Quella era una delle poche giornate soleggiate che avevamo vissuto a Cambridge dal nostro arrivo. Niente pioggia, niente cielo grigio. Solo il celeste e giusto qualche spruzzo di bianco.
Io e Federica stavamo tornando al nostro alloggio dopo la lezione di analisi matematica, le quattro erano passate da qualche minuto e la mia amica mi sembrava più giù del solito.
Prima che io potessi chiederle se andasse tutto bene, lei parlò "Eve?"
"Dimmi"
"Hai presente il fine settimana che hai passato via con Henry? In quella casa qui a Cambridge?" continuò poco dopo "In quei due giorni..." la sentii deglutire "Luke si è fatto sentire"
Mi fermai immediatamente e la bloccai per un braccio "Cosa?"
"Sì" annuii con un'espressione frustrata "Ero uscita per una passeggiata e lui mi ha chiamata al telefono"
Feci due calcoli "Ma sono passati quattro giorni!"
"Avevo bisogno di tempo per metabolizzare il tutto"
"E cosa ti ha detto?"
"Che gli interesso, forse devo aver acceso qualcosa in lui dopo quel messaggio. Che mossa stupida... Dovevo semplicemente ignorarlo, non alimentare il suo ego"
"Quello che gli hai scritto non avrebbe alimentato l'ego di nessuno, Fede"
"Lo so, ma lui ragiona in maniera abbastanza contorta"
Ricominciammo a camminare, mancavano circa sei minuti di cammino al nostro alloggio.
"E mi ha detto che ci vedremo"
"Tu hai detto di no?"
Lei si voltò verso di me "Non hai capito... Non me l'ha chiesto, mi ha semplicemente detto che accadrà"
"E sai quando accadrà?"
"Oggi"
"Oggi?!"
"Devo ancora dirlo ad Arianna e Greta" sospirò "Non credo di potermi rifiutare dall'incontrarlo"
"Se non vuoi, non devi farlo"
"È questo il problema!" Federica alzò la voce e alcuni studenti si voltarono verso di noi "Io voglio incontrarlo"
Potevo capirla, se le piaceva non poteva farci niente, non avevamo nessun diritto di incolparla solo perchè le piaceva qualcuno.
Anche se quel qualcuno era Luke Williams.
"Ehi!" cercai di cambiare argomento per sollevarla di morale "Pensa che oggi pomeriggio abbiamo il primo incontro del Johnian Entrepreneurs Club!" sorrisi.
"Mhm" Federica sorrise debolmente "Mi chiedo se ci daranno la possibilità di fare degli stage"
"Lo scopriremo oggi pomeriggio" feci una pausa "Federica, sei troppo dolce per lui"
"Voglio dargli una possibilità, anche se forse non se la merita"
"Stai attenta" avevo assunto un'espressione e un tono seri "E non fare niente che tu non voglia"
Lei annuì "Ricevuto"Quella sera Federica sembrava impazzita: aveva rivoltato il suo armadio in cerca di una camicia blu che le sembrava adatta per la serata.
Luke ancora non si era fatto sentire, ma era questione di minuti.
Mentre Arianna cercava di calmarla, andai un attimo nella mia stanza per telefonare ad Henry, per avere almeno cinque minuti di tranquillità.
Non rispose subito "Ciao"
"Ehi" mi sedetti sul letto "Non hai idea di cosa sto per raccontarti!"
Lo sentii sospirare "Evelyn, possiamo fare un'altra volta?"
"Oh, certo" corrugai la fronte "Va tutto bene?"
"Williams si è preso un giorno libero proprio quando avevo bisogno di lui" la sua voce era diventata dura "E qui c'è un sacco di lavoro da fare"
"Mhm" mi chiesi se fosse il caso di dirgli che Luke fosse a Cambridge, mi piaceva l'idea di Henry che si arrabbiava con Luke Williams.
"Ho cinque minuti" disse dopo una breve pausa "Cosa volevi dirmi?"
"Luke Williams è a Cambridge"
"Cosa?"
"Qui a Cambridge, deve vedere Federica"
"Lui-" si interruppe all'improvviso e sentii una voce femminile che gli diceva qualcosa "Sì, Crystal, arrivo... Sai dov'è Williams? A Cambridge! Noi qui dobbiamo prendere delle decisioni importanti e lui è a Cambridge!" Crystal doveva essere una delle sue segretarie.
Forse avrei dovuto lasciarlo lavorare "Henry, vai se devi"
"Ciao, Eve" sentirlo pronunciare il mio nome era sempre musica per le mie orecchie.
Henry chiuse in fretta la telefonata ed io ritornai da Federica, ancora alla ricerca della camicetta blu.
"So dov'è!" disse dopo circa cinque minuti "L'avevo prestata a Vicki!"
Greta sbuffò frustrata "E te lo ricordi solo ora?"
"Il suo alloggio è infondo al corridoio, vuoi che vada a chiedergliela?" proposi io.
Federica non esitò a rispondermi "Sì, per favore"
Senza aspettare, mi precipitai fuori e percorsi il corridoio, per poi arrivare davanti alla camera di Vicki, che alloggiava assieme ad una ragazza che studiava lettere.
Bussai alla porta e la sua compagna di stanza mi aprì "Chi sei?" mi chiese guardandomi con la fronte aggrottata.
"Un'amica di Vicki" le sorrisi "Devo parlarle un attimo"
La ragazza si spostò dalla porta e mi lasciò entrare, trovai Vicki seduta per terra davanti ad un tavolino cosparso di polvere bianca.
Non saltai subito alle conclusioni, ma quella situazione non lasciava molto spazio all'immaginazione.
"Ehi!" l'euforia di Vicki confermò solo ciò che pensavo "Che ci fai qui?"
Cercai di non darci troppo peso, alla fine non mi riguardava "A Federica serve la camicetta che ti ha prestato"
Vicki si alzò e andò nella sua camera, ritornando poco dopo "Eccola qui, l'ho lavata"
"Grazie" le feci un sorriso e portai l'indumento a Federica, che fu incredibilmente sollevata.
Mentre si vestiva, Luke la chiamò dicendole che era all'ingresso del campus "Okay" gli rispose Federica, chiudendo la chiamata e affrettandosi.
Alla fine io, Greta e Arianna rimanemmo sole nel nostro alloggio, facendo teorie su come sarebbe andato quell'appuntamento.
Mentre cenavamo con degli hamburger ordinati all'ultimo momento, raccontai loro ciò che avevo visto nella camera di Vicki.
"Lo sapevo già" disse Arianna mentre prendeva una patatina fritta "Le è caduto un piccolo sacchetto mentre andavamo a lezione"
Greta scosse la testa "Non è un paradosso? Studia medicina, ma fa qualcosa che è dannatamente pericoloso per la sua salute"
"È grande" feci io "Può fare quello che vuole, ma spero per lei che ne esca"
"Forse è solo una fase?" ipotizzò Greta "Sentite, io direi di smetterla di concentrarci sui problemi degli altri e pensare ai nostri"
Io e Arianna ci scambiammo un'occhiata "Cosa vuoi dirci?" le chiesi.
"Dylan mi ha detto che mi ama"
"Cosa?" io e Arianna parlammo contemporaneamente.
"Già"
"E perchè sarebbe un problema?" domandò Arianna, incrociando le braccia sul tavolo.
"Perchè io non gli ho risposto!" Greta si tenne la testa tra le mani "Lui stava guidando e con tutta la nonchalance del mondo mi ha detto Ti amo, Greta"
"Ma qualcosa l'avrai pur detta" insistetti.
"Ho detto guarda che bel panorama"
Né io né Arianna riuscimmo a mantenere un'espressione seria: scoppiammo a ridere come delle pazze.
Greta, invece, era più seria che mai "Non prendetemi in giro!"
"Greta" Arianna smise di ridere "Tu cosa provi per lui?"
"Mi piace, ma non credo di poter dire che è amore"
"Allora smettila di preoccuparti! Insomma, mi dispiace un po' per Dylan..." trattenni un sorrisetto divertito "Ma è meglio che tu non abbia detto niente, se non lo ami"
"È ancora troppo presto" aggiunse Greta "E a me non piace andare di fretta! Se devo dirglielo, lo voglio provare"
"Sono d'accordo con te!" le dissi con un sorriso.
"Tu e Henry ve lo siete detti?"
L'acqua che stavo bevendo mi andò di traverso ed iniziai a tossire "Cosa?" dissi tra un colpo di tosse e l'altro.
"Tu e Henry vi siete detti che vi amate?" ripeté Greta.
Corrugai la fronte "Tra me e Henry è... diverso. Le parole non sono importanti"
Arianna mi guardò scettica "In che senso?"
"Non dobbiamo dirci ciò che proviamo, non ce n'è bisogno"
Anche Greta non sembrava d'accordo "Ma tu lo ami?"
Se amavo Henry?
Non me l'ero mai chiesta, forse perchè la risposta era già dentro di me e non sentivo la necessità di pormi la domanda "Sì, lo amo"
Era la prima volta che lo ammettevo ad alta voce ed era una sensazione carica di sollievo: nonostante le parole non fossero importanti, era bello poter dare un nome ad un sentimento.
Entrambe le mie amiche accennarono un sorriso, poi Greta mi fece un'altra domanda "E lui ama te?"
"Mhm" arricciai le labbra, non sapendo bene cosa rispondere "Credo di sì" sospirai "Non ce lo siamo mai detti a vicenda"
La nostra conversazione improvvisamente profonda si interruppe quando la porta dell'alloggio si aprì: Federica era tornata.
"Sei tornata presto" le feci notare mentre lei entrava e si sedeva accanto a noi.
Lei scrollò le spalle e si lasciò cadere su una sedia, senza togliersi la giacca "Luke doveva tornare a Londra ed io domani mattina ho lezione"
"Come è andata?" le domandò Arianna, con un sorriso incoraggiante.
"Bene, credo" Federica aveva l'aria stanca "Stranamente, abbiamo parlato. È stato un po' stronzo a volte, ma si è controllato"
"Vi rivedrete?" chiese Greta.
"Penso di sì" Federica sbadigliò "Alla fine della serata mi ha baciata e poi ha detto a presto"
"Vi rivedrete" confermai, non sapendo se esserne felice o no "Quindi si è giocato bene la sua possibilità?"
"Non lo so, lo devo ancora decidere"
"Quindi la serata è andata bene" Arianna si rispose alla sua prima domanda.
"Sì, cioè..." Federica sospirò "Sono confusa, ho bisogno di dormirci su"
"Anche io ho sonno" fece Greta alzandosi.
Federica la imitò "Buonanotte, ragazze"
Una volta da sole, Arianna si rivolse a me con fare serio "Eve" allungò una mano e la posò sulla mia "Anche se alcune cose non hanno bisogno di essere dette, è comunque un sollievo sentirle"
Fissai la mia amica senza replicare, le sue parole mi avrebbero tenuta sveglia per tutta la notte.
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Le sfumature del tramonto
RomanceHenry ed Evelyn. Lui CEO di una delle società più importanti di Londra. Lei una studentessa italiana prossima ad entrare nella prestigiosa università di Cambridge. Due persone, due vite, due menti e due cuori, che verranno fusi da un sentimento fo...