Capitolo 31

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Il treno per Napoli sarebbe partito alle quindici in punto, ma Sam voleva che fossimo alla stazione alle quattordici.
Erano le tredici e venti ed io ancora non avevo finito la valigia. Avrei dovuta farla il giorno prima, ma avevo rimandato la cosa al giorno dopo per passare un pomeriggio assieme ai miei amici.
In realtà tutto il necessario era là dentro, ma continuavo a togliere e ad aggiungere vestiti, indecisa su quali portare. A ferragosto avremmo fatto il bagno a mezzanotte, ma non sapevo se saremmo poi andati ad una festa o no. Siccome i vestiti estivi erano più sottili di quelli invernali, abbondai mettendo più cambi d'abito rispetto ai giorni in cui saremmo stati lì.
Tuttavia, la valigia pareva non chiudersi, così mi ci sedetti sopra proprio mentre il mio telefono iniziò a squillare "Pronto?" dissi con fatica mentre provavo a muovere la cerniera.
"Ciao" la voce di Henry mi fece perdere tutta la forza con la quale stavo chiudendo la valigia.
"Oh, ciao. Come stai?"
"Provo a non uccidere i miei dipendenti, tu?"
"Provo a non rompere una valigia"
"Stai tornando a Verona?"
"Sto per partire, in realtà" ripresi a cercare di chiudere la valigia "Sam ci ha regalato un ferragosto a Capri"
"Capri?" lo sentii dire quasi confuso, o forse sorpreso.
"Sì, Capri... L'isola nel Golfo di Napoli"
"So dov'è"
Guardai l'orologio appeso al muro: le tredici e trenta, dovevo assolutamente muovermi "Ehi?" feci dopo alcuni attimi di silenzio "Sei ancora lì?" forse il segnale non andava bene.
"Anche io devo andare a Capri"
Finalmente riuscii a chiudere la valigia e così rilassai i muscoli, rimanendoci seduta sopra "Ah" ora ero io quella sorpresa "Quando?"
"Il dodici"
Il dodici.
Saremmo stati a Capri più o meno nello stesso periodo "Ah" ripetei.
"Mhm"
Il suo viaggio a Capri doveva essere quello a cui mi aveva accennato al ballo: mi aveva detto che il suo amico Chris Bisset doveva partecipare ad un concerto e che aveva invitato Henry e i suoi amici a partire con lui.
Chris Bisset avrebbe suonato al concerto del quattordici agosto, Sam e gli altri volevano andarci ma, siccome era stato un viaggio organizzato all'ultimo, non avevamo trovato i biglietti.
"C'è una possibilità di incontrarci, allora"
"Già" non mi sembrava molto contento, ma era difficile dirlo senza guardalo in faccia "Ci incontreremo sicuramente"
In realtà nemmeno io ero sicura di esserne contenta: non ne ero contrariata, ma nemmeno contenta.
Erano passati altri cinque minuti ed io ero definitivamente in ritardo.
"Devo andare ora"
"Ci vediamo"
"A Capri, sicuramente"
"A Capri"

Arrivai alla stazione dei treni con il taxi e, una volta scesa, corsi per andare incontro ai miei amici; alla fine non ero poi così in ritardo.
Non appena li raggiunsi, mi piegai appoggiando le mani sulle ginocchia per prendere fiato e provai a formulare una frase "Henry..." avevo l'affanno "Henry... verrà a Capri Con i suoi amici"
Dopo aver detto l'essenziale, inspirai rumorosamente e mi appoggiai ad Arianna "Davvero?" chiese Federica sistemandosi gli occhiali da sole.
"Me l'ha detto per telefono stamattina"
Sam fece un sorriso malizioso "È una bella notizia!"
Cosimo mi osservò "Non sembri entusiasta"
Gli lanciai uno sguardo "È che non me l'aspettavo e non so come comportarmi"
"Come non sai come comportarti?" fece Alessio "Ormai è chiaro che state insieme, no?"
"Perchè ci sono anche i suoi amici?" domandò Greta centrando appieno il punto.
"Se si comporta diversamente con te solo perchè ci sono gli amici" iniziò a dire Arianna, ma Federica finì per lei la frase "Io lo lascerei perdere"
Scrollai le spalle e cambiai argomento "Pensiamo alle feste grandiose che ci aspettano"

Una volta arrivati a Napoli, prendemmo un traghetto che ci portò a Capri. Sam ci guidò col navigatore del cellulare fino alla casa che il padre aveva affittato.
La casa in questione era abbastanza grande e c'erano otto piccole camere da letto, pienamente sufficienti per noi che eravamo solo in sette.
Si sentiva la mancanza di Mario e, per fargli sapere che lo pensavamo, tutti insieme gli mandammo un messaggio vocale dicendoglielo.
Il salone, la cucina e la sala da pranzo erano un unico ambiente enorme, inoltre la casa era circondata da vetrate per far entrare la luce naturale, ma al momento l'unica luce era quella riflessa della Luna e dei pali sulla strada.
Il giorno dopo ci svegliammo tutti tardi, forse erano le dieci, e dopo esserci preparati andammo tutti in spiaggia, prendendo i due ombrelloni e le sei sdraio che avevamo trovato dentro la casa.
Sam voleva prenotare dei posti alla spiaggia privata, ma, sempre perchè ci eravamo organizzati tardi, tutti i posti erano presi e alla fine andammo in quella pubblica.
A dividere la pubblica dalla privata c'era una staccionata alta di legno scuro, noi ci mettemmo accanto ad essa, così, diceva Sam, sarebbe stato come essere alla spiaggia privata.
Ci fermammo in un negozietto per prendere un pallone e poi prendemmo posto in spiaggia. I ragazzi fissarono gli ombrelloni mentre noi ragazze sistemammo le sdraio.
Ci spogliammo e mettemmo i vestiti negli zaini, appoggiai sotto l'ombrellone, per poi correre in acqua e farci un bagno.
La spiaggia era, ovviamente, stracolma di gente, così come l'acqua. Quel giorno faceva davvero molto caldo. Mentre eravamo in acqua, prendemmo il pallone e facemmo la nostra solita partita a pallavolo, che consisteva in una serie di passaggi con noi disposti a cerchio.
Ad un certo punto Sam fece un palleggio così forte che il pallone andò a finire sulla spiaggia, così Greta uscì dall'acqua per andare a riprenderlo. Non si era accorta, però, che era finito ai piedi di un bagnino.
"E che palle" commentò Alessio mettendo le mani sui fianchi "Ora vedi che anche lei ha la tresca col bagnino?"
Scoppiai a ridere "Così si diverte un po'"
"Ma che hanno i bagnini di tanto speciale?" fece Federica.
"La vera domanda è" intervenne Sam "Perchè tutti quelli che incontriamo noi hanno gli addominali?"
"Perchè ce la meritiamo un po' di fortuna" scherzai io.
Arianna fece un pollice in su "Mi sembra giusto"
Cosimo si rivolse a lei "Tu hai già dato in Grecia"
"Sta tornando Greta" ci annunciò Federica.
"Greta!" Sam le sorrise "Stai facendo amicizie?"
Greta roteò gli occhi "Ci ho fatto solo una chiacchierata"
"Sì, sì" la guardai divertita "Inizia sempre così"
"Confermo per esperienza" disse Arianna.
Greta le lanciò la palla e la fece cadere in acqua, dando ufficialmente il via al nostro solito gioco in cui fingevamo di affogarci a vicenda.
Io, dentro di me, cercavo di ignorare il fatto che il giorno dopo sarebbe stato il dodici.


Le sfumature del tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora