragazzina"
Raggiungemmo Jenna, che si era già sistemata sui sedili posteriori dell'auto ed era intenta a spostare i suoi effetti personali nella sua borsa nuova.
"È stato un bel gesto, prenderle un regalo" gli dissi prima che aprisse la portiera, in modo che Jenna non mi sentisse "Grazie"
"Tecnicamente l'ha comprata Crystal" replicò scrollando le spalle "Non avevo la minima idea di cosa regalare ad una quattordicenne"
Lo guardi scuotendo la testa divertita, poi anche noi entrammo nella sua macchina, io mi sedetti sul sedile del passeggero accanto a lui.
Mentre sfrecciavamo verso Londra, Jenna continuava a tormentare Henry con delle
domande ed io fui lieta di non dover rispondere a nessuna di quelle: tutta la sua attenzione era rivolta al mio ragazzo, il quale stava mostrando più pazienza di quanta io gli attribuissi.
"Possiamo vedere la regina?" chiese ad un certo punto, ed io mi voltai verso di lei aggrottando le sopracciglia "Esaltata come sei" le dissi "Non ti farebbero avvicinare neanche per scherzo"
"Però puoi vedere Buckingham Palace" aggiunse Henry, riaccendendo la speranza in mia sorella, quel giorno lui sembrava una persona totalmente diversa, molto più tenera del solito.

Le sfumature del tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora