Jenna alle dieci di mattina ancora dormiva, mentre io, Henry e i miei genitori eravamo riuniti attorno al tavolo della minuscola sala da pranzo per fare colazione. Nostro nonno ci aveva lasciato un biglietto, dicendoci che aveva fatto la spesa di un paio di giorni per noi.
"Tuo padre è sempre così dolce" disse mia madre a papà "Oggi pranziamo da loro, vero?"
"Già" mio padre sbadigliò e finì di bersi il caffè dalla tazzina "Fortunatamente Gabriele e la sua famiglia oggi pranzano e cenano da amici"
"È davvero una fortuna" dopo il terzo biscotto al cioccolato, mi fermai "Almeno la vigilia possiamo stare tranquilli"
Henry nel frattempo stava bevendo il suo caffè, tenendosi saggiamente fuori da quella conversazione.
La porta d'ingresso si spalancò all'improvviso, facendo entrare mia cugina Alice che non la smetteva di esultare "Che bello, che bello, che bello! Siete qui!" come un uragano, si assalì abbracciandoci uno ad uno "Ho rubato a nonna il doppione delle chiavi di casa, non potevo aspettare per vedervi!"
"Potevi bussare" replicò mio padre con un sorriso "È bello vederti, nipotina"
Alice mi stritolò con le sue braccia esili "Ho così tante cose da raccontarti e..." il suo sguardo si fermò su Henry "Oh, ciao"
Henry stava guardando mia cugina con un po' di spavento negli occhi, ma le fece comunque un sorriso affabile e le porse la mano, alzandosi in piedi "Sono Henry"
"Henry... Oh!" mi guardò facendomi un sorriso "Ho vinto la scommessa, cugina"
"Che scommessa?" chiese mia madre, ma Alice liquidò la domanda con un gesto della mano.
Henry, che si era già lavato e vestito, indossando dei jeans e un maglioncino nero, rimase in piedi mentre mia cugina si presentava "Io sono Alice, è bello conoscerti, finalmente"
"Finalmente?" fece mio padre, ma questa volta fui io a liquidarlo scuotendo lievemente la testa.
Alice lanciò uno sguardo a Henry "Sai che la nonna mi ha chiesto di preparare del pudding per domani? Per farti sentire più a casa!"
Henry sgranò appena gli occhi "Ah, è un pensiero gentile, ma se non volete..."
"Con la nonna non si discute" sentenziò Alice "Evelyn, sveglia Jenna e vestitevi! Vi porto in giro! Henry, vuoi venire anche tu?"
"Certo"
Alice sorrise radiosa "Benissimo! Ci vediamo tra mezz'ora davanti al portone, poi andremo insieme dai nonni per pranzare"
Nel frattempo Jenna ci raggiunse assonnata, ma non appena vide Alice, corse verso di lei e l'abbracciò "Alice!"
"Jenna!" nostra cugina ricambiò il suo abbraccio "Ho detto ad Evelyn di vestirvi, questa mattina usciamo. C'è un nuovo bar in centro che ha aperto da poco, fa dei cornetti buonissimi!"
"Corro a vestirmi!" Jenna andò di fretta in camera, scelse dei vestiti e poi andò in bagno, con io che le urlavo dietro di non metterci per secoli, come suo solito.
Alice ci salutò e poi uscì dal nostro appartamento, entrando nel suo che era esattamente davanti al nostro, sullo stesso pianerottolo.
Senza perdere altro tempo, tornai in camera per prendere i vestiti che avrei indossato dalla valigia: dei jeans chiari, un maglione blu e gli anfibi neri. Presi anche della biancheria pulita e mi diressi verso il bagno, dal quale Jenna emerse non appena iniziai a bussare con forza e ad intimarle di uscire.
"Non urlare a tua sorella!" gridò mia madre e Jenna mi fece una linguaccia prima che le chiudessi in faccia.
Mi lavai e vestii il più velocemente possibile, raggiungendo poi Henry e Jenna che mi aspettavano davanti la porta d'ingresso. Mia madre stava lavando i piatti della colazione e mio padre si stava cambiando in camera.
Henry fece scivolare lo sguardo lungo tutto il mio corpo, specialmente sulle gambe che erano risaltate dai pantaloni attillati "Uno schianto" mimò con le labbra, per poi cingermi le spalle con un braccio.
"Ci vediamo dai nonni!" ci salutò mia madre mentre uscivamo dall'appartamento.
"Libertà!" esultò mia sorella mentre scendevamo le scale per andare da Alice "Che meraviglia, qui la temperatura non scende mai sotto i quindici gradi!"
In effetti, per uscire avevo indossato la mia giacca blu calda, ma la tenevo aperta senza indossare alcuna sciarpa o cappello. Henry, invece, indossava un cappotto nero invernale; notai divertita che Jenna aveva appesa alla spalla la borsa che Henry le aveva regalato per il compleanno.
Quando raggiungemmo Alice, lei stava parlando con il fratello maggiore, Christian, anche lui prossimo ad uscire con i suoi amici. C'era anche Davide, il minore dei tre, che se ne stava dietro le gambedel fratellone.
"Ehi!" ci salutò Christian vedendoci "Sempre bello vedervi" abbracciò prima Jenna, facendola roteare in aria mentre la stringeva, poi mi strinse le braccia attorno alla vita e mi abbracciò sollevandomi da terra "Sei tornata in patria, eh?"
"Già, non potevo rimanere lontana così a lungo" replicai scherzosa, scansandomi subito dopo per permettere a Christian e a Henry di presentarsi "Sei il suo fidanzato, quindi?" gli chiese mio cugino "Io sono Christian"
"Henry, molto piacere" lui gli strinse la mano con vigore.
"Ciao, Davide!" salutai mio cugino chinandomi a guardarlo "Come va?"
Lui scrollò le spalle e arricciò il naso. Jenna lo salutò con la mano e lui rispose con lo stesso gesto, senza però dire una parola.
"Io sono Henry" Davide non strinse la mano che Henry gli porgeva.
"Il nonno non vede l'ora di farti vedere la sua collezione di coltelli antichi" disse Christian ad Henry "Credo voglia farti paura"
"Non mi intimidisco facilmente" rispose Henry, anche lui sorridente.
Mio padre aveva preso dal nonno la passione per il collezionismo, ma papà era appassionato di piatti antichi, mentre il nonno di armi.
"Farai meglio a fingere" ribatté Christian "Devo andare ora, ci vediamo a pranzo"
"Dove vai?" gli chiese Jenna curiosa "Incontri una ragazza?"
"Si è lasciato con la sua ragazza, questa è solo una scopa-amica" commentò Alice un po' seccata "Che volgarità"
"Cos'è una scopa-amica?" domandò ingenuamente Davide.
"È..." iniziai a dire, non trovando le parole giuste.
"Un'amica a cui si danno tanti abbracci" rispose Henry, mettendosi le mani in tasca "Ma è comunque solo un'amica"
"Oh" Davide annuì, anche se non del tutto convinto "Quindi siccome io e Jenna ci diamo tanti abbracci, lei potrebbe essere la mia-"
"No!" lo interruppe Alice bruscamente "Ehm, è una parola che usano gli adulti, perciò non dirla davanti a mamma e papà"
Davide si richiuse in se stesso, salutandoci con un cenno e rientrando dentro il palazzo, mentre Christian ci salutò definitivamente, partendo con la sua auto verso la direzione opposta alla nostra, che iniziammo ad incamminarci verso il centro del paese.
Alice mi prese a braccetto e mi fece distanziare da Henry e Jenna "È bellissimo!" mi sussurrò "Sicuro che faccia il CEO e che non sia un modello di Calvin Klein?"
Ridacchiai "Sono sicura"
"È anche simpatico, sono sicura che piacerà a tutti!"
"Già, tutti lo accoglieranno con un sorriso" non riuscii a non fare del sarcasmo, Alice capì a cosa mi stessi riferendo, ma scelse di cambiare argomento. Faceva sempre così: non appena si parlava di Zoe o dei suoi genitori, rimaneva zitta e cercava di deviare il discorso, perchè lei con loro andava d'accordo e non voleva immischiarsi nella faccenda.
Il condominio familiare non era lontanissimo dal centro del paese, perciò arrivammo a destinazione in cinque minuti. Mentre camminavamo, Alice spiegò a Henry la storia del paese e, come una guida turistica, gli indicò i posti più importanti.
Ci ritrovammo in una lunga via non molto larga, in cui i veicoli non potevano passare. La strada era composta da dei ciottoli bianchi e tutti gli edifici in quella zona erano abbastanza vecchi e trasudanti di storia. Tra i due lati della strada, appesi tra un edificio e l'altro, c'erano dei fili spessi ai quali erano appesi fiori e piante di tutti i tipi, creando un'atmosfera quasi poetica e da romanzo. Era come un luogo senza tempo.
C'erano molte persone in giro e i bar lungo quella via erano quasi tutti pieni, Alice si fermò spesso a salutare delle persone che conosceva.
"Conosci proprio tutti" commentò Jenna.
Alice rispose con una scrollata di spalle "In un paese di diecimila abitanti è facile conoscersi... Eccolo qui! Questo è il bar di cui vi parlavo"
Nonostante fosse nuovo, sembrava comunque un locale abbastanza vintage. Forse era quella l'impressione che il proprietario voleva dare.
Alice prese posto su un tavolino posizionato all'esterno, prendendo un'altra sedia da un tavolo vuoto "Oggi è una giornata splendida, sediamoci fuori!" effettivamente, il cielo era sereno e non c'era nemmeno una nuvola "Cosa volete ordinare?"
"Un cornetto al cioccolato" rispondemmo io e Jenna mentre ci sedevamo, mentre Henry rimase in piedi "Ordino io, tranquilla" disse a mia cugina.
"Ma no!" protestò Alice "Voglio offrirvi io la colazione!"
"Insisto" le mise una mano sulla spalla e la fece sedere sulla sedia accanto alla mia "Cosa prendi?"
"Un cornetto alla crema e un caffè" rispose Alice con un sorriso.
Quando Henry si fu allontanato, Jenna si mise a cercare qualcosa su internet mentre io e Alice ci avvicinammo con i busti come se stessimo confabulando qualcosa "Non ha un fratello?" mi chiese lei.
"È figlio unico, mi dispiace" ridacchiai "Tu hai qualche novità?"
Alice accennò un sorrisetto "Sono arrivata prima ad un concorso di poesia della scuola!"
"Wow!" esclamai "Voglio leggerla! Di che parla?"
"Della natura"
"Quindi hai mandato a morte le vespe?" si intromise Jenna, facendo ridere Alice.
"Ma no!" le rispose "Ho riflettuto su come la natura sia la forza più grande di questo mondo"
"Credevo che fosse la gravità"
Roteai gli occhi "Lascia perdere mia sorella, non ha un minimo di amore per l'arte"
Henry tornò da noi, dicendoci che il cameriere sarebbe arrivato presto con le ordinazioni.
"Perchè stai ridacchiando?" gli chiesi curiosa.
Lui scosse la testa e agitò la mano in aria "Oh, niente... Una ragazza ci ha provato con me mentre ordinavo"
"Il tuo fascino non si smentisce mai" commentai, sorridendo divertita "Chi era?"
"Non lo so, è con un gruppo di ragazze dentro il bar... Mi ha messo un po' di inquietudine, in realtà"
"Non posso portarti da nessuna parte!" scherzai, avvolgendogli le spalle con un braccio.
"Che posso dire? Citando quella misteriosa ragazza, sono sexy come un fiore in un deserto"
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Le sfumature del tramonto
RomanceHenry ed Evelyn. Lui CEO di una delle società più importanti di Londra. Lei una studentessa italiana prossima ad entrare nella prestigiosa università di Cambridge. Due persone, due vite, due menti e due cuori, che verranno fusi da un sentimento fo...