Quella sera ci sarebbe stato il ballo, tutti erano eccitati. Io, però, ero entusiasta non solo perchè avrei partecipato ad una festa fantastica, ma anche perchè sarebbe stata l'ultima occasione per salutare tutte le persone con cui avevo stretto amicizia in questi ultimi cinque anni al di fuori del mio gruppo stretto di amici.
Un'altra cosa che mi rendeva particolarmente allegra era il fatto di non aver un orario preciso per tornare a casa: i miei genitori erano andati per qualche giorno in Puglia dai miei nonni, dato che mia nonna era caduta e aveva bisogno di aiuto. I miei zii avevano detto a mio padre che la sua presenza non era necessaria, ma lui voleva vedere la madre.
Avevo sentito mia nonna durante la ricreazione, in bagno. Mi aveva rassicurata dicendomi che stava molto meglio e che mio padre stava diventando troppo apprensivo, cosa che divertiva molto lei e il nonno.
In teoria i miei genitori mi avevano detto di tornare ad un'orario decente, ma non avevano specificato cosa volessero dire con "orario decente" e sapevo che mia sorella non avrebbe fatto la spia.
"Che fortunata" commentò Arianna quando lo dissi ai miei amici "Non è che a me abbiano dato un orario, ma devo evitare di tornare a casa ubriaca fradicia"
"I miei dormiranno sicuramente" fece Greta sorridendo "E anche da ubriaca riesco ad essere silenziosa"
"Pensate a me e a Cosimo!" intervenne Sam "Siccome dobbiamo riaccompagnare tutti voi a casa, non possiamo bere chissà quanto"
Scrollai le spalle "Voi vi siete proposti di accompagnarci"
"Mi chiedo perchè" Cosimo roteò gli occhi e si sedette "Ci avete costretti!"
"Sono punti di vista" Federica sorrise innocentemente.
"Concordo" fece Mario mentre finiva di svolgere un problema di fisica.
"Se vuoi posso guidare io" si propose Alessio, preso da un momento di bontà "Siamo vicini di casa, tanto" in effetti Cosimo e Alessio abitavano l'uno affianco all'altro, per loro era molto comodo.
"Non ti preoccupare, poi vediamo" gli rispose l'amico.
"Io ho intenzione di spassarmela!" dissi prima che la campanella dell'inizio della quinta ora suonasse.
Durante l'ultima ora, io e i miei amici ci scrivemmo sul nostro gruppo per organizzarci sul da farsi: le ragazze sarebbero venute nel pomeriggio a casa mia per prepararsi e i ragazzi ci avrebbero raggiunte alle nove.L'ora di chimica passò abbastanza velocemente, ma ciò non ci impedì di catapultarci fuori al suonare della campanella.
Il padre di Arianna diede un passaggio a casa a tutte, quando entrai nel mio appartamento Jenna era seduta dietro il tavolo con due buste di carta marroni straboccanti di olio "Ho ordinato del cibo al McDonald" mi informò.
"Sei andata al McDonald da sola?" le chiesi andando a posare lo zaino in camera.
"Saranno dieci minuti a piedi" agitò una mano nell'aria "Sbrigati o si raffredda tutto"
Mi lavai le mani e la raggiunsi a tavola, lei aveva già sistemato tutto.
Aprii la scatola da 20 di Chicken Nuggets e presi la mia porzione grande di patatine fritte "Dopo ti do i soldi"
"Lascia stare" mi rispose mentre addentava il suo Big Mac "A Cambridge c'è un McDonald?"
"Penso di sì" chiusi gli occhi per godermi il gusto del cibo "Mhm... Avevo una fame"
"Ha chiamato mamma prima, ha detto che la nonna sta molto meglio ma che papà non molla l'osso"
Scoppiai a ridere "Sì, me l'ha detto anche la nonna"
"Se mi chiamano stasera e tu non sei tornata?"
"Jenna... non ti chiameranno all'una di notte, tranquilla"
"In ogni caso se domani me lo chiedono, dico che sei tornata alle due"
"Okay, grazie" le feci il pollice in su e continuai a mangiare.
Per un po' nessuna delle due parlò, poi sentii di nuovo la sua vocina melodiosa "Henry lo hai più sentito dopo il centro commerciale?"
Alzai le spalle "Sì, ci siamo sentiti qualche giorno fa ma per poco. Poi lo sai che non mi piace molto parlare al telefono"
"Chissà quando lo rivedrai"
"Non mi scervello troppo"
Bugiarda.
Lei mi guardò dubbiosa, poi prendemmo il suo l'IPad e iniziammo a guardare un film su Netflix, continuando dopo mangiato la visione sul divano, nessuna delle due aveva da fare dei compiti per l'ultimo giorno di scuola.
Un film che doveva essere una commedia, si rivelò inaspettatamente drammatico e ci mettemmo a piangere come due bambine piccole, passammo i titoli di coda ad asciugarci le lacrime e soffiarci il naso.
Il pomeriggio arrivò e con esso anche le mie amiche, Greta però era accompagnata dalla sorella, Aurora. Mia sorella avrebbe passato la serata a casa di lei, così non sarebbe stata sola.
Tutte e tre le mie amiche erano arrivate già vestite, ma si dovevano truccare e pettinare. Jenna e Aurora rimasero nel salotto a guardare la tv, mentre io portai le ragazze nella mia camera.
"Sono soddisfatta di aver comprato questo vestito" disse Federica.
"Anche io" si aggiunse Greta "Voi come vi pettinate i capelli?"
"Io volevo lasciarmeli così" li indicai in modo simbolico "Alla fine non è un evento galante, è una festa dove ci muoveremo molto... I capelli si scompiglieranno in ogni caso"
"Sì, infatti" fece Arianna sedendosi sul mio letto.
"Ragazze" richiamai la loro attenzione "Mi faccio una doccia veloce per lavarmi i capelli, non ci metterò tanto"
"Faremo come a casa nostra" Greta si sedette dietro la mia scrivania e accese il mio computer, Federica invece prese il mio IPad aprendo l'applicazione di Netflix. Arianna controllava il telefono in maniera sospetta e mi lanciava delle occhiatine.
Feci tutto quello che dovevo fare e ci impiegai una mezz'oretta abbondante. Mi guardai allo specchio: i ciuffi laterali stranamente erano messi bene, mi incorniciavano in maniera deliziosa il viso. Una cosa che mi piaceva particolarmente dei miei capelli era il loro essere naturalmente mossi.
Indossai il vestito e ritornai in camera dalle mie amiche, facendo su richiesta una giravolta.
"Fantastica!" esclamò Federica, tutte e tre si erano truccate mentre io mi stavo facendo la doccia.
"Grazie!" le sorrisi e mi sedetti dietro la scrivania, sulla quale era appoggiato uno specchio largo e lungo rispettivamente quindici e venti centimetri.
Per risaltare gli occhi verdi, mi contornai gli occhi con la matita nera, sfumandola un po' sugli angoli esterni degli occhi. L'ombretto con cui mi tinsi le palpebre era argentato come le scarpe e la borsetta, però lo sfumai per non avere un brutto effetto; per concludere, mi misi il lucidalabbra.
"Sapete che stasera ci sarà la Kiss-Cam?" ci disse Arianna mentre scriveva un messaggio.
Greta arricciò il naso "La cosa?"
"La Kiss-Cam" ripeté Arianna "In pratica inquadreranno a turno due persone che ballano e quelle si dovranno baciare davanti a tutti. Il tutto sarà proiettato su uno schermo gigante"
Federica rise "Come se noi ballassimo i lenti"
"Beh, io e Sam lo balleremo" Greta si appoggiò allo schienale della sedia "E anche se ci inquadrano, che importa? Siamo amici"
"Sono completamente d'accordo!" Arianna la indicò con approvazione.
Continuammo a chiacchierare fino a quando i ragazzi non arrivarono. Jenna aprì loro la porta e salutò ognuno di loro, così come Aurora. Neanche cinque minuti dopo, il padre di Aurora e Greta arrivò, così la sorella della mia amica e Jenna se ne andarono.
"Siete super eleganti!" commentai.
Alessio e Sam avevano entrambi un completo nero semplice, ma senza cravatta e con una camicia bianca, mentre Mario indossava dei pantaloni e una giacca beige con una camicia nera e Cosimo aveva dei pantaloni e una camicia neri con una giacca color rosso fuoco.
"Anche voi" mi rispose Cosimo.
"Scusate un attimo" fece Arianna prima di allontanarsi per fare una telefonata, parlando così a bassa voce che non riuscivamo a capire cosa stesse dicendo.
Noi continuammo a parlare del più e del meno, fino a quando Mario disse "Siamo già in ritardo, forse dovremmo iniziare ad andare?"
Sam gli diede una vigorosa pacca sulla spalla "Mario... Rilassati, alle feste di quel genere non si è mai in ritardo"
"Ha ragione, però andiamo o non troveremo più parcheggio" Arianna ricomparve da non si sa dove, guardandoci con insistenza.
"Va bene" feci confusa dal comportamento della mia amica, che di solito non prendeva seriamente queste questioni "Andiamo, allora"
Uscimmo tutti dall'appartamento, chiusi a chiave la porta d'ingresso e poi entrammo tutti nell'ascensore, stando un po' stretti.
Greta osservò il proprio riflesso nello specchio "Non precipiterà, vero?"
"La capienza massima è di dieci persone, noi siamo in otto" il mio telefono iniziò a vibrare per avvisarmi di avere una chiamata in entrata.
Guardai il nome sul display e risposi immediatamente "Hai un tempismo perfetto, straniero"
Tutti e sette i miei amici si voltarono verso di me con un ghigno, erano abbastanza inquietanti.
La sua risposta non tardò ad arrivare "Tempismo perfetto?"
"Sto per andare ad una festa" non cercai di reprimere il sorriso che mi era spuntato dal momento in cui avevo letto il suo nome "Tu che fai stasera?"
Sam mi fece il verso silenziosamente e gli diedi una gomitata.
"Sto aspettando che Dylan arrivi per guardarci una partita"
"Uh" esclamai mentre le porte dell'ascensore si aprivano "Pensavo che voi due andaste in giro per locali a caccia di conquiste" iniziai a inserire la chiave nella serratura del portone in legno.
"In effetti erano quelli i programmi, ma ha iniziato a piovere e non voglio rovinarmi le scarpe nuove"
Aprii il portone e roteai gli occhi, pensando a quanto fosse bello camminare sotto la pioggia "Che snob"
Questa volta non udii una risposta perchè Henry Cooper era davanti a me, in un completo blu scuro, con una mano nella tasca sinistra e l'altra mano che ancora teneva il telefono all'altezza dell'orecchio.
Mi sorrideva con la bocca chiusa, sembrava che si stesse trattenendo. Forse era divertito dalla mia espressione che doveva essere alquanto sorpresa e ridicola.
Chiusi la bocca semiaperta e deglutii, chiudendo la telefonata e facendo un passo in avanti "Come..."
Lui anticipò la domanda "Ho le mie fonti" i suoi occhi guizzarono per un secondo verso un punto alle mie spalle. Mi voltai e vidi Arianna che ridacchiava.
Ecco perchè si era comportata in modo strano, controllando quasi ossessivamente il telefono.
Mi girai nuovamente verso Henry e gli sorrisi, non avevo intenzione di nascondere la mia contentezza "Andiamo a divertirci, allora"
STAI LEGGENDO
Le sfumature del tramonto
RomanceHenry ed Evelyn. Lui CEO di una delle società più importanti di Londra. Lei una studentessa italiana prossima ad entrare nella prestigiosa università di Cambridge. Due persone, due vite, due menti e due cuori, che verranno fusi da un sentimento fo...