Avevamo passato l'intero pomeriggio a pensare a come affrontare Vicki. Greta aveva optato per un approccio diretto, che comprendeva il parlarle direttamente senza tanti giri di parole.
L'idea era stata bocciata subito: l'avremmo solo fatta arrabbiare e si sarebbe sentita attaccata e giudicata.
Dopo un'ora di discussione, iniziò a fare così freddo che non riuscivamo nemmeno più a muovere le labbra e Lizzie propose di andare al Valerie's, un locale lì nel campus dove avremmo potuto stare al caldo.
Non era esattamente così che io e le ragazze ci aspettavamo di trascorrere il mercoledì sera, ma volevamo dare il nostro supporto alle nostre nuove amiche.
Il Valerie's era un locale accogliente, frequentato esclusivamente da studenti ed era sempre strapieno. Faticammo a trovare dei divanetti liberi dove poterci sedere. La cosa bella di quel posto era che non dovevi per forza ordinare per sederti: molti ci andavano per studiare o anche solo per incontrare altri studenti.
Il calore mi penetrò nelle ossa non appena entrammo, il freddo era solo un brutto e lontano ricordo; mi tolsi la giacca e mi sedetti tra Lizzie e Greta "Allora" fece quest'ultima "Avete bocciato la mia idea, come volete agire?"
"Non lo so" ammise Josie "Non pensavamo di farlo subito, ma aspettare un po'"
"Perchè aspettare se sta peggiorando?" le chiesi, appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
Lizzie si tolse i paraorecchie rosa "Potremmo tenerla d'occhio" propose "Vedere con quanta frequenza fa uso di certe sostanze, ho già parlato con la sua compagna di stanza ed è d'accordo con me. Lei la terrà d'occhio quando noi non saremo con lei. Se la situazione non migliora da sola, intendiamo agire"
"E quando sarà Natale? Chi la terrà d'occhio?" Arianna si appoggiò allo schienale del divano davanti a noi "Non potete avere sempre il controllo della situazione"
"Quando è con la sua famiglia, di solito, si trattiene" ci spiegò Josie "Lo fa per la sua sorellina, non vuole farlo se c'è anche lei" scosse la testa, sconsolata "A volte è ancora la ragazza responsabile di una volta"
Mi sembrava difficile che una ragazza dipendente da cocaina riuscisse a controllarsi sull'assunzione della droga ma, quando lo dissi alle altre, mi assicurarono che sua sorella aveva il potere di fermarla. Io continuavo a rimanere scettica.
La conversazione finì subito, perchè un ragazzo si avvicinò a Josie stampandole un bacio sulle labbra "Ciao, amore!" la salutò sorridendo. Aveva dei grandi occhi scuri, che risaltavano contro la pelle pallida, e i capelli castani.
"Caleb, che bello vederti" Josie si alzò e lo abbracciò.
Aveva addosso la felpa della squadra di basket ed era seguito da altri due ragazzi, anche loro giocatori di basket. Uno aveva i capelli biondo cenere e gli occhi verdi, si presentò come Dave.
Il terzo ragazzo aveva i capelli mori corti e ricciolini e degli occhi color nocciola, era alto (così come Dave e Caleb) e aveva un viso amichevole, sembrava uno di quei ragazzi amico di tutti "Io sono Shawn" si introdusse, porgendo la mano ad ognuna di noi facendoci un sorriso. Lizzie, a quanto pareva, la conoscevano già, perciò solo io e le mie amiche eravamo le sconosciute.
Non sapevo se fosse stata solo una mia impressione, ma lo vidi trattenere il fiato quando i suoi occhi si posarono su Greta, che gli strinse la mano un po' distrattamente, ma con un mezzo sorriso.
Mentre facevamo le presentazioni, Josie e Caleb stavano avendo un piccolo battibecco che si concluse immediatamente.
I tre ragazzi presero delle sedie e si unirono a noi. Caleb e Dave frequentavano il secondo anno di storia ed economia, mentre Shawn il terzo di biologia, quell'anno avrebbe preso la laurea e a settembre prossimo si sarebbe specializzato in biochimica.
Greta, essendo anche lei studentessa di biologia, iniziò a parlare con Shawn del loro percorso di studi, entrambi erano felici di aver trovato una persona con lo stesso loro interesse.
"Carter?" fece ad un certo punto Shawn "Quel professore è una palla al piede, ma è fottutamente bravo nel suo lavoro! Ho ancora gli appunti del primo anno, posso prestarteli se ti servono"
"Ho i miei appunti" Greta accennò un sorriso "Ma grazie comunque"
La conversazione, per ovvie ragioni, diventò molto più leggera rispetto a prima, i ragazzi iniziarono ad entusiasmarsi per una partita che si sarebbe tenuta contro Oxford dopo Halloween, l'avrebbero giocata nel nostro campus.
"Miller sta impazzendo per questa partita" si lamentò Caleb "Ci fa allenare in continuazione"
Shawn, che fino a quel momento aveva parlato con Greta, si raddrizzò "Michael è solo molto determinato a vincere"
Dave si intromise "Ma potrebbe allentare un po' la presa"
"Piantatela" da come lo difendeva, Shawn doveva essere molto legato a Michael "Lui è il nostro capitano, fa quello che ritiene più giusto per tutti noi"
Arianna aveva finto indifferenza mentre sentiva parlare di Michael Miller, ma io, Greta e Federica non ci lasciammo ingannare.
"E dov'è questo Michael, ora?" chiesi, quella era la domanda che ero sicura Arianna volesse fare.
"Si sfa allenando" Dave scrollò le spalle "Da solo"
Shawn guardò l'orologio sul polso sinistro "Lo raggiungo, un po' di allenamento extra farebbe bene anche a me"
Ci salutò e poi andò a raggiungere il suo amico, mentre Dave e Caleb rimasero con noi. Josie e il suo ragazzo iniziarono a scambiarsi occhiatine e sorrisini, il che mi fece venire voglia di sentire la voce di Henry "Torno subito" mi scusai e mi alzai, andando verso un angolino del locale dove il vociare non era eccessivamente alto.
Non mi rispose subito "Ciao"
"Ehi" mi appoggiai al muro "Prima ero impegnata, non potevo risponderti. Come stai?"
"Sul punto di uccidere qualcuno, avevo bisogno proprio bisogno della tua voce per calmarmi" sorrisi, non diceva spesso cose tenere come quella "Tu, invece?"
"Bene" sospirai "Cioè, non proprio bene"
"È successo qualcosa?"
"Diciamo..." strinsi le labbra "Due ragazze dell'università ci hanno parlato di una nostra amica in comune, ha un problema abbastanza grave e sono un po' giù perchè non ho idea di come risolverlo"
"Che problema?"
Abbassai la voce "Cocaina, ma sospettiamo anche altro"
"Dovreste..." si bloccò, indeciso "Parlarle?"
"Come se fosse facile" scrollai la testa, per scacciare i brutti pensieri "Avevo voglia di sentirti" dissi di slancio "Mi manchi" era la prima volta che glielo dicevo apertamente "Ma non montarti la testa" aggiunsi, per sdrammatizzare.
"Ci vedremo presto" quasi lo vedevo sorridere "Ma d'altronde sei tu che mi hai impedito di venire a trovarti questo fine settimana"
Alzai gli occhi al cielo "Lo so, mi dispiace ma viene la mia famiglia che, esclusa Jenna, non sa ancora niente di te. Vorrei evitare che a mio padre venisse un malore"
"Che brava figlia" prima che potessi rispondergli, continuò "Devo tornare a lavoro"
"Vai" deglutii, un po' dispiaciuta che la conversazione fosse durata così poco "Cerca di non uccidere nessuno"
"Non prometto niente" accennò una risata "Ciao"
"Ciao" rimisi il telefono in tasca e ritornai dagli altri che, nel frattempo, avevano deciso di partecipare a karaoke di quella sera al Valerie's.
Arianna e Federica stavano provando a convincere Greta a cantare Bad Romance, il suo pezzo forte e lei, stranamente, accettò subito, ma ad una convinzione: che tutte e quattro salissimo sul palco.
Dopo quella serata, decidemmo che le serate karaoke sarebbero stata la tradizione del mercoledì sera.
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Le sfumature del tramonto
RomanceHenry ed Evelyn. Lui CEO di una delle società più importanti di Londra. Lei una studentessa italiana prossima ad entrare nella prestigiosa università di Cambridge. Due persone, due vite, due menti e due cuori, che verranno fusi da un sentimento fo...