Una bellissima ragazza, di cui non ricordavo nemmeno il nome, si stiracchiò accanto a me e si mise a sedere, mostrandomi il suo corpo altrettanto bello ma allo stesso tempo anonimo "Quindi ci rivediamo?"
Aggrottai la fronte, stupito e seccato davanti a quella richiesta "Non so nemmeno come ti chiami, perchè dovrei volerti rivedere?"
Lei non parve offesa, forse stava pensando a come mi avrebbe cambiato, a come sarebbe stata lei a farmi tornare sulla retta via. Lo facevano tutte, ma nessuna ci riusciva mai. Mi alzai dal letto, rivestendomi e gustandomi la sensazione del suo sguardo su di me.
Non ero per le avventure pomeridiane, ma Cooper era andato via prima quel pomeriggio e io non avevo nient'altro da fare, per cui ero andato nel primo locale aperto vicino al lavoro e avevo rimorchiato una ragazza. Per pura e semplice noia.
Un tempo anche Cooper lo faceva, andava nei locali e si cercava una scopata senza impegno, giusto per soddisfare i bisogni naturali. Da quando aveva incontrato quella ragazzina, il cui nome mi sfuggiva sempre, era cambiato.
Scossi la testa mentre uscivo dall'appartamento di quella ragazza per sempre, non capendo come un uomo desiderasse una sola ragazza alla moltitudine presente nel nostro mondo. Il capo si era leggermente ammorbidito, ma cercava di non darlo a vedere. Io non volevo ammorbidirmi, perchè dare ad una persona il potere di distruggermi e di farmi soffrire?
Il mio autista era bloccato nel traffico, perciò iniziai a camminare verso il palazzo in cui abitavo, anche se non ci passavo mai troppo tempo. Non mi piaceva portarci le ragazze, ero convinto che far vedere la propria casa rappresentasse una forma di intimità che a me non piaceva. Le uniche donne che avevano visto casa mia erano mia madre e mia sorella, ma loro erano l'unica eccezione.
Il telefono nella tasca della giacca vibrò, segno che era arrivato un nuovo messaggio. Probabilmente era Cooper che voleva rompere il cazzo.
Mi fermai, la signora che camminava dietro di me per poco non mi finì addosso, e presi il telefono, rimanendo alquanto sorpreso delle parole sul display:Caro Luke Williams,
Visti i tuoi precedenti, non so se ti ricordi di me, perciò lascia che ti ricordi chi sono.
Sono Federica, la ragazza che hai ammaliato con le parole al Gala di aprile e che hai baciato alla festa di compleanno del tuo capo. Hai passato la serata a farmi i complimenti e a baciarmi, ma dopo ti sei comunque scopato un'altra.
Io non pretendo e non voglio niente da te. Ti scrivo solo per informarti della tua stronzaggine e di quanto tu sia patetico. Non mi interessa se ti comporti così perchè ti senti solo e vuoto.
Non mi interessa, ma non osare ricapitarmi di nuovo davanti agli occhi.Non era la prima volta che ricevevo un messaggio del genere, di solito però li cancellavo dopo una lettura veloce. Questa volta, invece, iniziai a percepire una strana sensazione al petto, che fosse senso di colpa? Mi ricordavo di quella ragazza, molto più di quanto fossi disposto ad ammettere. E ricordavo di averla baciata per poi ignorarla completamente. La verità era che quel bacio era stato diverso da tutti gli altri che io abbia mai dato nella mia vita E ho avuto paura, così ho scelto di ignorarla per evitare quel problema.
Ma eccola lì, Federica, con quelle sue parole fredde ma arrabbiate allo stesso tempo, che non mi chiedeva di rivederla come di solito facevano le altre.
Ti senti solo e vuoto.
Forse, ma non ci avevo mai pensato. Avevo sempre evitato ogni genere di pensiero cupo.
Ed è esattamente quello che continuai a fare nel giorno seguente: andai lavoro, per poi cercare una ragazza con cui andare a letto e poi la sera uscii, andando in qualche pub per bere e trovare una nuova ragazza. Ma il messaggio di Federica continuava a risuonarmi nella testa e non riuscivo a farlo andare via. Come non riuscivo a scacciare il suo viso dalla mia mente.
Senza nemmeno pensarci due volte, il secondo giorno dopo aver ricevuto quel messaggio, la chiamai aspettando ansiosamente che mi rispondesse "Pronto?" evidentemente non aveva salvato il mio numero, perchè riuscii a sentirla trattenere il respiro per la sorpresa quando le dissi chi ero.
"Vediamoci" feci io bruscamente "Verrò io a Cambridge"
"Chi ti ha detto che io voglia vederti?" replicò acidamente "Non hai letto il mio messaggio?"
"L'ho letto, per questo voglio vederti" ero già stufo di tutte quelle spiegazioni "Mi farò sentire" aggiunsi velocemente prima di riattaccare.
Dopo una serata con lei, mi sarebbe passata tutta la voglia di vederla e sarei tornato alle vecchie abitudini.
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Le sfumature del tramonto
RomanceHenry ed Evelyn. Lui CEO di una delle società più importanti di Londra. Lei una studentessa italiana prossima ad entrare nella prestigiosa università di Cambridge. Due persone, due vite, due menti e due cuori, che verranno fusi da un sentimento fo...