Capitolo 40

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Fu il rumore del temporale a svegliarmi. Henry stava dormendo profondamente e tranquillamente accanto a me, i tuoni non parevano turbarlo. Mentre mi rigiravo nel letto, feci mente locale su che giorno fosse e il mio primo pensiero andò al treno che io e le mie amiche dovevamo prendere.
Il treno, alle otto.
Per quanto avevo dormito? Possibile che mi fossi svegliata in tempo?
Sul comodino accanto ad Henry c'era il suo orologio da polso, così mi protesi verso di esso finendo addosso all'uomo che ancora dormiva.
"Ma che-" Henry strizzò gli occhi e alzò la testa "Che fai?"
L'orologio segnava le nove e mezza "Merda" mormorai, chiudendo gli occhi per fare un bel respiro. Mi rimisi seduta nella mia parte del letto, ma poco dopo caddi di nuovo su di esso "Abbiamo perso il treno per Cambridge"
Henry si strofinò il viso con una mano "E allora? Chiamo Arthur e vi faccio accompagnare da lui"
Mi voltai verso di lui "Alla stazione?"
"A Cambridge...Non sei molto perspicace appena sveglia" mi sorrise sghembo e si mise a sedere, appoggiando la schiena alla testiera del letto.
Gli sorrisi, felice di aver risolto in fretta il problema, e mi buttai nuovamente su di lui, abbracciandolo "Grazie"
Dopo alcuni minuti  di baci e carezze, trovai la forza di alzarmi e recuperare i miei vestiti che erano finiti per terra. Mandai un messaggio alle mie amiche, dicendo loro di non preoccuparsi del treno e di incontrarci nella hall. Stranamente, erano tutte già sveglie.
Sia io che Henry ci rivestimmo e fummo pronti in dieci minuti.
Ogni tanto mi prendevo alcuni momenti per osservare Henry e la mia mente continuava ad andare alla notte precedente e alla sua confessione.
Quella sua parte affranta sembrava quasi un ricordo, vedendolo così sereno. Forse era solo bravo a nasconderlo, o forse si era pentito di avermelo detto. Scartai l'ultima ipotesi, non volevo crearmi problemi inesistenti.
Io e lui stavamo insieme, perciò avevo il diritto di chiedergli come stesse "Henry?"
"Mhm"
"Tutto bene?"
Alzò gli occhi dal telefono e mi guardò, questa volta più serio "Sì, tutto bene"
Era chiaro che continuasse a soffrire, una conversazione notturna non avrebbe eliminato il suo tormento, ma poteva alleviarlo. Speravo che fosse così.
Henry cambiò discorso "Arthur vi sta aspettando fuori dall'hotel"
"D'accordo" recuperai la borsetta nera nell'angolo vicino alla porta "Lavori oggi?"
"Lavoro sempre, Eve"
Roteai gli occhi mentre aprivo la porta  "Esagerato, devi trovare il tempo per venire a Cambridge"
"È un ordine?" alzò il colletto della camicia per sistemarsi la cravatta.
"Più un suggerimento" gli feci un occhiolino "Ciao"
Mi sorrise "Ciao"
Uscii dalla stanza di quell'albergo, giusto in tempo per vedere Luke Williams che usciva dalla stanza accanto, baciando sulla soglia della porta una ragazza e dandole una piccola pacca sul sedere.
La sera precedente l'aveva passata a baciare Federica, ma a quanto pare la notte l'aveva trascorsa con un'altra persona.
Non riuscii a trattenere l'espressione disgustata che mi era spuntata dal viso e andai dritta verso l'ascensore, sfortunatamente anche Luke fece la stessa cosa.
Mi lanciò un'occhiata, ma non ero in grado di dire se mi avesse riconosciuta o no: a quanto pare era una persona molto frivola e sperai con tutta me stessa che Federica lo lasciasse perdere.
Non parlammo per tutto il tempo, ma quando l'ascensore si aprì al piano terra, mi fece un sorrisetto dicendo  "Salutami la tua amica" ed andò via.
Avevo il voltastomaco.
Raggiunsi le mie amiche a passo svelto, tutte e tre mi aspettavano davanti all'uscita "Siete pronte?" domandai "L'autista di Henry è qui fuori"
"Anch'io voglio un'autista" commentò Arianna mentre raggiungevamo Arthur.
"Devi essere ricca, prima" le rispose Greta.
Tre di noi si sedettero sui sedili posteriori, mentre Arianna si sedette sul sedile alla sinistra del guidatore.
"Che serata" commentò la nostra amica accanto ad Arthur "Dylan farà altre feste così, vero?"
Scrollai le spalle "Probabilmente, conoscendolo"
Federica diede una gomitata a Greta "Lei ci terrà aggiornata"
Arianna rise ed io corrugai la fronte "In che senso?"
"Ah, Eve! Tu ed Henry siete spariti per una bella frittata, ma la festa ha continuato ad andare avanti"
Greta sbuffò "Ancora con questa storia? Ho detto che non è stato niente"
Sgranai gli occhi "Cosa non è stato niente? Sono curiosa!"
"Greta ha baciato Dylan!" Arianna ruppe la suspense "E ora fa finta di niente"
"Ero mezza ubriaca e lui non la smetteva di parlare!" si difese la finta bionda "Sapete cosa? Ora lo chiamo e gli dico di dimenticarselo"
"Hai anche il suo numero!" scherzai "Forza, chiamalo"
"Io vi ammazzo" Greta prese il telefono e cercò Dylan tra i numeri salvati "Pronto? Dylan, sono Greta. Sì... Appunto, ti chiamo per quello. No, hai frainteso. Smettila... Dio, come sei stressante, quel bacio è stato un errore"
Ci fu una lunga pausa in cui Greta stette ad ascoltare Dylan con un'espressione corrucciata, sembrava che stesse riflettendo. Il rumore della pioggia sovrastava tutto.
"Okay" disse infine "Accetto, ma io non verrò fino a Londra"
La fissammo curiose: cosa aveva accettato?
"Va bene" Greta chiuse la telefonata e arricciò le labbra, senza dirci niente.
"Beh?" insistette Arianna "Che ha detto?"
"Usciamo stasera, verrà lui a Cambridge. Ci incontreremo fuori dal dormitorio" poco dopo si premette la mano contro la fronte "Oh, cazzo! Perchè ho accettato?"
"Ma che ha detto di preciso?" le chiesi protendendomi verso di lei.
"Ha detto di accettare un appuntamento con lui. Se dopo stasera non cambierò idea, allora smetterà di andarmi dietro"
"Non mi sembra una cattiva idea" intervenne Arianna "Ora bisogna vedere come si giocherà la sua unica possibilità"
"Basta parlare di Dylan" Greta agitò la mano nell'aria "Federica è l'altra che si è data alla pazza gioia"
"Non userei quel termine" Federica ridacchiò "Ma è stato un primo bacio fantastico!"
Quella sensazione di fastidio allo stomaco ritornò e, per il bene che volevo alla mia amica, non mi trattenni "Io lo lascerei perdere, Fede"
Lei si voltò verso di me, con uno sguardo confuso "Perchè?"
"Mhm" cercai le parole adatte, ma non ero sicura che esistessero "Stamattina l'ho visto uscire da una stanza" dissi molto piano "Mentre baciava una ragazza"
Vidi qualcosa spezzarsi negli occhi di Federica e mi odiai, però volevo che sapesse la verità. Lei era una ragazza che si meritava qualcuno migliore di Luke Williams.
"Ah..." Federica abbassò lo sguardo e i suoi occhi si riempirono di rammarico "Dovevo immaginarlo" scosse la testa, poi accennò una risata che fungeva da maschera per il suo stato d'animo "Che sciocca"
Le misi il mio braccio sinistro attorno alle spalle "Sei dolce, non sciocca"
Per tutto il viaggio di ritorno, Federica non disse più una parola.

Le sfumature del tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora