Capitolo 10

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La sera del Gala era arrivata.
Io e le mie amiche ci eravamo già vestite, dovevamo solo truccarci e pettinarci. Prendemmo la sedia dell'unica scrivania della camera e la mettemmo davanti allo specchio dell'armadio, a turno ci sistemavamo con l'aiuto delle altre.
Federica fu la prima a sedersi e mi chiese di farle una treccia laterale che le raccogliesse i capelli. Ero abbastanza confidente nel riuscire a farle un'acconciatura carina, dato che avevo avuto un periodo di fissazione per Huger Games e avevo imparato a fare la treccia laterale di Katniss Everdeen.
Dopo Federica, si sedette Greta, che volle le ciocche bionde laterali avvolte intorno alla testa, riunendosi dietro il capo in una sola ciocca. Il contrasto biondo-castano dei suoi capelli era molto bello. Arianna si fece una coda alta per far vedere la schiena nuda; io, invece, mi feci aiutare da Greta per fare un acconciatura simile alla sua: mi fece delle trecce ai lati del viso, con le quali poi mi avvolse la testa per poi ricongiungerle in un'unica cioccia dietro la testa. Le uniche ciocche rimaste liberano erano quelle che mi arrivavano agli zigomi, residue della frangetta ormai troppo cresciuta. I capelli mi solleticavano le spalle, ma non le toccavano.
Arianna volle un trucco che le valorizzasse gli occhi celesti, così passò parte dei contorni dell'occhio con la matita nera e sfumò un ombretto nero con uno beige. Federica volle un trucco abbastanza leggero: si passò un po' di matita sugli occhi, ma non pesantemente, e si tinse le labbra con un rossetto della stessa tonalità dei suoi capelli rossi. Greta applicò sulle labbra un rossetto rosso, in tinta col vestito, e sulle palpebre si mise un ombretto color carte con i brillantini, con il solo scopo di illuminare gli occhi.
Io mi tinsi le labbra con un rossetto rosso scuro, che andava bene con il vestito blu notte che indossavo, però non mi truccai pesantemente gli occhi: mi limitai a passare il contorno superiore dell'occhio e l'angolo esterno con la matita nera, poi mi misi un ombretto argentato, ovvero dello stesso colore dei diamantini della gonna del vestito. Non era molto pigmentato, infatti alla fine risultava un trucco molto leggero.
"Abbiamo fatto davvero un bel lavoro!" disse Arianna guardando il nostro riflesso nello specchio, poi prese il telefono dalla scrivania e lo puntò verso lo specchio "Facciamoci delle foto!"
Dopo circa una decina di foto, Arianna e Greta iniziarono a sistemarsi le cose nelle piccole pochette che avevano "Perchè voi non vi portate delle borse?" ci chiese Greta inarcando un sopracciglio.
Io e Federica prima ci guardammo complici, poi facemmo vedere alle due ragazze le tasche con zip dei nostri vestiti. Lo avevamo scoperto solo dopo averlo comprato ed era stata una scoperta fantastica: sia io che Fede ci mettemmo la carta d'identità e la carta di credito nella cover del telefono, mettendo quest'ultimo nella tasca con zip. La cosa più bella era che queste tasche dall'esterno non si vedevano, perchè la cerniera della zip era nascosta tra le pieghe e, inoltre, era molto sottile.
Per l'occasione, avevamo comprato delle scarpe per i vestiti: io un sandalo argentato con cavigliera e con un tacco di dieci centimetri. Arianna e Greta si erano prese delle decolté nere, mentre Federica lo stesso mio sandalo, però nero.
Nessuna di noi aveva comprato dei gioielli, dato che Greta si sarebbe messa la collana con le stelline che le avevamo regalato per il suo sedicesimo compleanno, Arianna aveva una collana che le aveva regalato Edoardo (continuava a metterla perchè ci era affezionata, nonostante tutto), mentre Federica aveva una catenina con un pendente a forma di albero della vita. Io ero l'unica a non avere una collana, ma non mi importava granché: avevo il mio bracciale Pandora pieno di charm.
"Prendete i cappotti e usciamo!" fece Greta infilandosi il suo cappotto lungo nero.
Arianna e Federica decisero di mettere i cappotti che si erano portati dall'Italia, che erano comunque adatti al modo in cui erano vestite. Io, invece, non volevo mettermi la mia giacca blu, però fortunatamente una ragazza spagnola che non sarebbe venuta al Gala mi aveva detto che, se volevo, potevo prendere in presto il suo cappotto lungo color grigio chiaro. Avevo accettato subito, ringraziandola calorosamente.
Raggiungemmo gli altri all'esterno del college, dove stavano aspettando l'arrivo delle navette. Samuel aveva indossato quel completo verde petrolio del suo diciottesimo, mentre tutti gli altri ragazzi presenti si alternavano tra completi blu e neri. La Palumbo indossava un lungo vestito nero che le arrivava fino ai piedi.
Le ragazze spagnole vennero verso di noi e ci salutarono col sorriso e si misero a parlare con noi quattro, ma quando Raffaele e Fabrizio provarono ad attaccare bottone con loro, se ne andarono.
Isak, lo svedese, si avvicinò con un ragazzo tedesco di cui non ricordavo il nome.
"Sei bellissima!" disse ad Arianna sorridendole.
Lei ringraziò in modo cortese ma freddo, ma Isak non si fece scoraggiare e provò a parlare, tuttavia proprio in quel momento arrivarono le navette.
Lo svedese e il tedesco riuscirono ad infilarsi nella navetta con le mie amiche, Samuel e Mario.
Arianna ci guardò lamentandosi silenziosamente e Greta iniziò a parlare "Ma questo qua non capisce che non ti piace?" fortunatamente parlava in italiano, non facendosi capire da Isak e il suo amico.
"Al Gala ti starà attaccata" Federica si mise a ridere e i due stranieri, pensando che fosse una battuta, si misero a ridere a loro volta.
Samuel li guardò, rise e poi si rivolse a noi "Ma sono seri? Se noi ridiamo, loro si mettono a ridere"
"Al mio tre ridiamo tutti" proposi divertita "Uno... Due... Tre!" io, le ragazze, Samuel e Mario iniziammo a ridere come se avessimo sentito la battuta più divertente del mondo.
Isak e il tedesco iniziarono a ridere come noi e questo ci fece sbellicare ancora di più!
"Siete delle fighe stasera, comunque" disse Samuel ritornando in parte serio "Per chi vi siete vestite così?"
"Per noi stesse" rispose Greta e Mario le batté il cinque, approvando questa risposta.
Sam guardò me "Henry Cooper non c'entra niente?" alzò ripetutamente le sopracciglia in maniera maliziosa.
Scossi la testa, sul viso avevo ancora l'ombra del sorriso divertito di prima "Assolutamente niente"
Mentivo sapendo di mentire e le mie amiche lo sapevano, a giudicare da come mi guardavano scettiche.

Le sfumature del tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora