Capitolo 20

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Quel giovedì pomeriggio avevamo deciso di fare un'escursione al mare, dato che per il giorno successivo non dovevamo studiare per alcuna verifica o interrogazione.
Tutti e otto andammo nelle macchine di Cosimo e Sam, dividendoci in due gruppi da quattro. Io, Arianna e Alessio andammo nell'auto di Cosimo, mentre gli altri erano nell'auto di Sam.
Era il diciassette maggio, ma faceva un caldo bestiale, tuttavia non c'eravamo portati dietro degli ombrelloni, ma solo degli asciugamani e una palla.
Abbassammo tutti i finestrini e lasciai che il vento mi investisse il viso. Iniziai a ridere mentre mettevo il braccio sinistro fuori dall'auto, permettendo al vento di toccarmi. Mi sentivo così spensierata e felice.
Alla radio stavano dando una canzone dei Beatles e iniziai a muovere la testa a ritmo, con i capelli legati che mi solleticavano il collo.
Sam, che guidava la macchina dietro di noi, ci superò suonando il clacson e urlandoci dal finestrino "Muovetevi, lumache!"
Per fortuna che la strada era deserta.
"Lumaca sarai tu!" gli gridò Arianna mettendo la testa fuori dal finestrino, la sua voce si disperse nel vento.
"È da più di un'ora che guido, quanto manca?" chiese Cosimo concentrato sulla strada.
"Arriveremo tra un paio di minuti" Alessio stava controllando la mappa sul suo telefono.
"Sono felice di non essere in quell'auto con Sam" commentò Cosimo ridendo "È un inguaribile spericolato"
"Ma è divertente!" intervenni, smettendo di muovere la testa a ritmo della canzone, che era finita "Non appena arriviamo, mi butto in acqua"
"L'anno scorso non faceva così caldo a maggio" fece Arianna.
Scrollai le spalle e mi sistemai gli occhiali da sole, tartarugati marroni e a forma di un esagono stretto, sul naso.
Quando arrivammo, ci catapultammo fuori dalle macchine e andammo subito a sistemare gli asciugamani sulla spiaggia pubblica di Venezia che avevamo scelto. Era stranamente deserta, se non per qualche altro gruppo molto lontano da noi.
"Ci tuffiamo insieme?" propose Federica mentre si toglieva con calma i pantaloncini e la maglietta.
I ragazzi erano già pronti per tuffarsi, ma loro si erano tolti solo la maglietta "Sei troppo lenta a spogliarti, mi dispiace!" Alessio fu il primo a buttarsi, seguito dagli altri.
Io e Arianna ci eravamo spogliate abbastanza velocemente e mentre aspettavamo Federica e Greta, riponemmo nei nostri zaini gli occhiali da sole, i pantaloncini e le magliette.
Quando tutte e quattro fummo pronte, andammo anche noi in acqua, lasciando che la freschezza del mare avesse un effetto benefico su di noi che stavamo morendo di caldo.
"Che bellezza" commentò Greta "E che quiete"
"Forse troppa" replicò Sam prima di buttarsi addosso a Greta per farla andare sott'acqua.
"All'attacco!" gridò Cosimo e pochi attimi dopo iniziammo ad annegarci a vicenda, ma era Sam la vittima scelta da tutti.
Sette contro uno, ce la facemmo senza troppi problemi, anche se Sam ad un certo punto tirò involontariamente un calcio a Mario, il quale mollò la presa.
Ridemmo fino a quando non ci fece male la pancia, poi nuotammo un po' per andare dove l'acqua era più profonda.
"Fateci fare dei tuffi!" gridò Arianna tutta entusiasta aggrappandosi a Mario, il quale andò sott'acqua per permetterle di sedersi sulle sue spalle.
Alessio fece altrettanto con Federica, Sam con Greta e Cosimo con me.
I quattro ragazzi erano tutti alti circa un metro e ottanta e di conseguenza noi tutte eravamo abbastanza in alto. Camminarono con noi sulle loro spalle in un punto in cui l'acqua era più alta. A loro arrivava alla base del collo, a noi sarebbe sicuramente arrivata alla testa e avremmo toccato con le punte.
"Qui va bene" fece Mario "Così non vi fate male"
Contarono fino al tre e poi ci fecero volare in aria, toccammo la superficie dell'acqua dopo qualche secondo. Quando riemersi, i capelli erano tutti davanti agli occhi e me li sistemai per vederci qualcosa.
"Di nuovo!" fece Federica riemergendo dall'acqua, sputandone un po'.
Lo rifacemmo e poi iniziammo a chiacchierare spensieratamente, fino a quando non decidemmo di uscire dall'acqua per fare una partita ad Uno.
Ci sedemmo sugli asciugamani mettendo lo zaino di Sam al centro, usando il retro piatto come tavolino. Mi sistemai gli occhiali da sole sulla testa per fermare i capelli.
"Che ore sono?" chiese Alessio prima di iniziare la partita.
Controllai il telefono "Le cinque e mezza precise"
"Chi dà le carte?" fece poi Mario.
Sam era già pronto a rispondere "Io!"
"No!" anche Greta era pronta ad intervenire "Tu bari, ecco perchè vinci sempre"
"Devi accettare che io sono il più bravo"
"No" mi intromisi "Tu bari"
"Che palle" sbuffò e poi facemmo dare le carte a Mario.

Le sfumature del tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora