I giorni dopo il funerale di Rose furono molto frenetici: alcuni esami si avvicinavano e lo studio divenne sempre più intenso. D'altronde, non avevo nemmeno avuto tante distrazioni: da parte di Henry c'era un silenzio radar: non si era fatto sentire ed io non l'avevo chiamato. Ero disposta a dargli tutto il tempo di cui aveva bisogno, ma iniziavo a preoccuparmi.
Un pomeriggio che Luke venne qui a Cambridge, gli chiesi se Henry fosse tornato a lavoro.
"Sì, ed è più instancabile di prima. Non si ferma un secondo e rimane fino alla sera tardi" mi aveva risposto lui, rassicurandomi che stesse bene. I due non andavano ancora molto d'accordo, ma dopo essersi scusati a vicenda per il comportamento di quell'uscita a quattro, le cose sembravano migliorare. Per lo meno, si sforzavano.
Quel pomeriggio, comunque, rinunciammo momentaneamente allo studio per la felicità di Arianna: Michael era passato circa un'oretta prima, chiedendo alla nostra amica se avesse qualcosa da fare.
Sentendo la risposta di lei "Devo studiare", Michael aveva inarcato un sopracciglio e fatto un sorriso storto, dandole un bacio e promettendole di comprarle la cena ad una condizione "Vieni a fare il tifo per me, io e i ragazzi ci siamo divisi per fare un'amichevole, una cosa informale, ma vorrei che tu venissi"
Arianna aveva chiuso i libri in meno di un secondo, estendendo l'invito a tutte noi. Dato che avevamo passato le ultime sere a studiare, un po' di svago ci avrebbe fatto bene. Michael non parve scocciato che anche noi ci unissimo, ma neanche troppo entusiasta.
La palestra non era affollata come l'ultima volta in cui c'eravamo state, però c'erano abbastanza persone: intravedemmo Lizzie e Josie sedute sugli spalti, assieme ad altre ragazze e un paio di ragazzi. Arianna notò con dispiacere che anche Cassie era presente, con tutto il suo gruppo, e le lanciava occhiate velenose, sguardi che Arianna e tutte noi ignorammo.
Michael ci venne incontro e baciò Arianna, per poi fare un cenno di saluto a noi altre. Shawn ci raggiunse poco dopo e ci salutò tutte, lanciando un sorriso più raggiante a Greta.
Dopo aver salutato tutti, ci sedemmo accanto a Lizzie e a Josie, che nel frattempo stavano studiando da dei raccoglitori che avevano aperto sulle loro ginocchia.
"Dov'è Vicki?" chiesi guardandomi attorno.
Lizzie scrollò le spalle "Ieri notte ha avuto la brillante idea di farsi una corsa in pantaloncini e canottiera, ora ha la febbre alta"
Federica ridacchiò "Ma come l'è venuta questa idea?"
Josie sospirò "Ma chi lo sa, almeno così se ne sta tranquilla a letto"
"Ottimo punto" fece Greta guardando i ragazzi sul campo, che si stavano dividendo in due squadre e si stringevano la mano a vicenda.
Arianna, invece, si mise a guardare solo Michael "È così bello..." si lasciò scappare con un sospiro ammaliato.
Le diedi una gomitata divertita "Ed è tutto tuo!" e Arianna ridacchiò assieme a me.
Federica controllava il telefono ogni cinque minuti, aspettando un messaggio da parte di Luke. Tra qualche giorno, il ventisei di novembre, Luke avrebbe compiuto venticinque anni e aveva organizzato una festa in uno dei locali più esclusivi nel centro di Londra, prenotando l'intero locale per il suo compleanno. Aveva invitato tutte e quattro e, dato che era un occasione per svagarsi un po', avevamo accettato tutte. Siccome Luke aveva detto a Federica che potevamo portare qualcuno, se volevamo, Greta aveva chiesto a Dylan di venire e di farci da taxi per la serata, lui aveva accettato benevolente. Tramite Federica, sapevo che Luke aveva invitato Henry, ma lui aveva declinato l'invito.
Le mie mani iniziarono a prudermi e fui tentata dal prendere il telefono e chiamarlo, ma Arianna mi bloccò parlandomi d'altro "Devo dirti una cosa! Io e Greta abbiamo rimandato in questi giorni per quello che era successo ad Henry, ma ora dobbiamo parlare"
Aggrottai le sopracciglia "Sembra urgente"
"Hai presente la serata di beneficienza che il nostro club sta organizzando per il ventuno dicembre?" fece Greta, e Josie e Lizzie si avvicinarono per sentire "Quella dove chi vorrà e sarà selezionato potrà esibirsi"
"Certo" annuii "Avete bisogno di aiuto con le selezioni?"
"Veramente..." Arianna lanciò un'occhiata complice a Greta "Volevamo dirti che ti abbiamo inserita nella lista di chi si esibirà"
"Cosa?!" esclamai ad alta voce "Perchè?"
Greta scrollò le spalle "Perchè sei brava a cantare e a suonare la chitarra, abbiamo fatto vedere il video di te che canti al Valerie's e tutto il club ha detto che potevi anche non fare le selezioni, sei già nella lista"
Mi strofinai il viso con le mani "Quindi credo di non avere altra scelta"
"No, non ce l'hai" Greta mi sorrise divertita "Andrai alla grande, puoi scegliere qualsiasi canzone tu voglia"
Non ero sicura di come mi sentissi al riguardo: elettrizzata, forse, ma anche un po' nervosa; comunque mancavano ancora molte settimane, c'era tempo per pensarci e preoccuparsi. Il pensiero di suonare davanti a così tante persone, però, mi faceva venire il mal di stomaco.
La nostra conversazione fu interrotta dalle grida dei ragazzi sul campo di basket, che iniziarono a giocare. A differenza dell'altra volta, non seguii con attenzione la partita: i miei pensieri oscillavano tra Henry e l'eventuale canzone della mia esibizione.
Dopo non si sa quanto tempo, i ragazzi fecero una pausa e Michael corse da noi tutto sudato, rivolgendosi ad Arianna "Ti stai divertendo?"
"A guardarti sudare mentre io sto comodamente seduta qui? Sì, mi diverto molto" si sporse verso di lui e gli stampò un bacio sulle labbra, prima che lui tornasse dagli altri.
In quel momento il mio cellulare iniziò a squillare e per poco non mi scivolò dalle mani quando vidi chi era.
"Torno subito" feci alle mie amiche, scendendo dagli spalti e uscendo dalla palestra per cercare un po' di silenzio per parlare.
"Ciao" risposi, sistemandomi vicino all'ingresso della palestra.
"Ciao" la voce di Henry non era calorosa come sempre, ma almeno questa volta mi stava parlando, poi dopo circa cinque secondi di silenzio, aggiunse "Sto bene, so che vuoi chiedermelo"
Sospirai, in effetti volevo domandarglielo, ma temevo la sua reazione "Mi fa piacere sentirlo" gli risposi "Dove sei?"
"A lavoro, non ho molto tempo per parlare, ma ci tenevo a ringraziarti"
"Ringraziarmi?" non avevo fatto assolutamente niente in quei giorni e mi sentivo persino in colpa per questo, come poteva ringraziarmi?
"Sì, Evelyn" si schiarì la voce "So che sono stato duro con te e con tutti gli altri" se chiudevo gli occhi, riuscivo a vedere la sua espressione accigliata "Ma sappi che ho apprezzato molto il tuo lasciarmi spazio, ne avevo davvero bisogno"
Quindi mi stava ringraziando perchè non ero corsa da lui cercando di farlo stare meglio.
"Io..." arricciai le labbra "In realtà è stato Dylan a dirmi di lasciar stare, io volevo venire da te"
Fece una risata priva di allegria "Lo avevo immaginato, ma grazie per averlo ascoltato"
"Sei sicuro di star bene?" azzardai a chiedere, cercando di reprimere la mia voglia di correre da lui e abbracciarlo fino a farlo soffocare.
Aspettò prima di rispondermi "No" perlomeno era sincero "Ma so che starò bene, desidero solo che nessuno mi faccia pressioni"
"D'accordo" mi morsi il labbro inferiore, cercando di misurare le mie parole "Voglio solo che tu sappia che io ci sono per te e..."
"Lo so" tagliò corto lui, per poi riprendere "Io non ti do per scontata, Evelyn. È solo che non mi piace avere gente intorno in determinate situazioni"
"Capisco" risposi, non sapendo cos'altro dire.
"Devo andare, ora"
Inspirai ed espirai profondamente "Va bene"
"Eve" fece una pausa "Grazie per essere come sei"
Aggrottai le sopracciglia, frustrata per non averlo lì davanti a me. Prima che potessi replicare, lui chiuse la telefonata e il mio sospiro si perse nel vento.
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Le sfumature del tramonto
RomanceHenry ed Evelyn. Lui CEO di una delle società più importanti di Londra. Lei una studentessa italiana prossima ad entrare nella prestigiosa università di Cambridge. Due persone, due vite, due menti e due cuori, che verranno fusi da un sentimento fo...