Non mi stupiva che Luke avesse prenotato un intero locale solo per il suo compleanno, e non mi stupiva nemmeno che ci fossero così tante persone da non riuscire a muoversi.
Federica in mano portava la piccola busta con il regalo di Luke, una colonia che gli aveva comprato in un negozietto a Cambridge e che l'aveva fatta impazzire. Intravide Luke che scherzava con alcuni suoi amici e si avvicinò a lui con passi lunghi e veloci, stupendo noi tutte con la sua agilità sui tacchi alti. Per l'occasione aveva deciso di vestirsi in modo più audace del solito: indossava un vestitino con la gonna nera fino a metà coscia e con il busto rigido e argentato, che luccicava sotto le luci stroboscopiche. Luke, vedendola, fece un sorriso e prese il regalo, facendole un cenno con il capo per ringraziarla. Lo diede ad una cameriera che lo ammassò addosso ad altri pacchetti su un tavolo in un angolo. Federica ci rimase un po' male, ma fece finta di niente e gli diede gli auguri con un bacio sulla guancia.
Anche io, Arianna e Greta ci avvicinammo per dargli gli auguri, ma il nostro incontro durò meno di dieci secondi, dato che il festeggiato, a cui mancava poco per essere ubriaco, fu richiesto da altre persone.
Federica vide il ragazzo allontanarsi e corrugò la fronte, arricciando le labbra pensosa. Non era il migliore degli inizi, ma la serata era lunga e volevo essere positiva.
"Lo aprirà dopo" dissi a Federica mentre ci avvicinavamo al bancone del bar per prendere qualcosa da bere. Non volevo per nessun motivo al mondo difendere Luke, ma se serviva a consolare Federica...
"Sì, infatti" fece Arianna "Con così tante persone, aprire i regali è l'ultimo dei pensieri"
Federica scrollò le spalle, fingendo indifferenza "Si sta divertendo, lo capisco"
"Ed è già ubriaco..." commentò Greta, ma quando sgranò gli occhi capimmo che non voleva dirlo ad alta voce "Scusate"
"È il suo compleanno, alla fine" sdrammatizzai "Bere un po' di più è concesso, vi ricordate il diciottesimo di Sam?"
Tutte ci mettemmo a ridacchiare "Già" replicò Federica "Quasi si sentiva male per quanto aveva bevuto"
Passarono circa dieci minuti, durante i quali rievocammo i ricordi di alcune feste, e tre tra gli invitati, due ragazzi e una ragazza, ci si avvicinarono.
"Buonasera!" fece uno dei ragazzi, alto forse un metro e settanta e con i capelli biondi "Ve ne state qui ferme da un'eternità! Non volete divertivi?"
La ragazza roteò gli occhi e diede una gomitata al biondo "Mason! Non è il modo giusto per approcciarsi alle persone!"
Mason fece una smorfia "Perdonatemi, ma davanti a quattro belle ragazze perdo il controllo delle mie parole"
Io e le mie amiche avevamo tutte un'espressione stranita mista a diffidenza.
A giudicare da come stavano attaccati, la ragazza e il secondo ragazzo, un po' più alto di Mason e coi capelli scuri, dovevano essere fidanzati.
"Io sono Kate!" la ragazza di presentò, aveva i capelli castani tagliati fin sotto le orecchie "E loro sono Mason e Connor"
"Piacere di conoscervi" fui la prima a salutarli e io e le mie amiche dicemmo loro i nostri nomi.
Anche loro non sembravano molto lucidi, ma come tutti lì dentro, alla fine. Eravamo noi quattro le più serie e forse dovevamo scioglierci un po'.
All'improvviso arrivò Luke, che diede a Connor e a Mason due forti pacche sulle spalle "Eccovi qui!"
"Williams!" fece Connor "Ci stavamo intrattenendo con le nuove arrivate! Abbiamo fatto le presentazioni senza di te"
"Ah sì" fece Luke, lanciando un'occhiata veloce a Federica "Sono delle nuove amiche, è la prima volta che vengono ad una mia festa"
Non ero molto sicura che io, Arianna e Greta potessimo essere definite amiche sue, però Federica di certo era molto di più e non le andò giù che non l'avesse presentata come sua ragazza.
"Kate, vieni a ballare" fece Luke e la ragazza lo seguì a ruota sulla pista da ballo.
Tutte e quattro assumemmo un'espressione sorpresa e anche arrabbiata, ma eravamo ancora in compagnia di Connor e Mason, perciò iniziammo a parlare in italiano e velocemente per non farci capire da loro.
"È un coglione" sentenziò Greta, incrociando le braccia al petto "Non c'è nient'altra spiegazione"
"Forse..." sbuffai, non capendo cosa potessi dire per giustificare l'ingiustificabile.
"Non stanno ballando in maniera sensuale... Ballano come potremmo ballare io e Alessio" fece Arianna.
"Ma avrebbe dovuto chiedere a me di ballare" disse Federica a denti stretti.
"Ehi, italiane!" questo Mason iniziava a darmi fastidio "Vi va di ballare?"
Io, Arianna e Greta ci affrettammo a scuotere la testa, mentre Federica afferrò decisa la mano di Mason e lo condusse sulla pista da ballo, in un punto vicino a Luke e a Kate.
"Finirà male" fece Greta.
Le diedi una gomitata "Sii un po' più ottimista"
"Greta ha ragione, Eve" Arianna sospirò "Ho bisogno di bere qualcosa"
Nel frattempo, Connor era ancora accanto a noi e mi stava strizzando l'occhio "A te va di ballare, occhi verdi?"
Strinsi le labbra e cercai di allontanarmi, in modo che le nostre braccia smettessero di sfiorarsi sul bancone del bar "No, grazie"
"Andiamo, la tua amica si sta divertendo con Mason!"
Apparentemente Federica sembrava divertirsi, ma continuava a lanciare occhiatine a Luke, che a sua volta aveva iniziato a guardare male sia lei che il ragazzo con cui ballava. Più che uno sguardo storto, sembrava rammaricato. Forse si era reso conto dell'errore commesso?
"Preferisco annoiarmi" feci un sorrisetto a Connor "E poi non hai la ragazza?"
"Abbiamo una relazione aperta"
"Io e il mio fidanzato, invece, abbiamo una bellissima relazione, chiusa come le mie gambe in questo momento, perciò no"
"Non sono un tipo geloso, tranquilla"
Sgranai gli occhi e fissai un punto davanti a me, mentre lui continuava a fissarmi. Finalmente recepì il messaggio e, con un piccolo sbuffò, si allontanò.
Io, Greta e Arianna ci concedemmo qualche secondo per fare qualche battuta, ma fummo subito interrotte dalla scenata che Luke stava facendo. Fortunatamente solo le persone vicino a lui si voltarono a guardare, perchè la sua voce era coperta dalla musica alta.
"Ma che ti prende!" stava urlando Federica dopo che Luke ebbe spinto a terra.
"Che mi prende? Ti stava guardando nella scollatura!"
"Wow!" esclamò lei "Mi sorprende che tu l'abbia notato, dato che non mi hai considerata per tutta la serata! Non mi presenti nemmeno come la ragazza!"
"Che ti importa di come ti presento!"
"Mi importa!" lei sbatté un piede a terra, furiosa "Ma a te evidentemente no, dato che chiedi di ballare ad altre ragazze!"
"È questo il problema? Se vuoi ballare, balliamo!"
La voce di Federica si alzava sempre di più "Non voglio ballare con te, ora!"
Luke la guardò infastidito e indicò l'uscita con un gesto plateale "Se non ti stai divertendo, sei libera di andare!"
"Sai, penso proprio che me ne andrò" incrocio le braccia al petto e il suo sguardo diventò di ghiaccio "Ma quando verrai a chiedermi scusa, non ti aprirò la porta" a queste parole, Luke indietreggiò appena, come se Federica gli avesse tirato uno schiaffo.
Lei gli voltò le spalle prima che lui potesse replicare e si avviò svelta verso l'uscita, ritirando nervosa il proprio cappotto.
Mentre io e le altre prendevamo le nostre giacche, mormorai a Greta "Forse è il caso di chiamare Dylan"
Raggiungemmo Federica una volta fermata sul marciapiede, Greta si tenne in disparte per chiamare Dylan e dirgli di venirci a prendere.
A giudicare dalla smorfia sul suo viso, Federica si stava trattenendo dallo scoppiare a piangere in mezzo alla strada. Proprio per questo, evitammo di aprire bocca: una sola parola avrebbe potuto aprire i rubinetti.
Rimanemmo tutte e quattro in silenzio, in piedi sul marciapiedi per ben venti minuti, il tempo che impiegò Dylan per arrivare.
Federica si precipitò dentro l'auto non appena il ragazzo si fermò, noi la seguimmo a ruota e Dylan si diresse verso casa di Henry.
"Cosa è successo?" si azzardò a chiedere, Greta non gli aveva dato molte informazioni per telefono.
"Luke Williams è un bastardo" disse secca Greta "Ecco cosa è successo"
Dylan si voltò verso Federica, seduta sul sedile dietro di lui "Stai bene?"
Lei incrociò le braccia al petto e strinse ancora di più le labbra, Greta gli fece cenno di non parlare.
Io e Arianna ci scambiammo un'occhiata, ma nessuna delle due disse niente. In quel momento provavo anche io tanta rabbia nei confronti di Luke: si era comportato talmente male che il solo pensare a lui mi faceva venire voglia di rompere qualcosa, anche se in verità ero arrabbiata per come aveva fatto soffrire Federica, che di certo non meritava quell'umiliazione.
Vedere il volto di Henry mi calmò un po', così andai direttamente da lui una volta entrati in casa sua "Siete tornare presto" disse con una voce piatta "È successo qualcosa?"
"Io lo ammazzo!" esordì Federica, parlando per la prima volta da quando avevamo lasciato la festa in tutta fretta "È un viscido e uno stupido!" tutti noi rimanemmo in silenzio mentre lei andata verso uno dei due divani e prendeva la bottiglia di scotch sul tavolino, portandosela alle labbra e bevendo più di un sorso "Non può trattarmi così! Io sono la sua ragazza e non me lo sto inventando! Lui stesso me l'ha detto" bevve un altro sorso "Ma a quanto pare, sono la sua ragazza solo in privato, dato che non vuole far sapere ai suoi amici di essere impegnato" la bottiglia di scotch ormai era diventata sua "Ed io che volevo dargli la mia verginità, stasera!"
Dylan ed Henry si scambiarono un'occhiata, il primo si grattò la nuca ed il secondo incrociò le braccia, probabilmente non volevano ascoltare quel discorso, ma ebbero il buon senso di non interromperla. Lo scotch era finito, così Henry andò alla sua postazione di alcolici e prese un'altra bottiglia (non capii di che cosa) e gliela passò.
Federica l'afferrò immediatamente e iniziò a bere, poi però ci rinunciò e l'appoggiò sul tavolino di vetro, accanto alla bottiglia di scotch vuota "La cosa che più odio" aveva il viso rigato dalle lacrime "È che lo amo" la sua voce si ruppe e si lasciò cadere pesantemente sul divano, nascondendosi il viso tra le mani "Che stupida che sono stata"
Io e le ragazze ci avvicinammo, Greta e Arianna le si sedettero accanto, mentre io mi inginocchiai davanti a lei "Non sei stata una stupida" le disse Arianna, cingendole le spalle con un braccio.
"E non è per niente colpa tua" aggiunse Greta.
Le misi una mano sul ginocchio sinistro "Ehi" richiamai la sua attenzione "Non devi mai sentirti in colpa per amare qualcuno, anche se è uno stronzo come Luke Williams" lei alzò lo sguardo su di me "Quando ti innamori di una persona, non puoi farci niente, perchè non è qualcosa che possiamo controllare" per una volta anche io offrivo perle di saggezza "Ma sai che colpa ti attribuisco? Quella di lasciarti rovinare questa serata da Luke, perciò ora smetterai di deprimerti e ti divertirai, perchè è questo quello che ti meriti"
"E qui abbiamo alcol a volontà!" aggiunse Dylan, per sdrammatizzare la situazione.
Il suo intervento fece ridere Federica, seppur debolmente, che poi disse "Forza, divertiamoci"Circa due ore dopo, eravamo tutti così ubriachi che non sapevamo nemmeno che ora avessimo fatto. Continuavamo a ridere anche se nessuno aveva parlato, io mi sentivo leggera come una piuma, con la testa appoggiata sulla spalla di Henry, entrambi seduti sul pavimento con la schiena appoggiata al divano. Anche Arianna era seduta sul pavimento accanto a me, mentre Dylan era steso sul divano dietro di noi. Greta e Federica, invece, erano sull'altro divano: Greta era seduta composta, mentre Federica era stesa con la testa appoggiata sul grembo di Greta, in posizione fetale.
Non mi accorsi di essermi addormentata fino a quando non aprii gli occhi e vidi la luce del Sole. Mi raddrizzai togliendo la testa dalla spalla di Henry e osservai il resto del gruppo, che ancora dormiva: Arianna, seduta per terra, aveva la testa appoggiata sulla seduta del divano e la bocca spalancata, vidi persino un po' di saliva intorno ad un angolo della bocca. Cercando di non ridere per non svegliarla, andai alla ricerca del mio telefono per scattarle una foto. Vedendolo sul tavolino davanti a me, mi lanciai sul telefono dando per sbaglio un calcio ad Henry, svegliandolo "Ma che-"
"Shh!" lo zittì, scattando varie foto ad Arianna da più angolazioni.
Henry sbadigliò, poi si guardò intorno "Come ci siamo finiti per terra?"
"Non lo ricordo" ammisi "Però ci siamo divertiti" lanciai un'occhiata a Federica: sembrava così in pace, addormentata. Ero consapevole che la ferita causata da Luke non si poteva essere chiusa con una serata di svago, però speravo che per qualche ora avesse smesso di sentire il dolore che quell'uomo le aveva causato.
Mi strofinai gli occhi con le mani e sbadigliai, stiracchiandomi e stendendomi per terra, posando la testa sulle gambe di Henry.
Lui mi guardò dall'alto, sorridendomi "Sei molto attraente, dopo una sbronza"
"Ho mal di testa" gli sorrisi anche io "E se mi alzo, rischio di vomitare"
"Io sto benissimo"
"Davvero stai bene?" aggrottai appena le sopracciglia, sperando che cogliesse il vero significato della mia domanda.
Il suo sorriso si affievolì un po' "Sì, ora sto bene"
"Mi sei mancato"
"Ora sono tornato"
"Henry"
"Sì?"
"Devo chiederti una cosa, ma non sei costretto ad accettare"
"Non ho intenzione di fare un altro giro al museo delle cere"
Trattenni una risata "Non era quello che volevo chiederti"
"Menomale"
Gli diedi un piccolo pugno sul petto "I miei genitori e mia sorella saranno a Cambridge l'otto dicembre"
"D'accordo"
"D'accordo cosa?"
"Starò alla larga, per davvero questa volta"
"In realtà, vogliono incontrarti. Per conoscerti meglio" entrambi stavamo sussurrando, per non svegliare gli altri.
"Oh" assunse un'espressione sorpresa "Davvero vogliono incontrarmi?"
"Già"
"Allora verrò, uscirò prima dall'ufficio e vi raggiungerò a Cambridge"
"Non ti dà fastidio, vero?"
"Sono il CEO, entro ed esco quando voglio"
"Intendo..." strinsi le labbra e mi misi a sedere "Incontrare ufficialmente i miei genitori"
Henry mi sorrise e mi avvolse tra le sue braccia "Eve, sono felice di conoscere per bene i tuoi genitori. Soprattutto perchè ce ne vuole di forza, per crescere una persona incredibilmente fastidiosa come te e voglio complimentarmi con loro"
Sorrisi divertita e mi lasciai sfuggire una risata "Cretino"
Anche lui iniziò a ridacchiare "Scherzi a parte, li incontrerò con piacere"
Strinsi ancora di più il nostro abbraccio, posando la testa sulla sua spalla "Henry?"
"Dimmi"
"Disegniamo qualcosa sulle loro facce?" lanciai un'occhiata ai nostri amici, addormentati.
"Vado a prendere un pennarello"
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Le sfumature del tramonto
RomanceHenry ed Evelyn. Lui CEO di una delle società più importanti di Londra. Lei una studentessa italiana prossima ad entrare nella prestigiosa università di Cambridge. Due persone, due vite, due menti e due cuori, che verranno fusi da un sentimento fo...