Capitolo 15

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La mattina dopo il nostro ritorno, andammo tutti a scuola e di certo il fatto che quella mattina fosse lunedì non aiutava. E di certo non aiutava l'avere Bassi, il nostro professore di storia dell'arte, a prima ora.
Solo Nicolas e Raffaele sopportavano quell'insegnante, ma perchè loro due erano i suoi preferiti e alzava sempre i voti ad entrambi.
Riuscivo ad udire le maledizioni che Samuel gli mandava dietro di me, dato che aveva annunciato che dalla prossima lezione avrebbe iniziato di nuovo ad interrogare. Anche Greta e Federica, sedute accanto a Sam, continuavano ad insultarlo.
Io e Arianna, invece, chiacchieravamo in silenzio mentre Bassi parlava degli alti voti che sperava di mettere, mentre Alessio, seduto al mio fianco, faceva degli scarabocchi sul banco. Mario e Alessio erano seduti in prima fila, ai banchi accanto a quelli di Alessio, mio e di Arianna, e provavano a stare attenti, ma anche loro si distraevano (e divertivano) con le brutte parole di Sam e Greta.
Continuò a parlare senza spiegare un bel niente per tutta l'ora, lasciando la cattedra alla Villa, che volle farci fare degli esercizi di matematica e fisica alla lavagna per le due ore seguenti.
Per il resto della giornata i professori ci chiesero come fosse andato il viaggio, per poi ricordarci di impegnarci per la maturità.
Greta si rallegrò pensando che il lunedì dopo sarebbe stato il suo compleanno e ci tenne ad informarci che i suoi genitori avevano affittato una sala di un locale, ci sarebbe stato un buffet e tanti alcolici. Aveva deciso di invitare tutta la classe per bontà d'animo, ma Giulio, Nicolas e Fabrizio le avevano già detto che non sarebbero venuti. Sicuramente non era rattristata dalla notizia.

Il giovedì di quella settimana vedemmo la Palumbo per la prima volta dopo il nostro ritorno e, prima di iniziare la lezione, si prese venti minuti per dirci quanto fosse fiera di noi per il nostro comportamento in Inghilterra e, soprattutto, di come ci eravamo comportati in classe e durante il Gala alla quale avevamo preso parte.
Pensando a quel Gala, la mia mente mi proiettò davanti agli occhi l'immagine del volto di Henry. Non potevo negare di aver pensato per i restanti dieci minuti del suo discorso ad Henry Cooper e a come mi ero sentita in sua presenza.
"E comunque alle francesi appiccicose, preferisco le italiane" mi aveva detto per salutarmi quella sera. Una risposta che mi aveva mandata su di giri.
La Palumbo ci riferì i complimenti di Michelle, che furono apprezzati da tutti noi, persino da Sam che per un momento smise di scherzare.
Quella stessa sera, io e le mie amiche iniziammo a programmare il nostro viaggio in Grecia, anche se forse lo stavamo facendo con un po' di ritardo. Saremmo partite dopo la maturità e avremmo speso un'intera settimana in completo relax, dopo lo stress dello studio.
Il giorno dopo i miei mi annunciarono prima di andare a scuola che saremmo andati per un paio di giorni in Puglia, subito dopo il mio ritorno dalla Grecia, e ne ero davvero felice! Non vedevo da molto la mia famiglia e non vedevo l'ora di riunirmi a loro, soprattutto ai miei cugini e alle mie cugine.
Mentre la Longo quel venerdì decideva chi interrogare, fummo salvati dall'ingresso nella classe di due dei rappresentanti d'istituto, un ragazzo che faceva il quarto dello scientifico e una ragazza che faceva il quinto del linguistico. Ci ricordarono di acquistare i biglietti per il "ballo" di fine anno e ci informarono che per ogni biglietto venduto, ne veniva dato uno in omaggio nel caso avessimo voluto portare qualcuno.
Personalmente la trovavo un'idea carina, avrei potuto chiedere ad una delle mie cugine di venire se solo non fosse stato in periodo scolastico: questa festa si sarebbe svolta l'undici giugno e il giorno dopo, il dodici, sarebbe stato l'ultimo giorno di scuola.
I rappresentanti avevano affittato un enorme spazio all'aperto di un locale, dotato di gazebi, divanetti e tavolini. Ci sarebbe stato l'angolo dei drink, un palchetto dove qualcuno avrebbe suonato e cantato, la postazione da dj e molto altro.
Avevo memorizzato tutte queste informazioni perchè ce le avevano ripetute in continuazione per incitarci a comprare i biglietti.
L'ultima campanella del venerdì suonò e fummo liberi di andarcene, Samuel però trattenne tutto il nostro gruppo al cancello della scuola, guardandoci entusiasta "Rallegratevi, perché domani è sabato. E noi sappiamo bene che i nostri sabati sera sono sempre indimenticabili"

Le sfumature del tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora