Capitolo 77

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La sera dell'evento di beneficienza, Arianna e Greta per poco non esplodevano: erano uscite tre ore in anticipo per andare a controllare se fosse tutto apposto. Io e Federica eravamo rimaste da sole a prepararci.
La mia amica aveva optato per una tuta lunga elegante bordeaux, con una fascia sulla vita, risaltandola, e smanicata per un braccio; i tacchi alti la slanciavano molto. Si era legata i capelli in una coda di cavallo alta ed io l'avevo aiutata con il trucco: rossetto scuro e ombretto dorato e nero attorno agli occhi marroni. Alla fine la convinsi a non coprirsi le lentiggini sul naso e sulle guance, dato che le davano un tocco adorabile.
Dopo aver finito di truccarla, mi infilai dalle gambe il vestito verde petrolio, lo avevo scelto perchè mi risaltava gli occhi verdi. Era un abito in velluto con strass e volant, con bretelle e una scollatura a V poco profonda, l'orlo si fermava poco prima delle ginocchia ed era così morbido che sembrava non avere niente addosso. A differenza delle mie amiche, avevo scelto di indossare qualcosa di corto per comodità quando avrei suonato la chitarra sul palco. Al vestito abbinai degli stivaletti con il tacco a spillo neri, così aderenti da sembrare quasi dei calzini. Mi appesi al collo la classica collana con il cuore di Tiffany, era appartenuta a mia madre, prima che me la regalasse.
Aiutata da Federica, presi due ciocche laterali e le usai per racchiudere, come con un fermaglio, il resto dei capelli ondulati.
Federica mi disegnò una linea di eyeliner dritta e lasciai che mi sistemasse l'ombretto nero e argentato sulle palpebre, i due colori che usavo più spesso. Sulle labbra misi soltanto del lucidalabbra.
Io e Federica esaminammo i nostri riflessi nello specchio, soddisfatte del risultato.
"Dovremmo iniziare a raggiungere Arianna e Greta" mi disse Federica, infilandosi la giacca e porgendomi la mia giacca lunga nera.
"Spero solo che non abbiano ucciso qualcuno... Hai preso la borsetta?" le domandai prendendo la mia.
"Sì" uscimmo dall'alloggio "Henry non ti viene a prendere?"
"Gli ho detto di andare direttamente lì, tanto i posti a sedere sono assegnati"
"Già" lei si incupì un po' e fece una risata forzata "Sono l'unica di voi che è senza l'accompagnatore"
Era evidente che sentisse la mancanza di Luke "Accompagni te stessa" dissi "Una ragazza non ha bisogno di qualcuno per stare bene con se stessa"
Sospirò e mi fece un sorriso "Lo so, ma questo non vuol dire che non mi possa mancare"
Vicki uscì dalla porta del suo alloggio all'improvviso, interrompendo la nostra conversazione, e corse verso di noi "Ehi!" ci raggiunse nell'ascensore col fiatone, piegandosi sulle ginocchia per riprendere fiato. Lei indossava dei pantaloni attillati neri, degli stivali neri e una blusa blu elettrico come i suoi capelli "Pronta per stasera, Eve?" mi sorrise energica "La gente applaudirà così forte da farsi male alle mani!"
Iniziai a ridere "Speriamo" mi strinsi nel cappotto che, lungo fino alle caviglie, mi teneva al caldo anche le gambe. Arianna mi aveva assicurato che dentro la grande sala i riscaldamenti sarebbero stati accesi al massimo.
In un paio di minuti, raggiungemmo l'edificio nel campus dove si sarebbe svolto l'evento. L'entrata era preceduta da delle imponenti colonne e da un tappeto rosso, quasi come se fossimo delle celebrità. La porta dell'entrata era aperta e attraverso questa si accedeva all'atrio, infondo al quale c'era un'altra porta aperta, che dava nella grande sala piena di tavoli rotondi sofisticamente apparecchiati, sedie altrettanto eleganti e, inoltre, munita di un palco infondo. Il pianoforte e la chitarra erano già in bella mostra, per via della mancanza di quinte.
Arianna e Greta stavano correndo in giro assieme ad altre persone del loro club, per assicurarsi che tutto fosse in ordine. Greta, che svolazzava in un elegantissimo vestito rosso lungo con orlo asimmetrico a volant e con lacci dietro la schiena, stava inveendo contro qualcuno perchè una delle tovaglie color panna aveva una macchia nera. Un ragazzo si affrettò subito a cambiarla e a apparecchiare di nuovo la tavola. Gli ospiti veri sarebbero arrivati tra una mezz'oretta, ma essendo noi amiche di due delle organizzatrici, ci eravamo prese il diritto di arrivare prima.
Arianna, invece, per poco non inciampò nel suo vestito lungo blu, con la gonna e il busto morbidi, che si stringevano all'altezza della vita. Il vestito era smanicato e si stringeva attorno al collo.
"Forse non dovremmo disturbarle" commentò Federica.
Vicki scrollò le spalle "Vado a vedere se in cucina c'è qualcosa da mangiare, ho una fame da lupi e mancano due ore all'inizio della cena!"
In effetti, anche se il tutto sarebbe iniziato tra mezz'ora, all'inizio saremmo stati tutti in piedi mentre i camerieri servivano da bere e alcuni stuzzichini. I tavoli coprivano la parte della sala vicina al palco, ma la restante metà era vuota proprio per consentire agli ospiti di stare in piedi senza star stretti.
Io e Federica ritornammo nell'atrio e parlottammo un po', fino a quando Arianna e Greta non ci raggiunsero.
"Finito i preparativi?" chiesi, vedendole stranamente tranquille.
"Sì, possiamo rilassarci un po' ora" Arianna fece un sorriso vittorioso
Greta mi guardò, improvvisamente in panico "Ma tu non dovevi venire con Henry? Non dirmi che non viene! Noi siamo seduti in uno dei tavoli centrali e se ci sarà un posto vuoto-"
"Verrà" la tranquillizzai, cercando di non ridere "Gli ho solo detto di raggiungermi direttamente qui"
"Anche io ho detto così a Dylan" fece Greta "Anche se per telefono mi è parso un po' strano"
"Strano?" Federica corrugò la fronte "In che senso?"
"Meno allegro"
La testa di Arianna scattò verso l'alto "Michael!" usò un tono di voce così alto e improvviso che ci fece sussultare per lo spavento.
Michael e Shawn, entrarono nell'atrio e lasciarono le proprie giacche, così come avevamo fatto noi, ad ragazzo che ne era il responsabile. Sia Michael che Shawn indossavano un normale completo nero, Michael con una camicia bianca e una cravatta azzurra, mentre Shawn indossava una camicia nera e una cravatta bianca.
Arianna andò in contro a Michael, traballando appena sui tacchi a spillo, e gli avvolse le braccia attorno al collo, baciandolo. Lui l'abbracciò, sorridendo tra un bacio e l'altro.
"Ciao, ragazze" Shawn avanzò verso di noi con le mani in tasca "Si prospetta una bella serata, vero?"
"Speriamo" feci io e Greta mi guardò male "Scusa, scusa! Dato che l'avete organizzata voi, sarà fantastica!"
"Meglio" replicò Greta, sorridendo.
Arianna e Michael tornarono da noi, anche se poi i due ragazzi ci lasciarono da soli per andarsi a fare un giro. Neanche cinque minuti dopo, Henry e Dylan entrarono nell'atrio elegante (e anche un po' antiquato), in tutto il loro splendore.
Non appena vidi Henry, sorrisi divertita notando che mi aveva accontentata: assieme al completo nero, legato attorno al colletto della camicia bianca c'era un papillon nero. Lui non lo voleva mettere, ma io avevo insistito.
Gli andai incontro lentamente per non slogarmi una caviglia con quei tacchi sottili e alti, ma non appena gli fui abbastanza vicina gli saltai addosso. Henry strinse le braccia attorno alla mia vita e mi sollevò.
"Il papillon!" fu la prima cosa che gli dissi quando fui di nuovo con i piedi a terra e con le labbra lontane dalle sue.
"Non puoi dire che non ti accontento" mi prese per una mano e mi fece fare una giravolta "Sei uno splendore"
Gli sorrisi raggiante "Me ne rendo conto" Dylan era rimasto accanto a noi per tutto il tempo "Ehi, Dylan" lo salutai, non capendo perchè se ne stesse così impalato.
Lui tolse le mani dalle tasche dei pantaloni neri e mi fece un cenno con il capo "Ehi, Eve"
Greta, seppur con un po' di indecisione, avanzò a grandi passi verso di lui, che però si scansò lievemente quando lei cercò di baciarlo.
Henry fece uno sguardo che mi insospettì: sembrava conoscere ciò che avveniva all'interno della testa di Dylan, ma taceva.
"Henry? Mi vai a prendere qualcosa da bere?"
"Non dovrebbero esserci dei camerieri?"
"Iniziano a lavorare tra circa venti minuti"
Lui sospirò, poi lanciò uno sguardo di scuse a Dylan e scrollò le spalle.
Dylan cercò di fare un sorriso a Greta, che però continuava a guardarlo con la fronte aggrottata "Vieni un attimo?" le prese le mani e la condusse vicino alla porta d'ingresso, dandole la sua giacca per coprirle le spalle.
Io e le ragazze rimanemmo lì dov'eravamo, ma siccome non c'era quasi nessuno che faceva rumore, riuscimmo a sentire le loro parole. Arianna stava dando loro le spalle, mentre io e Federica riuscivamo a guardarli.
"Che succede?" gli chiese Greta, confusa.
"Dobbiamo parlare e non può più aspettare" la sua voce era dura.
"È successo qualcosa? Stai bene?"
La preoccupazione di Greta fece addolcire Dylan, che le sistemò una ciocca ribelle dietro le orecchie "Io ti amo, Greta"
Greta deglutì e tacque, aspettando che continuasse.
"E fare quello che sto per fare, mi spezza il cuore"
"Dylan-"
"Posso farti una domanda?" si grattò un punto sopra il sopracciglio destro "Tu mi ami, Greta?"
Greta, colta alla sprovvista da una domanda così diretta, indietreggiò appena "Io tengo a te, Dylan"
"Ma mi ami?" il silenzio di Greta scoraggiò definitivamente Dylan, che continuò a parlare "Voglio che tu sia felice, lo voglio più di ogni cosa"
"Cosa stai..."
"Per questo" la interruppe lui, con la voce rotta e gli occhi lucidi "Devo lasciarti andare"
Ora anche Greta aveva gli occhi pieni di lacrime "No, Dylan..."
"Il tuo cuore non è mai stato veramente mio, ma spero che troverai qualcuno a cui affidarlo" le prese il viso tra le mani, asciugandole alcune lacrime con i pollici "Forse lo hai già trovato, anche se non te ne sei resa conto"
Sia lui che lei avevano le guance rigate dalle lacrime, fortunatamente Greta aveva un trucco leggero che non le imbrattò la faccia.
"La sta lasciando" sussurrò Arianna, esterrefatta.
"Una di voi ha dei fazzoletti?" domandai io.
Dylan le diede un bacio sulla fronte e Greta gli ridiede la giacca. Dopo, lui la guardò un'ultima volta prima di andarsene.
Greta, non appena lui se ne fu andato, iniziò a camminare velocemente verso il bagno più vicino e noi la seguimmo a ruota.
Federica bloccò la porta d'ingresso del bagno con il suo corpo, in modo da non far entrare nessun'altro. Greta iniziò a singhiozzare come se stesse avendo un attacco di panico e si appoggiò con entrambe le mani ad uno dei lavandini.
Io, Arianna e Federica rimanemmo in silenzio, soffrendo per lei e aspettando che si calmasse.
Greta si guardò allo specchio "Lui..." lanciò un'imprecazione e poi continuò a piangere, più silenziosamente.
Federica non si poteva muovere dalla porta, così io e Arianna affiancammo la nostra amica in lacrime e l'abbracciammo "Fa male" ci disse lei "Fa tanto... Male"
Non l'avevamo mai vista piangere così, tra di noi lei era la più forte emotivamente e vederla crollare così ci spezzava il cuore.
"Non dite niente" fece dopo un paio di minuti "Non dite niente"
Noi tre ci lanciammo delle occhiate, poi però annuimmo e la rassicurammo "D'accordo" parlò Federica per tutte "Ma resteremo in questo bagno fino a quando tu ne avrai bisogno, il mio corpo può resistere contro questa porta per un paio d'ore"
Quella battuta fece ridacchiare Greta, anche se poi continuò a piangere in silenzio per altri dieci minuti. Ero davvero dispiaciuta che la sua storia con Dylan fosse finita, ma se Greta non l'amava come si dovrebbe amare il proprio ragazzo, forse tutto questo dolore sarebbe stato ripagato con qualcosa di più grande.
Quando Greta si fu calmata, chiese il nostro aiuto per aggiustarle al meglio il trucco, anche se la situazione non era disastrosa come lei pensava (non aveva voluto guardarsi allo specchio).
L'aiutammo con il trucco e con i capelli, che nella crisi di pianto si erano spettinati. Aveva il viso gonfio e si vedeva che aveva appena pianto, ma lei non volle rimanere in quel bagno freddo un minuto più del necessario.
Io e le ragazze le camminammo accanto come uno scudo, poi però Arianna e Greta furono chiamate da un membro del loro club e si trovarono nuovamente indaffarate. La sala, in tanto, si stava riempendo di persone.
Intravidi Josie e Caleb in un angolo e Vicki e Lizzie nell'altro, ma la mia attenzione fu subito catturata da Henry, che camminava nella mia direzione "Ma dov'eri finita?"
Federica nel frattempo stava raggiungendo Vicki e Lizzie.
"Con Greta" gli presi il calice che aveva in mano e bevvi il contenuto in un sorso.
"Vacci piano!" mi sorrise "Non puoi ubriacarti, devi esibirti!"
"Tu lo sapevi?" lo guardai con la fronte aggrottata "Che aveva intenzione di mollarla?"
Henry mi guardò accigliato "Sì, ma mi aveva chiesto di non dirti niente"
Mi trattenni dallo strofinarmi il viso con le mani, altrimenti mi sarei rovinata il trucco "Doveva farlo proprio stasera? Potevi farlo ragionare..."
"Non è che avessi molta voce in capitolo" replicò Henry "Voleva aspettare, poi però venendo ha visto... Com'è che si chiama? Quel giocatore di basket"
"Shawn?"
"Sì, lui" annuì appena "L'ha visto e si è incupito di colpo. Ma è meglio così, Eve, per tutti e due"
Feci un lieve sospiro e chiusi gli occhi "La serata non è nemmeno cominciata ed è già successo qualcosa, quali altre sorprese ci aspettano?"
Henry sgranò gli occhi e alzò le sopracciglia, sorpreso "Una è proprio lì"
Mi voltai curiosa e vidi Luke Williams che entrava nella sala, guardandosi attorno mentre si sistemava il colletto della camicia bianca.
"Ma vogliamo scherzare?" esclamai esasperata, cercando immediatamente con lo sguardo Federica, che ancora non si era accorta di niente.
Lei gli stava dando le spalle mentre parlava con Vicki, perciò non si accorse di Luke che le si avvicinava di soppiatto.
Quando lui le toccò una spalla, lei si voltò di scatto e sgranò gli occhi. Luke le disse qualcosa, ma erano troppo lontani per poter capire che cosa si stessero dicendo.
Henry scrollò le spalle, poco interessato alla faccenda "Ci sono tutti i miei vecchi professori qui... Oh, ecco Jones! Quanto mi stava sul cazzo... Evelyn?"
"Mhm" dopo una conversazione breve ma intensa, Federica fece un passo avanti, mise le mani sulle sue spalle e lo baciò.
"Sto pensando di prostituirmi, tu sei d'accordo?"
"Hanno fatto pace!" esclamai incredula, facendo passare il mio braccio sotto quello di Henry "Non ci posso credere"
Henry guardò per un secondo la rinnovata coppia felice "Io inizio a sopportarlo e tu inizi ad odiarlo, dovremmo perfezionare il nostro tempismo"
"Pft" scossi la testa "Spero solo che non la faccia più soffrire"
Quella sera una coppia si era lasciata ed una si era rimessa insieme.
"Henry!" Smith, l'odioso professore di analisi matematica, si avvicinò a noi con un sorriso da vipera "Non pensavo di vederti a questo evento!"
Henry mi lanciò uno sguardo veloce e sorridente "Sono qui come accompagnatore"
"Signorina Greco" il sorriso di Smith si trasformò in una smorfia "Dovrebbe essere grata di poter godere di una così buona influenza"
Feci un sorriso falso, ma Henry rispose prima di me "Troppi complimenti, professore. Se vuole scusarci..." iniziò a camminare e mi trascinò con sé.
"Quanto vorrei tirargli un pugno in faccia" borbottai.
"Ecco Logan!" esclamò Henry, accelerando il passo.
"Che ci fa qui?"
"Ha comprato un biglietto" mi rispose, guardandomi come se fosse ovvio.
"Ma che lavoro fa?"
"È uno dei broker migliori di Londra, è bravo nel suo lavoro"
Il mistero era stato svelato "Ci sono anche Nate e Chris?"
"No, Chris è in Irlanda e Nate non voleva venire" viva la sincerità.
Logan, anche lui in un elegante completo nero, non appena si rese conto della nostra presenza, ci fece un sorriso e si avvicinò "Che bello vedere una faccia amica! Ma sono tutti così schizzinosi, qui? Questo posto sembra diverso dalla Cambridge che ho frequentato io"
Ridacchiai "Forse hai incontrato le persone sbagliate!"
"Evelyn, aiutami a rimorchiare! C'è qualche tua amica che vuole una storia di una notte?"
"Non ti presento le mie amiche!"
Logan sbuffò "Che noia... Oh! Eccone una che sembra interessante, perdonatemi amici ma il dovere chiama"
Henry scosse la testa divertito "Buona fortuna"
Mi voltai per la curiosità di vedere chi avesse adocchiato e rimasi un po' inorridita quando vidi Cassie, l'ex di Michael, che faceva gli occhi da cerbiatta a Logan.
Io e Henry prendemmo da bere e iniziammo a stuzzicarci un po' per rendere la serata un po' più divertente, quando poi Luke e Federica ci raggiunsero.
"Cooper" fece Luke a mo' di saluto "Evelyn"
"Williams" replicò Henry.
Io provai a fare un sorriso, ma non ero sicura del risultato "Ciao, Luke"
"Vi state divertendo?" ci chiese Federica, guardandosi attorno.
"Credo che non ci divertiremo finché non inizieranno le esibizioni" risposi "Hai visto Vicki?"
"Stava flirtando con un ragazzo, l'ultima volta che l'ho vista"
Accennai una risata "Sempre la solita"
"Eve, Josie ti stava cercando e mi ha chiesto di accompagnarti da lei"
"Oh" dal suo sguardo capii che non era Josie che voleva parlarmi "Certo, andiamo"
Lasciammo i due nostri fidanzati in un silenzio un po' imbarazzato ma, allontanandoci, li sentimmo iniziare una conversazione.
Una volta lontane da orecchie indiscrete, mi rivolsi a Federica senza filtrare le parole "Ma cosa ti ha detto per farsi perdonare?"
Federica arricciò le labbra "Ha parlato a cuore aperto, sembrava sincero. Ha detto che cambierà"
"E tu gli credi?" domandai un po' scettica.
"Voglio credergli" rispose lei decisa, poi cambiò argomento "Tu sei pronta per il tuo successo?"
"Spero di non sbagliare gli accordi" se prima di uscire di casa ero convinta che lì dentro avrei sentito freddo, mi ero ricreduta: in quei minuti avevo iniziato a sudare "Dov'è Greta?"
"Si muove come una trottola da un punto all'altro per non pensare a Dylan"
Sospirai, triste per lei "Cosa possiamo fare?"
"Secondo me, rimanere attiva le fa bene"
"Tu dici?"
"Sì, poi a tavola ci sederemo insieme, loro dovevano occuparsi di questa prima parte della serata, dopo saranno libere"
"Sai che si ballerà, dopo cena? Quando le esibizioni degli studenti saranno finite, suonerà un gruppo inglese emergente"
"Sarà divertente"
"Saranno canzoni lente, niente rock"
"Non sarà divertente"
Federica ridacchiò "Dai, torniamo dai ragazzi prima che si prendano a pugni"

Le sfumature del tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora