Capitolo 51

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La settimana fortunatamente passò molto velocemente, man mano che ci avvicinavamo a venerdì pomeriggio, mi entusiasmavo sempre di più: i miei genitori e mia sorella sarebbero arrivati tra pochissimi giorni.
Io e Federica stavamo andando a lezione insieme quando Josie ci intercettò e ci fermò, sembrava andare di fretta, la sua pelle scura era imperlata di sudore "Ehi, ragazze!"
"Ciao" la salutai io sorridente "Tutto bene?"
"Sì! Cioè... Io e Lizzie vorremmo parlarvi, incluse Arianna e Greta. Scusate se ve lo dico così di fretta, ma sono in ritardo per la lezione e..." il suo telefono squillò "Oh, scusate, è il mio ragazzo. Non gli rispondo da ieri sera, credo di averlo fatto preoccupare... Oggi pomeriggio al nostro tavolo, alle cinque? Va bene?" rispose velocemente al telefono "Ehi, Caleb!" iniziò ad allontanarsi senza aspettarsi una risposta da parte nostra.
Io e Federica eravamo rimaste in piedi, con gli occhi sgranati e un'idea confusa su quello che fosse appena successo "Tu ci hai capito qualcosa?" mi chiese la mia amica.
"Oggi alle cinque al nostro tavolo nel parco, l'unica cosa che mi è chiara" scossi la testa divertita "Andiamo dai, o altrimenti anche noi arriveremo in ritardo, Smith non mi sopporta e non voglio peggiorare la situazione"
La lezione di due ore finì abbastanza in fretta, per fortuna. Smith ci ricordò di arrivare puntuali alla lezione di venerdì pomeriggio, lanciando un'occhiata fugace a me e a Federica.
"Antipatico" sussurrò Federica mentre uscivamo dall'imponente edificio, facendomi scoppiare a ridere.

Alle cinque io e le ragazze andammo nel parco vicino al nostro dormitorio, una grande area di studio all'aperto, dove c'erano alcuni tavoli muniti di panche dove sedersi comodamente. Non c'era nessuno a parte noi, dato che si gelava.
Arianna si sistemò i guanti di pile che si era comprata per combattere il freddo, mentre noi altre tenevamo le mani nelle tasche calde.
"Ma perchè vogliono vederci?" insistette Greta, impaziente.
"Non lo so" vidi l'aria uscire dalla mia bocca e condensarsi "Ma spero che si sbrighino, sto morendo di freddo"
Federica si alzò dalla panca "Eccole lì"
Josie e Lizzie ci raggiunsero "Ehi" ci salutò Lizzie, aveva dei paraorecchie rosa "Scusate se vi abbiamo fatto venire qui, ma volevamo essere sicure di non essere sentite da nessuno"
Greta inarcò un sopracciglio "Così ci fate preoccupare"
"Siamo preoccupate per Vicki" tagliò corto Josie, sempre molto diretta "Scusate se stamattina vi ho investite come un uragano, ma..."
"Andavi di fretta" conclusi io per lei "Tranquilla, ma perchè Vicki vi preoccupa?" un presentimento lo avevo, ma volevo aspettare che fossero loro a parlare.
Josie e Lizzie si scambiarono un'occhiata, poi Josie parlò "Ultimamente è molto esaltata"
Avevo capito cosa stava per dire.
"E non è proprio una cosa... Normale" si bloccò, ma continuò poco dopo "Fa uso di cocaina, da un bel po'"
Io e le mie amiche rimanemmo in silenzio, lo sapevamo già: ero entrata dentro il suo alloggio e l'avevo colta in flagrante, raccontandolo subito dopo alle mie amiche.
"Non mi sembrate sorprese" notò Lizzie.
"Lo sapevamo" spiegò Federica "Eve l'ha vista"
Improvvisamente mi sentii colpevole di non so quale delitto.
"Ah" Josie si rabbuiò "È peggiorata, non ne può fare a meno. Lei sostiene di star bene, ma abbiamo notato dei cambiamenti in lei"
"È più irascibile e lunatica, a volte fa quasi paura" intervenne Lizzie "Le vogliamo bene, per questo ve ne stiamo parlando"
"Cosa dovremmo fare?" domandò Greta, scettica.
Josie spostò i suoi occhi scuri su ognuna di noi "Secondo voi come potremmo aiutarla?"
"Non abbiamo molta esperienza in questo" precisò Arianna "Ma so che è difficile smettere, è evidente che lei ne sia diventata dipendente"
Non mi veniva in mente niente che potesse aiutare Vicki, così rimasi in silenzio ad ascoltare le altre.
"Dovremmo starle vicino" propose Federica "E cercare di farle capire che ci sono altri modi per... Uhm... sentirsi felice"
"Facile a dirsi" Lizzie si sedette sulla panca più vicina, esasperata "All'inizio pensavamo che fosse una fase e... Dio! Come siamo state stupide!" si rivolse direttamente a Josie "Avremmo dovuto aiutarla fin dal principio, non ignorare il problema sperando che sparisse"
"Io non ho idea di come ci si comporti con una drogata!" Josie iniziò ad alzare la voce, fortunatamente non c'era nessuno intorno a noi.
"Non chiamarla così" sibilò Lizzie, andando verso di lei.
"Ragazze!" io trattenni Josie e Arianna bloccò Lizzie per il polso "Litigare non aiuterà Vicki"
"Giusto, giusto" Josie scrollò la testa "Scusate, non dovevamo darvi questo fardello"
Federica l'abbracciò "Ma no! Avete fatto bene a dircelo, non potevate portare da sole questo peso"
Il telefono nella tasca posteriore dei miei jeans iniziò a vibrare: era Henry, ma non era il caso di rispondergli.
"Anche noi siamo amiche di Vicki" feci "E vogliamo aiutarla"
"Infatti!" concordò Arianna, seguita da Greta e Federica.
Dato che Josie e Lizzie sembravano sull'orlo di un pianto, ci stringemmo in un abbraccio di gruppo, ma nel frattempo mi chiesi come diavolo avremmo fatto a risolvere quel problema.

Le sfumature del tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora