Capitolo 41

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Quando Greta era tornata dall'appuntamento con Dylan, ci aveva detto di non essere rimasta particolarmente colpita e che l'uscita non era stata un granché. Io e le ragazze avevamo ufficialmente rinunciato ad ogni speranza, non gli avremmo mai visti insieme.
Erano passati un po' di giorni dalla festa di Henry e le prime lezioni erano già cominciate, io e Federica ci facevamo compagnia a vicenda, avendo alcune lezioni in comune. Lei studiava Economia e Finanza, mentre io Economia Aziendale.
Greta, che studiava biologia, stava cercando di trovarsi dei compagni di studio. Arianna, invece, aveva già trovato alla facoltà di medicina alcune amiche.
Quel giorno ero particolarmente allegra perchè avevo tutto il pomeriggio libero ed Henry mi aveva annunciato che sarebbe venuto a trovarmi. Era la prima volta che veniva a Cambridge per me, mi aveva promesso che avrebbe passato la notte lì con me, anche se la mattina dopo si sarebbe dovuto svegliare presto.
Dopo aver mangiato nella mensa un hamburger niente male, io e le ragazze facemmo una passeggiata nei giardini dell'università. Alcuni studenti erano seduti sotto degli alberi per studiare, altri invece socializzavano.
Più in là c'erano delle panchine da picnic dove ci sedemmo, aprendo ognuna i propri libri per iniziare a studiare quel poco che avevamo fatto fino a quel momento.
"Ragazze" Greta richiamò la nostra attenzione "Stasera vado a casa di una mia compagna di studi, dobbiamo ripassare alcuni argomenti per gli esami"
"Esami?" inarcai un sopracciglio "Le lezioni sono appena iniziate"
"In previsione dei futuri esami" si corresse lei "Non so quanto ci metterò, non aspettatemi sveglie se si fa tardi"
"D'accordo" rispose Arianna "Ma lo sai che alcune cose le possiamo studiare insieme, vero? Medicina e biologia non sono poi così diverse"
Greta accennò un sorriso "Certo"
Un'oretta la passammo in totale tranquillità, fino a quando non arrivò un gruppo di ragazzi che iniziò a far baccano. Alcuni dovevano essere della squadra di basket del nostro college, a giudicare dalla palla che uno di loro aveva in mano.
C'era un ragazzo che continuavano a chiamare "Capitano!" in maniera scherzosa, ma non riuscii a vedere chi fosse, dato che stavo dando loro le spalle.
"Non si può più studiare" Federica chiuse il suo libro, noi la imitammo poco dopo, andando via per fare una passeggiata.
Camminando, Arianna incontrò delle ragazze della sua stessa facoltà, le uniche con cui aveva fatto amicizia finora "Ehi!" la salutò una delle tre, con i capelli tinti di blu e gli occhi verdi come i miei "Come stai?"
"Ciao, Vicki!" Arianna sorrise "Sono in giro con le mie amiche, facciamo una passeggiata"
Ci presentammo a Vicki e anche alle altre due ragazze, una coi capelli neri e una bionda, che si chiamavano rispettivamente Josie e Lizzie. I capelli corvini di Josie avevano le punte colorate di un rosa chiaro che risaltavano in confronto alla pelle scura.
"Ci ha parlato di voi!" disse Lizzie, il suo sorriso si trasmise agli occhi chiari dietro gli occhiali da vista "È bello conoscervi"
Josie notò i libri nelle nostre mani "Come va lo studio?"
"Bene" risposi, per poi aggiungere ridendo "Ma solo perchè siamo ancora all'inizio"
Chiacchierammo per un altro paio di minuti, poi Josie ci propose di organizzarci per una sera ed uscire tutte insieme.
"Assolutamente!" Federica fece un largo sorriso "Ci organizzeremo"
Stemmo in giro fino alle sei e mezza di pomeriggio, poi decidemmo di tornare al nostro alloggio.
Durante il tragitto, contemplammo la bellezza di Cambridge, ritenendoci le ragazze più fortunate al mondo.
Henry sarebbe arrivato a momenti ed io ne ero entusiasta. Greta, invece, si chiuse in bagno per farsi una doccia. Nonostante quella fosse solo una serata per studiare, si stava mettendo d'impegno nel prepararsi.
Poco prima delle sette, iniziai a chiedermi se ad Henry fosse consentito entrare nel dormitorio, ma alla fine lui era lo stesso uomo che aveva trovato il mio numero di telefono e l'indirizzo della mia scuola senza consultarmi. Non dovevo preoccuparmi di lui, avrebbe trovato il modo per entrare.
Quando Henry arrivò, stava parlando al telefono e sembrava una questione di un lavoro.
"Non ho intenzione di licenziarlo, Phil" stava dicendo in inglese mentre entrava nell'alloggio "Piantala di assillarmi"
Mi avvicinai a lui, dandogli un silenzioso e veloce bacio sulla guancia.
Greta era in camera sua, a scegliere i vestiti per la serata, Arianna stava leggendo sul divano e Federica controllava Instagram seduta dietro al minuscolo tavolino circolare nell'angolo della cucina.
"No!" insistette Henry, facendomi sobbalzare "Smettila di chiamarmi per questo o sarai tu quello ad essere licenziato" chiuse la chiamata con enfasi e a si strofinò la fronte corrucciata con la mano "Non ci posso credere" sospirò e si lasciò cadere sul divano, accanto ad Arianna.
"Problemi a lavoro?" gli chiesi sedendomi sul bracciolo del divano accanto a lui.
"Problemi con un dipendente, ma non voglio pensarci" mi sorrise e si guardò intorno "Così questo è il vostro alloggio? Il mio era più grande"
"Questo è stato rimpicciolito per aggiungere due camere" spiegò Arianna, chiudendo temporaneamente il libro.
Lo presi per mano e lo costrinsi ad alzarsi "Ti faccio vedere la mia camera" per quanto amassi stare in compagnia delle mie amiche, volevo stare un po' da sola con Henry.
Chiusi la porta dietro le mie spalle mentre Henry studiava la mia camera "Bella vista" commentò guardando il paesaggio fuori dalla finestra "Niente tende?" erano la prossima cosa che avrei dovuto comprare, fortunatamente il letto era nell'angolo della stanza che era fuori la portata della finestra.
"No" scossi la testa "Mi piace girare nuda per la stanza, così tutti possono vedermi"
Henry stette allo scherzo "Immagino che sia un bello spettacolo, posso assistere?"
"Solo se ti comporti bene" feci un passo verso di lui e gli avvolsi le braccia attorno al collo "A quel povero Phil sarà venuto un infarto"
Henry sbuffò, stringendomi la vita con le braccia "Non ricordarmelo, vorrei staccargli la testa. Vuole convincermi a licenziare un mio dipendente solo perchè si è messo a filtrare con sua sorella. Esiste il responsabile del personale, ma le persone chiamano comunque me!"
"Oh, poverino"
"Non schernirmi"
"Altrimenti?" sussurrai, non sapendo con quanta intensità si sentissero le nostre voci attraverso la parete sottile.
"NON È POSSIBILE!" la voce di Federica, invece, si sentì senza problemi.
Lanciai un'occhiata alla porta e poi corsi fuori, pensando che fosse successo qualcosa di grave. Non appena Federica notò me ed Henry, puntò dritta verso di lui scansandomi "Tu!" stava praticamente urlando "Dammi il suo numero di telefono!"
Henry si era ritratto leggermente, osservandola confuso "Il numero di chi?"
"Di Luke Williams!" Federica sputò il suo nome come se fosse veleno.
Sospirai, era evidente che non ci saremmo liberati di lui per molto tempo "Che ha fatto?"
"Le ha chiesto di seguirla su Instagram" spiegò Arianna, alzandosi dal divano.
Federica era a dir poco adirata, il viso le si era arrossato "Prima mi bacia, poi si fa un'altra, e ora questo?!"
"Federica, se posso darti un consiglio sincero, lascialo perdere" intervenne Henry "Meglio non averlo nella tua vita, fidati"
Federica corrugò la fronte "Dammi il suo numero di telefono" scandì bene ogni parola ed io diedi una gomitata ad Henry per incitarlo. Lui fece schioccare la lingua sul palato e prese il cellulare, dettando a Federica il numero di Luke.
Pochi secondi dopo, il telefono di Henry squillò e lui fu felice di rispondere "Dylan, grazie al cielo, dimmi..." mi fece un cenno verso la porta, mimandomi con le labbra che sarebbe tornato tra una decina di minuti. Sicuramente era sollevato di potersi allontanare da una Federica isterica.
"Cosa vuoi fare?" le chiese Greta, che aveva finito di prepararsi indossando una gonna nera, gli anfibi e una maglia col pizzo bianca.
Federica si sedette sul divano "Gli manderò un messaggio. Aiutatemi a scriverlo"
Mi sedetti accanto a lei "Che vorresti scrivere?"
"Voglio dirgli che ha sbagliato e che è una brutta persona. Che rimarrà per sempre da solo facendo così e che mi dispiace averlo conosciuto!"
Arianna arricciò le labbra "D'accordo, mettiamoci al lavoro"
Per un quarto d'ora circa discutemmo su come scrivere ciò che Federica provava e il risultato non era niente male:

Caro Luke Williams,
Visti i tuoi precedenti, non so se ti ricordi di me, perciò lascia che ti ricordi chi sono.
Sono Federica, la ragazza che hai ammaliato con le parole al Gala di aprile e che hai baciato alla festa di compleanno del tuo capo. Hai passato la serata a farmi i complimenti e a baciarmi, ma dopo ti sei comunque scopato un'altra.
Io non pretendo e non voglio niente da te. Ti scrivo solo per informarti della tua stronzaggine e di quanto tu sia patetico. Non mi interessa se ti comporti così perchè ti senti solo e vuoto.
Non mi interessa, ma non osare ricapitarmi di nuovo davanti agli occhi.

Federica lo inviò con enfasi, poi però la rabbia andò via e l'autocommiserazione si insinuò tra di noi "Ho dato il mio primo bacio ad uno stronzo" si accasciò sul divano "Però credevo di piacergli"
"Luke Williams non è l'unico uomo al mondo, lui non ti merita" Arianna incrociò le braccia al petto, mentre Greta guardò con discrezione il Casio che aveva al polso sinistro.
Federica si ritirò in camera sua e quando sentimmo la serratura della porta scattare, io e le altre ci lasciammo scappare un lungo e profondo sospiro.
"Ragazze, io ora dovrei andare" annunciò Greta a bassa voce.
"Vai, tranquilla" le dissi andando verso la finestra del salotto "Buona serata"
"Chiamatemi se succede qualcosa" fu l'ultima cosa che ci disse prima di uscire.
Anche Arianna andò nella sua stanza e quando Henry tornò pochi minuti dopo, ci chiudemmo nella mia camera.
"Che è successo?" mi chiese sedendosi sul letto accanto a me.
"In sostanza... Avevi ragione riguardo a Luke Williams, doveva lasciarlo perdere fin dall'inizio" appoggiai la testa sulla sua spalla, sentendomi improvvisamente stanca "Mi dispiace per Federica, non voglio che stia male per uno come lui"
"Starà meglio" mi baciò tra i capelli "Neanche a me piace averlo intorno, ma è bravo nel suo lavoro"
Mi raddrizzai "Non mi hai mai detto perchè non lo sopporti"
"È una lunga storia"
"Abbiamo tempo" gli sorrisi incoraggiante e anche un po' curiosa.
Henry si tolse le scarpe e si stese trasversalmente rispetto al letto, appoggiando la schiena al muro "Lui proviene da una famiglia molto ricca di avvocati, io avevo appena iniziato a costruire la mia società e suo padre mi ha costretto ad assumerlo, altrimenti mi avrebbe dato dei problemi"
"Oh" neanche io lo avrei sopportato, se fossi stata nei panni di Henry "Quindi ha avuto il lavoro servito sul piatto d'argento"
"In pratica sì, lui si era appena laureato"
Mi sistemai accanto a lui, appoggiando anche io la schiena alla parete "Ora capisco"
"Anche se alla fine si è dimostrato bravo, continuo a non sopportarlo"
Cambiai discorso, Luke Williams poteva andarsene a quel paese "Hai fame?"
"Da morire"
"Allora portami fuori a cena, anche io ho fame"

Verso le due di notte, mi alzai dal letto per andare a prendere dell'acqua mentre Henry dormiva. Camminai sulle punte per cercare di non fare rumore e mi versai in un bicchiere di carta l'acqua presa dal frigo.
Quando sentii la porta aprirsi, sobbalzai per lo spavento, rilassandomi solo quando vidi chi era.
"Greta?" mi strofinai gli occhi, pensando che la mia amica fosse già tornata a casa "Quanto avete studiato?"
Anche Greta sussultò vedendomi davanti a lei "Uhm" farfugliò "Non abbiamo solo studiato, dopo abbiamo parlato un po'"
Ero troppo assonnata per capire cosa stesse dicendo, così le diedi la buonanotte e tornai tra le braccia di Henry.
"Con chi parlavi?" mi chiese Henry ancora con gli occhi chiusi.
Sbadigliai "Con Greta, è appena tornata dalla casa di una sua amica"
"Di una sua amica? Ma se è uscita con Dylan..."
"Come con Dylan?" aggrottai la fronte e mi voltai verso di lui.
"Sì, con Dylan"
"Come lo sai?"
"Me l'ha detto lui" anche lui sbadigliò, per poi abbracciarmi da dietro.
"Mhm" chiusi di nuovo gli occhi, sentendomi scivolare nuovamente nel sonno.

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