Capitolo 30

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I due giorni seguenti li passai quasi in compagnia di mia cugina Alice, che mi fece vedere i suoi amici e mi fece fare il giro del suo paese, nonostante lo conoscessi già. Si aggiunsero anche i sue due fratelli e mia sorella, il che rese il tutto ancora più divertente.
Io e Christian camminavamo praticamente abbracciati, non ci vedevamo molto spesso quando venivo in Puglia, perchè era sempre preso dallo studio. Voleva avere sempre un atteggiamento da duro, ma con me si scioglieva sempre. Mentre passeggiavamo Christian mi fece vedere la foto della fidanzata che si era trovato a Roma, la città in cui andava all'università.
Davide camminava dietro di noi, chiacchierando sommessamente con Jenna, ma non appena Alice provò ad inserirsi nella conversazione, lui si zittì subito.
"Domani parti" disse tristemente Alice sulla strada di casa "Non puoi rimanere un altro po'?"
"Non posso"" le dissi "Però tornerò presto!"
Non che non mi piacesse stare con i miei cugini, anzi, era una delle cose che amavo, però non potevo definirmi triste per la partenza per Capri.
"A Natale" intervenne Christian "Ci vedremo a Natale"
"Ma almeno ci vedremo!" sorrisi e Jenna mi sostenne.
Passeggiando, incontrammo zio Domenico, zia Sonia e i nostri genitori.
"Guarda qua che bei ragazzi!" zia Sonia ci sorrise e ci venne incontro accelerando il passo "Vi siete divertiti?"
Alice annuì, per poi rivolgersi a mia madre "Zia? È vero che verrete a Natale?"
"Certo, tesoro"
Alice mi guardò allegra per aver ricevuto una conferma, poi vide qualcosa dietro alle mie spalle e sgranò gli occhi "Ciao, Zoe!"
Il sorriso che avevo sparì subito. Mi voltai e vidi mia cugina che camminava con un ragazzo che sembrava mezzo fatto.
Zoe aveva irrigidito il viso e aveva lasciato la mano del ragazzo "Ciao" ci salutò freddamente.
Il ragazzo le disse qualcosa a bassa voce e poi se ne andò, lasciando la ragazza da sola con noi.
"Era il tuo ragazzo?" le chiese tranquillamente mia sorella.
Zoe assunse un'espressione annoiata "Sì" poi ci ignorò completamente e guardò Alice "Ho incontrato una tua amica, dice che ti saluta"
Alice, solare com'era, fece un sorriso a trentadue denti "Davvero? Chi?"
"Maria... Maria qualcosa"
"Mariateresa! Non siamo proprio amiche, ma apprezzo"
Jenna continuò a parlare in disparte con Davide, mentre Christian si unì alla conversazione "Voglio conoscere il tuo ragazzo, Zoe... Per vedere se è un tipo apposto"
Zoe rise "Non te ne devi preoccupare"
"L'importante è amarsi!" intervenne Alice.
"Amarsi? Chi ha parlato d'amore?" nostra cugina scoppiò in un'altra risata "Niente amore, per carità"
Sinceramente non provai nemmeno a commentare, per vari motivi: il primo, erano fatti suoi ed io non volevo intromettermi. Secondo, lei mi avrebbe sicuramente ignorata e, terzo, non ero proprio nella posizione di giudicare perchè nemmeno io pensavo alla parola amore quando pensavo ad Henry.
Mio zio Domenico si intromise "Siccome domani Eve parte, la nonna sta preparando per domani un grande pranzo"
Mi toccai la pancia "Ma abbiamo finito di cenare un'ora fa!"
"La nonna è la nonna" mio padre scrollò le spalle e rise "Non cambia mai"
"Dove vai?" chiese Zoe sorprendendomi.
"Ritorno a Verona, dopodomani parto per Capri con i miei amici" le risposi molto serenamente, approfittando del suo momento buono per avere una conversazione civile.
Lei mi guardò scettica, poi alzò e abbasso velocemente le sopracciglia come per mostrare disapprovazione e se ne andò.
Sbuffai e mi misi le mani in tasca "Io ce la metto tutta per andare d'accordo con lei" dissi un po' a tutti i presenti.
Mia madre, che tra tutti era quella che più mi capiva, accennò un sorriso "Ignorala e basta"
Alice andava d'accordo con tutte e due, perciò ogni volta che capitava una cosa del genere tendeva a starsene zitta e a non schierarsi, così come sua madre. Suo padre, invece, mi supportava ma al tempo stesso provava a spiegarmi la situazione "Purtroppo lei imita il comportamento che i suoi genitori hanno quando qualcuno non li va a genio"
Mio padre aggrottò la fronte "Domenico, le mie figlie non le hanno fatto niente. Se Gabriele e la moglie hanno dei problemi con noi, non è colpa nostra"
"Lasciamo perdere" non volevo alimentare una discussione "Prima o poi risolveremo il nostro problema, è questione di tempo"
"È una stronza" mi sussurrò mia sorella mentre entravamo nella nostra camera "Stronza come i genitori"
"Jenna... sono comunque i tuoi zii"
"Zii che hanno litigato pesantemente con mamma e papà"
"Mi chiedo cosa sia successo" commentai sovrappensiero.
"Ho sentito qualcosa, ma non ne sono sicura"
"Jenna" tornai a fare la sorella maggiore "Se mamma e papà non ce ne hanno parlato, vuol dire che non vogliono che noi lo sappiamo"
"Ma non sei curiosa?"
"Jenna... È come se tu avessi un segreto ed io cercassi in tutti i modi di scoprirlo. Non ti darebbe fastidio?"
"Ma noi due non abbiamo segreti"
"Era un esempio" mi tolsi i vestiti che avevo indossato tutto il giorno "Senti, limitiamoci a comportarci bene, d'accordo?" iniziai a mettermi il pigiama.
Mia sorella, giustamente, sbuffò "Va bene"

Le sfumature del tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora