Capitolo 22

1.2K 40 1
                                    

Arrivammo al centro commerciale con l'autobus, dopo pranzo. Probabilmente avremmo trascorso lì tutto il pomeriggio, non tanto per la scelta dei vestiti, ma perchè ogni volta che facevamo qualcosa insieme ci fermavamo per ridere e scherzare.
"A me basta che sia leggero, perchè non ho intenzione di morire di caldo" fece Greta mentre uscivamo dal primo negozio che avevamo passato in rassegna, senza trovare niente.
"Immaginate i ragazzi con la camicia e la giacca elegante" rimisi il telefono nello zainetto che portavo sulle spalle "Loro sì che moriranno di caldo"
Arianna scrollò le spalle, poi indicò un negozietto davanti a noi "Lì potrebbe esserci qualcosa"
"Proviamo" le rispose Federica.
Salutammo la commessa e iniziammo a cercare tra gli abiti appesi, io personalmente non vidi niente di mio gusto, al contrario di Federica che afferrò una delle grucce e se l'accostò al collo "Vi piace questo?" aveva preso un vestito nero corto e a giromanica, con uno scollo a V molto profondo, coperto da del pizzo nero trasparente molto curato.
"Mi piace" le dissi, poi Greta aggiunse "Provatelo però"
Federica si diresse verso i camerini deserti e sparì dietro una delle quattro tende blu. Io avevo rinunciato a cercare un vestito, così mi concentrai su Arianna e Greta, che avevano ancora una speranza.
"Com'è questo?" Arianna ci fece vedere un vestito rosa cipria lungo fino alle ginocchia, ma Greta glielo prese e lo rimise al suo posto "Assolutamente no"
"Sono d'accordo" aggiunsi.
Federica riemerse dal camerino e noi ci avvicinammo a lei mentre si guardava allo specchio. Quel vestito le stava molto bene e scorsi un dettaglio che prima non avevo notato: il vestito le lasciava parte della vita scoperta.
"Non costa nemmeno tanto" ci disse Federica "Cosa ne pensate?"
"A me piace molto" le risposi sorridendo "Ti sta molto bene"
Greta e Arianna furono d'accordo con me e così accompagnammo la nostra amica alla cassa. Dopo aver pagato uscimmo dal negozio e continuammo a camminare per la galleria.
Ero felice di passare un pomeriggio in compagnia delle mie amiche, perchè ogni volta che ci vedevamo c'era anche il resto del gruppo e, per quanto volessi bene ad ognuno di loro, non avevamo mai l'occasione per stare noi quattro da sole.
"Non vedo l'ora di partire per la Grecia" disse all'improvviso Arianna "Ho intenzione di rilassarmi"
Greta buttò un fazzoletto con il quale si era soffiata il naso "Prima pensiamo alla maturità"
"Non stressiamoci troppo però" replicai "Abbiamo studiato tutto l'anno, siamo pronte"
"Parla per te" Arianna alzò gli occhi al cielo "Filosofia sarà la mia rovina"
"La Chianura non farà la stronza all'esame" sembrava che Federica volesse convincere se stessa.
"Io ho paura della Longo" ammisi "Fa delle domande improponibili certe volte"
Arianna scosse la testa e ci guardò con i suoi occhioni celesti "Basta parlare di scuola... Entriamo in questo negozio!"
Quel negozio era molto più grande del precedente e anche molto più affollato: c'erano molte ragazze che gironzolavano attorno agli abiti da sera proprio come noi.
Restammo vicine e Federica, avendo già comprato il vestito per lei, ci aiutò a cercare. Intravidi un abito che si avvicinava molto ai miei gusti, però una ragazza fu più veloce di me e lo prese, per poi sparire in un camerino.
Sospirai e continuai a cercare, dicendo a me stessa che dovevo essere più veloce e lo fui quando vidi un altro abito che mi piaceva: era un vestito a giromanica blu, col busto super aderente pieno di brillantini e con una scollatura a V. La gonna arrivava fino a metà coscia, era di un tessuto lucido e morbidissimo, purtroppo però era della taglia sbagliata, così chiesi alla commessa se poteva prendermi dal magazzino la S.
Federica mi accompagnò ai camerini e mi aspettò mentre lo provavo.
"Wow!" disse non appena riemerse dal camerino "Sembra quasi che porti una terza!"
"Sì, in effetti mi stringe tanto il seno" risposi ridacchiando "Ma come mi sta?"
"Stai benissimo!" intervennero Greta e Arianna "Ti fa sembrare il seno più grande!"
Sinceramente a me piaceva la misura del mio seno: non era né troppo grande né troppo piccolo, alla fine era equilibrato con il mio fisico magro.
"Allora lo prendo!" annunciai mentre richiudevo la tenda del camerino.
Nel quarto negozio in cui andammo non trovammo niente ed uscimmo dopo appena dieci minuti, durante i quali avevamo provato degli abiti indecenti solo per il gusto di scherzarci su.
Greta trovò un vestito per lei nel quinto negozio: uno verde petrolio, con le bretelle che si intrecciavano davanti al collo per poi circondarlo. Aveva una scollatura profonda a forma di ovale e la parte della vita era piena di brillantini argentati, che si disperdevano man mano che andavano verso l'orlo della gonna e verso le bretelle.
Mentre se lo provava, io mi appoggiai ad una colonna e iniziai a pensare alla conversazione avuta con mia sorella la sera precedente su Henry.
Più che alla conversazione, pensai a lui.
Dopo averlo visto al mare, avevo pensato a lui non poche volte ma mai in maniera troppo ossessiva: non volevo che tutti i miei pensieri girassero attorno a quell'uomo. Però, alla fine delle giornate, quando tutte le distrazioni erano sparite, il suo volto si faceva sempre largo nella mia mente.
Avevo voglia di risentire la sua voce e decisi che era stupido aspettare che fosse lui a chiamarmi. Gli avrei telefonato io, ma a casa e da sola.
Greta uscì dal camerino, indossando quel vestito verde petrolio che le stava d'incanto. Pagò ed uscimmo dal negozio, l'unica a cui mancava un abito era Arianna.
Prima di continuare la ricerca, era desiderio comune quello di riposarci un attimo, così andammo in una zona all'aria aperta del centro commerciale piena di fiori e di piante. Quella doveva essere un'area in cui i fumatori potevano concedersi una sigaretta, ma nessuna di noi fumava.
C'erano due panchine posizionate ortogonalmente l'una rispetto all'altra, io e Federica ci sedemmo su una panchina, Arianna e Greta sull'altra.
"Non ci stiamo mettendo così tanto" ci disse Greta "Sono solo le cinque"
"Ma dovete comprarvi anche le scarpe?" io non ne avevo bisogno: avrei indossato i sandali argentati col tacco e la borsetta, anch'essa color argento, che avevo messo al Gala a Londra.
"No, io sono apposto" disse Federica, così come Greta.
Arianna mi porse la mano "Mi presti il cellulare? Devo mandare un messaggio a mia madre, ma il mio è scarico"
Le diedi il telefono e iniziai a chiacchierare con Federica e Greta, ma fummo interrotte poco dopo da Arianna che mi guardò con un sorrisetto malizioso "Qualcuno ti sta chiamando"
"Chi?" chiesi senza tanta curiosità.
Lei voltò il cellulare verso di me e lessi il nome sul display:
Henry
Fissai il display come un'imbecille.
"Beh? Non rispondi?" Greta alzò e abbassò velocemente le sopracciglia e Federica mi diede delle gomitate come per incitarmi.
Presi il cellulare e lo portai all'orecchio destro "Ciao, straniero" mi piaceva chiamarlo in quel modo.
"Se avessi aspettato che fossi tu a chiamare, i capelli mi sarebbero diventati grigi"
Ciao anche a te.
"Sono stata impegnata" scrollai le spalle anche se non poteva vedermi "E avevo intenzione di chiamarti!" aggiunsi un po' sulla difensiva.
"Sì, certo"
"Vedi che dico sul serio" sorrisi tra me e me, cercando di ignorare le occhiatine delle mie amiche. Sentii dei clacson "Sei per strada?"
"Sì, sto per raggiungere degli amici" me lo immaginavo mentre camminava e non mi dispiaceva quell'immagine.
Arianna mi prese il telefono e se lo portò all'orecchio "Scusa Henry, ma ora dobbiamo ritornare alla ricerca dei vestiti per il ballo!"
Le feci un'occhiataccia "Ma se manchi solo tu! Ridammi il telefono" mi ripresi il cellulare.
"Che ballo?" mi chiese Henry con tono curioso.
"Oh, niente" iniziai a fare la vaga "Una cosa della mia scuola, niente di importante" mi alzai e andai in un angolo "Ora devo andare, buon divertimento!" non volevo che facesse altre domande sul ballo.
"Io ti chiamo e tu mi liquidi così? Non merito questo trattamento"
"Oh, povero cucciolo bastonato" scherzai "Bevici su e vedi ti passa"
"Lo farò" sembrava che stesse sorridendo "Ci sentiamo"
"Ci sentiamo" chiusi la telefonata e rimasi per qualche istante in piedi mentre fissavo un punto sulla foglia della pianta davanti a me. Sentire la sua voce mi aveva migliorato l'umore, non che prima non fosse buono, ma quella telefonata mi aveva fatto capire che stava pensando a me.
Mi sentivo così sulle nuvole che non mi arrabbiai con Arianna per avermi rubato il telefono mentre parlavo con Henry.
Mi voltai verso le mie amiche e sorrisi.
"Ti piace proprio tanto" sentenziò Federica con un sorrisino.
Alzai le spalle "È che tutte le volte che lo vedo o ci parlo, mi sento stranamente bene"
"Appunto" fece Greta "Ti piace proprio tanto"
Arianna si alzò dalla panchina "Quando andremo a Cambridge potrai vederlo spesso"
"Ma prima di Cambridge, dobbiamo trovare un vestito per te!" le dissi per cambiare discorso "Ora andiamo o i più belli finiranno"
Andammo in tre negozi, ma Arianna non trovò nemmeno un vestito di suo gradimento e se le piaceva, mancava la sua taglia. Fortunatamente, al quarto tentativo trovò un abito che le stava davvero, davvero bene: era un abito senza spalline, completamente nero. La gonna si allargava e si fermava prima del ginocchio, il busto era molto stretto ma era per non farlo cadere. Era un vestito semplice ma elegante, si addiceva molto ad Arianna.
"Non vedo l'ora che arrivi la sera del ballo" dissi "Sarà un momento per salutare tutti"
"Sarà anche l'ultimo momento di svago prima della maturità" aggiunse Greta subito dopo.
Arianna ci sorrise allegra "Allora sarà il miglior momento di svago mai avuto fino ad ora"

Le sfumature del tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora