"Non puoi cambiarlo se non ti piace, perciò accontentati" le mie amiche mi dissero quello quando la sera del mio compleanno mi raggiunsero a casa.
Ci sedemmo nel salotto assieme alla mia famiglia e mi invitarono a scartare il regalo. Mi guardarono ansiose mentre aspettavano la mia reazione, che non ci mise troppo ad arrivare.
"Ragazze..." feci incredula "Questo... Questo..." non riuscivo a finire la frase.
"Ti piace?" mi chiese Arianna sporgendosi verso di me.
"Sì!" lo dissi praticamente urlando.
"Fammi vedere" mia madre si avvicinò e ammirò il grande collage incorniciato e protetto dal vetro.
Era un collage dei miei film preferiti: c'erano delle foto sterilizzate (ognuna di un colore diverso) che rappresentavano i poster dei film e delle serie tv che più amavo, dai quali avevano stampato le frasi più belle.
"Ragazze, è bellissimo! L'avete fatto voi?" mio padre si avvicinò per vedere il mio regalo.
"Abbiamo incollato ogni singolo foglio" disse fiera Federica.
Dopo altri ringraziamenti e tanti abbracci, andammo tutte e quattro in camera mia per prepararci alla serata: saremmo andate in un locale dove avremmo festeggiato assieme ad alcuni dei nostri compagni di classe e altri amici che avevo invitato, poi saremmo ritornate a casa per dormire.
Ci chiudemmo la stanza, anche se in realtà ero io l'unica che doveva ancora vestirsi, dato che loro si erano preparate a casa.
Avevamo comprato insieme i vestiti per la festa: uno color rosa cipria che arrivava alle ginocchia con le spalline e uno scollo a V non poco profondo per Arianna, il cui punto vita risaltava grazie ad una cintura dello stesso colore molto sottile. Poi Federica si era scelta un vestito rosso con uno scollo a V meno profondo rispetto a quello di Arianna, però era più corto e faceva risaltare le sue forme; Greta, invece, aveva optato per un vestito nero corto quanto quello di Federica (ovvero fino a metà coscia), aveva l'orlo decorato da una striscia bianca e non aveva le spalline: due strisce bianche si incrociavano per poi avvolgere il collo di Greta.
Dato che io ero la festeggiata, le mie amiche avevano insistito nel farmi comprare un vestito appariscente: alla fine avevo scelto un vestito fatto da lustrini argentati/dorati (dipendeva dalla luce), mi arrivava a circa metà coscia e aveva un profondo scollo a V, riempito dalla mia seconda.
Indossai degli stivali neri senza tacco, abbinati ad una piccola borsetta nera. Decidemmo tutte e quattro di lasciarci i capelli sciolti e ci truccammo in modo davvero leggero.
Ci scattammo qualche foto quando fummo tutte pronte, poi il telefono di Federica squillò "Pronto?" fece "Ehi, Samuel! Sei già sotto casa di Eve? Okay, scendiamo!" rimise il telefono nella sua borsetta nera ed uscimmo dalla mia camera, dovendo però affrontare mia madre "Ma non avete freddo così?" fece lei "Evelyn?"
"Ho la giacca di pelle, mamma" alzai la giacca nera appoggiata sul mio avambraccio per fargliela vedere "E anche loro hanno le loro giacche"
"Falle andare, Carol" intervenne mio padre "Divertitevi ragazze"
"Grazie!" rispondemmo tutte e quattro all'unisono, poi raggiungemmo Samuel che ci stava aspettando in macchina davanti al palazzo dove abitavo. Era l'unico del gruppo a possedere un auto, perciò faceva sempre da taxi a tutte, tranne le sere in cui voleva bere tanto. In quel caso guidavamo la sua macchina fino a casa sua (che era anch'essa in centro) e poi tornavamo a piedi a casa nostra. Tanto Arianna e Greta abitavano in due parallele, così come io e Federica: non facevamo mai più di due minuti a piedi da sole, eravamo sempre in compagnia. La cosa divertente era che avevamo tutte la patente, ma semplicemente non avevamo la macchina.
Samuel ci salutò come al solito in modo caloroso, poi iniziò a guidare verso il locale dove avremmo incontrato il resto dei nostri amici.
Ogni tanto suonava il clacson urlando "Evelyn ha diciannove anni!"
Io e lui eravamo gli unici diciannovenni fino ad allora, essendo lui nato il venticinque gennaio.
"Sei fighissima, Eve!" mi disse Samuel quando uscimmo dalla macchina dopo aver parcheggiato.
"Grazie" feci una piroetta e poi un leggero inchino.
"Anche voi, ragazze" il ragazzo si rivolse alle nostre amiche "Volete conquistare qualcuno stasera?"
"Beh, se arriva un ragazzo mica gli dico no! Dopo Elia, poi..." Greta storse la bocca al ricordo del suo ultimo ragazzo, che aveva lasciato l'estate prima a causa della sua pesantezza.
Federica iniziò a camminare accanto a me e mi avvolse le spalle con un braccio "E la nostra Eve? Vuoi fare colpo stasera?"
"Sì, sì certo" risi "Sicuramente farò colpo sul barman, visto che dovrò offrire da bere per tutti"
Entrammo nel locale, essendo investiti da una musica davvero alta mista al vociare delle persone. Prendemmo il lungo tavolo in fondo al locale, adiacente al muro. Sopra c'era un fogliettino di carta con su scritto "Greco", il mio cognome.
Poco dopo arrivò il resto degli invitati, di cui facevano parte alcuni dei miei compagni di classe e tre ragazze della 5B che avevo conosciuto durante un progetto scolastico l'anno prima e con cui ero diventata amica.
Le tre ragazze, ovvero Silvia, Lisa e Barbara mi porsero un piccolo sacchetto rigido bianco, augurandomi un buon compleanno abbracciandomi.
"Grazie, ragazze!" feci prima di vedere il contenuto del sacchetto: un bracciale rigido d'acciaio con un ciondolo a forma di diamante.
Samuel mi diede il regalo da parte sua e da parte del resto della classe: un completo per fare sport della Nike, composto da dei pantaloni di tuta neri, un reggiseno sportivo color acquamarina e una felpa con zip nera. Lo aveva scelto sicuramente Samuel.
"Grazie mille!" dissi a tutti, strizzando l'occhio a Samuel che mi sorrise facendo un cenno con il capo.
Cercai di abbracciare tutti per ringraziarli. Gli unici della mia classe che non erano venuti erano Nicolas e Giulio, ma sinceramente ne ero felice: non provavo molta simpatia per loro. Fabrizio e Raffaele, altri miei compagni di classe, erano venuti solo perchè avrei offerto da bere, mentre i restanti cinque ragazzi della classe erano venuti con piacere.
Dopo queste "formalità", iniziammo a divertirci e ad ordinare da bere, raccontandoci aneddoti divertenti.
"Buon compleanno, Evelyn!" urlò Samuel facendosi sentire da tutto il locale, poi ad un certo punto iniziarono a cantarmi Tanti Auguri e tutte le persone del locale si unirono alla canzone.
Sprofondai nella poltrona imbarazzatissima, ma Arianna mi spostò la mano con cui mi stavo coprendo la faccia e mi fece alzare, continuando a cantare.
"Grazie, grazie" ero diventata tutta rossa e mi rilassai quando finirono di cantare.
Alessio, un ragazzo della mia classe, alzò la birra che aveva in mano "Hai fatto diciannove anni in tempo per il viaggio a Londra!"
"L'ho fatto apposta, ho deciso di nascere esattamente questo giorno per essere diciannovenne in tempo" scherzai.
Filippo mi guardò ridendo "È già ubriaca, cazzo"
"Non sono ubriaca!" ribattei "Non ancora"
"Lei è ubriaca anche da sobria" fece Greta scuotendo la testa "Mario? Tu non bevi?"
"Sono astemio, lo sapete" Mario alzò il suo bicchiere pieno di Coca-Cola.
"Ma dai! Almeno per stasera" Samuel, seduto accanto a lui, gli diede delle gomitate "Domani non c'è scuola!"
Arianna gli porse il suo bicchiere "Tieni, assaggia"
"Che cos'è?" chiese lui.
"Tu assaggia"
Dopo varie insistenze, Arianna si arrese e tornò a bere il suo drink.
"Marco, però a Londra una sera devi provare a scioglierti" gli disse Federica "E ora, un altro giro!"
"Aspetta, aspetta!" Samuel si mise in piedi "Ragazze" si rivolse alle ragazze della 5B "Siete pronte a provare invidia per queste quattro donzelle?" indicò me e le mie amiche.
"Sam che dici?" gli chiesi io aggrottando le sopracciglia.
Anche i nostri compagni di classi iniziarono a guardarlo curiosi "Che hai scoperto questa volta?" gli chiese Cosimo, seduto accanto a lui.
"Ovviamente ho fatto una ricerca su tutti gli eventi che si terranno a Londra durante la nostra permanenza lì"
"Ovviamente" dicemmo tutti in un coro molto scoordinato.
"E ho scoperto che durante la nostra seconda settima a Londra si terrà un Gala di beneficienza!"
"Tanto non parteciperemo" Fabrizio ammazzò le sue speranze "Lì vanno solo gli stronzetti dell'alta società"
"Cazzate, certo che ci andremo!" Samuel faceva delle pause per aumentare la suspense "Ho chiesto alla Palumbo l'altro giorno" la Palumbo era la nostra insegnante di inglese, che ci avrebbe accompagnati a Londra "E mi ha detto che la scuola stava considerando l'idea di portarci, ma avrebbe deciso solo dopo aver osservato il nostro comportamento"
"Quindi?" chiesi io.
"Quindi vuol dire che quando saremo a scuola, cercate di comportarvi bene o ce la prendiamo nel-"
"Grazie Greta!" la interruppe Arianna ridendo "Abbiamo capito"
"Cosa c'è di tanto speciale in questa festa?" chiese Raffaele, avviando la seconda parte del discorso di Samuel "Qui ritorno alle tre ragazze qui sedute" Silvia iniziò a sbuffare sentendo le sue parole "Guardate alcune delle persone che parteciperanno!"
Prese il suo cellulare e ci fece vedere delle foto salvate sul cellulare "Questo è Jim Foster, ventitré anni, figlio di un miliardario inglese, non ha fatto niente di speciale nella vita eccetto essere ricco"
"Wow" esclamò Silvia "È davvero bello"
Lanciai un'occhiata veloce alla foto: quel ragazzo non era niente male, ma non avrei usato l'espressione "È davvero bello".
"Lui è Luke Williams, uno dei soci più importanti della Cooper Enterprises Holding Inc"
Federica parve interessata: non fece un commento ad alta voce, ma fissò al lungo la foto di quell'uomo.
Io avevo distolto lo sguardo e mi stavo concentrando su quello che Mario mi diceva a proposito della nostra professoressa di matematica, però sentii Samuel dire "E lui, signore, è Henry Cooper, il CEO della Cooper Enterprises Holding Inc"
"Oddio" Barbara prese il telefono di Samuel e ingrandì la foto "Lui sì che è bello!"
"Bello è dire poco" commentò Lisa "Okay, vi invidio davvero tanto"
Guardai anch'io la foto di quell'uomo, senza fare commenti ad alta voce, ma dovevo ammettere che lui era davvero affascinante. Aveva dei capelli nerissimi corti e mossi. Essendo una foto scattata mentre camminava, si riusciva a intravedere attraverso i vestiti il fisico slanciato e magro, ma al tempo stesso muscoloso. I suoi occhi blu scuro penetravano lo schermo, facendoti quasi sentire sotto esame. Ritornai a guardare Mario, che stava ancora parlando.
"...Secondo me quel compito in classe era troppo lungo per essere fatto in un'ora" finì di dire Mario.
"Sono d'accordo" gli dissi "Ma alla fine nessuno ha preso un'insufficienza"
Samuel si rimise il telefono in tasca dopo aver fatto vedere altre foto di scapoli presenti a quel Gala e diede una gomitata ad Arianna "Hai visto? Ci sono tanti bei ragazzi con cui risollevarsi il morale dopo quello stupido del tuo ex"
"Sì, infatti" Arianna gli sorrise "Ci sono tanti bei ragazzi anche per te, però!"
"Non mi lamento" Samuel aveva un luccichio malizioso negli occhi "Eve? Tu che ne dici?"
Smisi di guardare Mario che parlava e mi rivolsi a Samuel "Riguardo a?"
"A tutti quei bei pezzi di carne!" la sua risposta fece ridere tutti "Allora?"
"Non sappiamo nemmeno se ci andremo a quel Gala" feci una battuta per cambiare argomento "Se hai cercato tutti gli invitati di quell'evento, immagino che tu abbia cercato anche il miglior locale in cui andare la sera!"
"A tal proposito..."
Lui iniziò a parlare di alcuni locali nel centro di Londra, ma non fui in grado di prestargli molta attenzione. Non riuscendo a capire il perchè, quegli occhi blu mi erano rimasti impressi.
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Le sfumature del tramonto
RomanceHenry ed Evelyn. Lui CEO di una delle società più importanti di Londra. Lei una studentessa italiana prossima ad entrare nella prestigiosa università di Cambridge. Due persone, due vite, due menti e due cuori, che verranno fusi da un sentimento fo...