Capitolo 12

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Fortunatamente la Palumbo ci lasciò libero il penultimo sabato a Londra, Samuel aveva già organizzato tutto per rendere quella giornata perfetta.
La mattina alle dieci io, le ragazze, Samuel, Alessio, Cosimo e Mario ci incontrammo nella hall, Sam aveva un foglio con sopra una lista di cose da fare.
"Allora" iniziò a dire il nostro organizzatore "Ora si va al Covent Garden, ci facciamo una passeggiata lì e poi andiamo a mangiare in un ristorante indiano che voglio assolutamente provare!"
"Ma a me non piace la cucina indiana" mi lamentai.
"Se oggi fai uno sforzo, domani mangeremo messicano" l'offerta di Samuel mi piacque.
"Okay" scrollai le spalle e continuai ad ascoltarlo.
"Dopo mangiato voglio assolutamente entrare nell'Apple Store, quindi voi verrete con me" mentre parlava ci indicava dei punti sulla sua lista "Il pomeriggio, ringraziatemi ragazze, lo dedichiamo alle compere! Con la metro andremo a Piccadilly Circus, ci fermeremo lì qualche minuto per delle foto, poi cammineremo lungo Oxford Street, la via dei negozi"
"C'è tempo per andare al Cavendish Square Gardens?" azzardò a chiedere Alessio.
Samuel si grattò la nuca dubbioso, poi annuì "Sì, tanto è vicino ad Oxford Street e abbiamo tutto il pomeriggio"
"Ma mica impieghiamo tutto il pomeriggio a fare compere!" fece Arianna.
"Ragazze, c'è il Disney Store" Samuel sorrise "E so che voi come minimo vorrete starci mezz'ora"
"Come minimo!" intervenne Federica.
"Volete sentire il resto del programma?" ci chiese Samuel.
"Lo scopriremo vivendo, ora muoviamoci ad andare prima che qualcuno della nostra classe ci chieda di unirsi a noi" Greta diede a tutti la forza necessaria per uscire dal college, combattendo con il freddo di Londra. Per fortuna quel giorno la temperatura non era particolarmente bassa e il Sole era visibile, nonostante il cielo fosse pieno di nuvole.
Prendemmo la metro vicino al college e aspettammo un paio di minuti prima di arrivare alla fermata Covent Garden.
"Cosa farà oggi la Palumbo secondo voi?" domandò Mario mentre aspettavamo di arrivare alla nostra fermata.
"Si farà i suoi giri, magari la incontriamo in qualche negozio" ipotizzai ridacchiando.
"Ti prego no, è una brava persona e tutto quello che vuoi, però preferirei non incontrarla" Sam scosse la testa "No, no. Non la voglio incontrare"
"Mi dispiace che stia sola" si intromise Federica.
"La maggior parte dei giorni sta con noi fino al tardo pomeriggio, secondo me è felice di non dover stare con noi per un giorno" disse Greta cercando di non perdere l'equilibrio sulla metro.
Loro continuarono a parlare dell'eventualità di incontrare o no la Palumbo, ma io mi estraniai per qualche minuto. Iniziai a vagare con la mente, immaginando di incontrare Henry Cooper.
Dopo iniziai a riflettere su come mi sarei sentita nel caso l'avessi incontrato: felice era una parola troppo grossa, ma di certo non mi sarebbe dispiaciuto.
No, non mi sarebbe affatto dispiaciuto.
"Oh?" Alessio mi diede una gomitata "Siamo arrivati"
"Ah, sì" sbattei gli occhi come se stessi realizzando solo il quel momento dove fossi.
Quando uscimmo dalla stazione della metropolitana, le nuvole avevano completamente coperto il Sole.
Samuel e i ragazzi iniziarono a fare apprezzamenti su delle macchine di lusso che ci erano appena passate davanti, tra cui una Ferrari e una Maserati, parlando di motori e termodinamica. Sorrisi vedendo i tre ragazzi parlare, così presi il telefono e feci loro una foto.
"Che fai?" mi chiese Sam guardandomi storto "Tu e le foto"
Scrollai le spalle "Mi piace catturare i momenti spontanei e spensierati, così tra vent'anni riguarderemo questa foto e daremo sfogo ai ricordi!"
I miei amici ignorarono completamente ciò che avevo appena detto e iniziarono a discutere sulla possibilità di andare ora o dopo all'Apple Store, Arianna sosteneva che passeggiando verso il grande negozio ci avrebbe permesso di risparmiare tempo, così dopo mangiato avremmo evitato di tornare indietro. Tutti fummo d'accordo con lei e iniziammo a camminare adagio, godendoci la vista di quella bellissima zona.
Federica, come Sam, non vedeva l'ora di entrare in quello store: anche lei era un'appassionata della Apple, ricordava a memoria ogni singolo prodotto e le sue caratteristiche.
I tre ragazzi camminavano dietro noi ragazze, Federica e Greta avevano iniziato una conversazione su una serie tv che avevano visto, Arianna le ascoltava in silenzio ed io provavo a fare lo stesso, ma nella mia mente continuavo a pensare al mio impegno della settimana prossima. C'era una parte di me che fremeva dalla voglia di rivedere quell'uomo, avvolto da un alone di mistero mascherato da battute provocatorie e risposte evasive. Quella era la parte di me che era affascinata e incuriosita da quell'uomo, ma c'era un'altra parte che iniziava a chiedersi se stessi sbagliando: non riuscivo a capire cosa volesse da me e ciò mi infastidiva, perchè non sapevo come comportarmi.
"Eve smettila di camminare, siamo arrivati!" mi urlò Samuel "Sei un po' distratta"
"Chissà da cosa" fece Alessio scherzando.
"O da chi" sussurrò Arianna, ma io e le ragazze fummo le sole a sentirla.

Dopo la visita al Cavendish Square Gardens, dove i ragazzi vollero farsi delle foto con la statua del parco, ci riposammo un attimo per riposarci.
Nel frattempo Cosimo stava usando l'applicazione delle mappe sul suo telefono "Ragazze, se vi interessa lì vicino c'è anche Victoria's Secret, possiamo fermarci se volete comprare qualcosa"
Sorrisi tra me e me: mi piaceva come i tre ragazzi di fronte a noi pensassero ad accontentarci sempre, erano molto dolci.
"A me non interessa" fece Greta "Ma forse ad Eve sì, visto che venerdì ha un appuntamento!"
"Non è un appuntamento!" mi affrettai a dire, ma Mario mi stava già guardando curioso.
"E con chi?" mi chiese.
"Henry Cooper" rispose Federica per me.
"COSA?" Samuel stava praticamente urlando "E quando avevi intenzione di dircelo?"
"Non è poi chissà cosa, ragazzi" mi giustificai.
"Infatti, esci solo con il CEO di una delle società più importanti al mondo" commentò Cosimo "Che vuoi che sia"
"Non esagerare" alzai gli occhi al cielo "Usciremo venerdì prossimo, ma non ci rivedremo più sicuramente. Perderà interesse una volta capito che non andrò a letto con lui"
"Poi raccontaci come va" mi disse Mario.
"E dicci se si comporta male! Gli daremo una lezione" aggiunse Alessio, facendomi sorridere.
"Va bene, ve lo dirò" misi le mani nella tasca della giacca "Andiamo? Abbiamo tutta Oxford Street da fare"
Federica strinse le labbra "Possiamo andare da Victoria's Secret? Mi piacerebbe vederlo"
"Okay" facemmo noi ragazze "Voi venite?" chiese Arianna ai ragazzi.
"No, grazie, non sono particolarmente interessato alle lingerie femminili" rispose Samuel "Ma dall'altra parte della strada c'è un negozio sportivo, andremo lì mentre voi fate le vostre cose"
I colori che prevalevano dentro Victoria's Secret erano il nero delle pareti e del pavimento, e il rosa. Rosa in tutte le sfumature. C'erano poi articoli dei più svariati colori, ma il rosa vinceva su tutto lì dentro.
Io e le ragazze facemmo l'errore di osservare la biancheria intima e i pigiami della nuova collezione. Greta imprecò dopo aver notato quanto costassero, così ci spostammo davanti ad un tavolo dove c'erano le mutande e i reggiseni che costavano di meno, erano tutti ammucchiati.
"Guarda questo!" Federica ci stava mostrando un reggiseno nero con dei cuoricini bianchi "È della mia taglia e non costa molto"
"Prendilo, se vuoi" fece Arianna "Eve, questi potrebbero andare a te"
"Cos'è?" dissi prima di posare lo sguardo sui due pezzi che mi stava porgendo "Oh, niente male"
Era un completo in pizzo nero, formato da una brasiliana e un reggiseno molto scollato dal modello all'americana che faceva da push-up (così c'era scritto sul cartellino). Era un completo molto sexy e il pizzo era molto lavorato.
"Mi piace" dissi alla mia amica.
"Mettilo venerdì prossimo" mi rispose lei provocatoria "A Cooper piacerà"
Ormai l'unico modo per affrontare questa conversazione era il sarcasmo "Glielo chiederò quando saremo sul punto di fare sesso, ma sarà troppo occupato a togliermelo"
Pagai quel completo che mi piaceva ed uscimmo da Victoria's Secret, aspettando i ragazzi fuori dal negozio sportivo. In meno di cinque minuti ci raggiunsero.
"Ed ora, Oxford Street" fece Samuel sistemandosi lo zaino in spalla.
Iniziammo a camminare, ma io mi fermai un attimo per guardare il cielo.
Era ritornato il Sole.

Le sfumature del tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora