Capitolo 72

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Tutte noi eravamo nella propria camera, a prepararci per la festa di Luke. Dylan sarebbe arrivato a breve. Mentre mi vestivo, non riuscivo a togliermi la sensazione che forse non sarei dovuta andare: la festa era a Londra, magari avrei potuto passare la serata da Henry. Ne avevo parlato con le ragazze, ma loro mi avevano consigliato di lasciargli ancora un po' di spazio.
Mi infilai dei leggings in ecopelle neri, indossando poi una canotta lunga color smeraldo piena di brillantini. Faceva freddo quella sera, ma all'interno del locale sarei morta di caldo, così indossai sotto la giacca nera un maglione, che mi sarei tolta nella macchina prima di entrare nel locale. Mi infilai ai piedi i miei soliti stivaletti neri, poi mi legai i capelli in una coda alta e mi misi degli orecchini con una catenina argentata pendente, abbinati ai bracciali che avevo ai polsi. Abbondai con la matita nera intorno agli occhi verdi, risaltandoli, e mi tinsi le labbra di bordeaux.
Una volta pronta, controllai di nuovo il telefono: nessun messaggio, eccetto uno di mia madre, e nessuna chiamata persa.
Mentre, presa da un momento di esitazione, stavo per comporre il numero di Henry, Federica entrò nella mia stanza, chiedendomi di raggiungere lei e le altre nel salotto.
Feci come mi chiese e mi sedetti sul divano, accanto ad Arianna e Greta. Lei iniziò a camminare avanti e dietro davanti a noi, sfregandosi nervosamente le mani. Mentre lei trovava il coraggio per dirci qualsiasi cosa volesse dirci.
Dopo cinque lunghi minuti, Federica si decise a parlare "Credo che questa sia la notte"
In un primo momento, tutte noi la guardammo confuse e Greta diede voce ai nostri pensieri "Che cosa?"
"Questa" ripeté Federica, più lentamente "È la notte"
Io, Arianna e Greta ci scambiammo un'occhiata, ma fu Arianna quella a capire per prima cosa volesse dire "Oh!" esclamò "Questa? Sei sicura?"
A quel punto anche io e Greta capimmo e Federica annuì "Sì, credo che succederà stanotte. Mi sento pronta"
"Vuoi chiederci qualcosa?" feci io.
Federica si grattò la fronte con l'indice sinistro "No, io... Più o meno so cosa accadrà"
"Quindi resterai da Luke stasera?" chiese Arianna.
"Sì, ad un certo punto gli dirò che voglio dargli il mio regalo e..." lasciò sfumare la frase e Greta finì per lei "E gli regalerai la tua verginità"
Lei alzò le spalle "Non ho mai provato dei sentimenti così forti per qualcuno, voglio che sia con lui"
Mi alzai e le misi entrambe le mani sulle spalle "È un passo importante, la cosa importante è che tu sia pronta"
"Lo sono, ragazze, volevo solo condividerlo con voi"
Anche Arianna e Greta si alzarono, e tutte e quattro ci stringemmo in un abbraccio di gruppo "Vi voglio bene, ragazze" ci disse Federica, prima che Dylan bussasse alla porta e interrompesse quel bellissimo momento.
Greta gli aprì, ma non lo facemmo nemmeno entrare dato che eravamo già abbastanza in ritardo, così ci dirigemmo direttamente verso la sua auto.
"Siete bellissime, ragazze" fece lui e Greta gli diede un bacio, rendendolo ancora più sorridente.
Io, Arianna e Federica ci sistemammo sui sedili posteriori; poggiai la fronte sul finestrino e osservai il mondo che scorreva veloce fuori. Non ero dell'umore giusto per una festa, se dovevo essere completamente sincera, e non mi andava nemmeno di festeggiare Luke Williams, però volevo dare il mio supporto a Federica.
Ero così sovrappensiero che, quando parlai, la mia voce mi parve lontanissima "Possiamo fare una fermata, prima della festa?"
Mi accorsi di dover continuare quando tutti in macchina si ammutolirono, aspettando che proseguissi "Possiamo fermarci dieci minuti a casa di Henry? Voglio vedere come sta" era più di una settimana che non lo vedevo di persona e non mi bastavano più le telefonate: dovevo vedere coi miei occhi come stesse.
Dylan mi rispose un po' dubbioso "Suppongo che..." fece una pausa "Sì, un saluto non farà male a nessuno"
Un po' più serena, mi godetti la chiacchierata leggera che gli altri stavano facendo mentre sfrecciavamo verso Londra.

Il portiere ci fece entrare senza problemi, ma avvisò Henry tramite un citofono che stavamo per raggiungerlo. Mai una salita in ascensore mi era parsa così lenta: man mano che ci avvicinavamo a lui, mi sentivo sempre più impaziente. Tutto il mio corpo si agitava, a stento riuscivo a stare ferma sul posto.
La porta dell'anticamera era aperta, mentre quella dell'ingresso no, così bussai con vigore e Henry aprì poco dopo.
Aveva la barba di due giorni ed era pallido, i suoi bellissimi occhi blu non erano vivi come al solito, ma più spenti. Indossava una camicia bianca con i primi bottoni aperti e le maniche arrotolate fino ai gomiti e dei pantaloni blu "Che ci fate qui?" fu la prima cosa che ci disse, togliendosi dalla porta in modo da farci entrare.
Lo abbracciai di slancio "Siamo venuti a salutarti prima di andare alla festa"
Lui ricambiò debolmente il mio abbraccio e poi mi allontanò delicatamente "Ah... Il compleanno di Williams, giusto"
"Come stai?" chiese Dylan, guardandosi attorno, cercando qualche segno di malessere. La casa era ordinatissima come sempre, l'unico elemento che non erano al suo posto era una bottiglia di scotch, sul tavolino di vetro davanti ad uno dei due divani, e un bicchiere di vetro accanto alla bottiglia.
"Sto bene" rispose lui un po' bruscamente, andando verso il divano e incrociando le braccia "Non dovevate sentirvi obbligati a venire"
Scrollai le spalle, simulando una scioltezza che in quel momento non avevo "Non ci sentivamo obbligati, volevamo vederti"
"Se volete convincermi a venire, state perdendo tempo. Non ho voglia in questo momento di festeggiare il compleanno di Williams"
Federica aggrottò appena la fronte, ma non disse niente.
Prese il bicchiere e si versò dello scotch, una sensazione mi disse che quello non era il primo che beveva quella sera "Io e lo scotch staremo benissimo"
Mi avvicinai a lui e mi sedetti sul divano "Ehi, e se io rimanessi qui? Neanche a me va di andare a quella festa, preferisco di gran lunga passare del tempo da sola con te"
Henry non si girò nemmeno a guardarmi, ma c'era dolcezza nella sua voce "Vai a divertirti, Evelyn"
Dylan mise le mani in tasca e ci lanciò un'occhiata "Sai cosa? Williams non lo sopporto, è troppo arrogante, anche io preferisco rimanere qui con te"
Henry inarcò un sopracciglio "Dylan, non-"
"Non lo faccio per te, Henry" si portò le mani al petto "Lo faccio per me, quindi ora prendimi un altro bicchiere"
Henry spostò il suo sguardo da Dylan a me e, alla fine, sospirò "Ho delle partite registrate che ancora devo guardare"
"Benissimo!" Dylan si illuminò, felice che la sua tattica avesse funzionato, e si girò verso di noi "Vi accompagno alla festa e poi ritorno qui. Chiamatemi quando volete tornare a casa e verrò a riprendervi"
"Sei gentile, Dylan, grazie" fece Arianna con un sorriso.
Strinsi le labbra e mi rivolsi a Henry "Sei sicuro che non vuoi che rimanga?"
Dylan mi prese delicatamente per un braccio e mi invitò ad alzarmi, spingendomi piano verso le mie amiche "Evelyn, tranquilla. Io e Henry passeremo una fantastica serata tra uomini" percepii un filo di sarcasmo.
Mi voltai di nuovo verso Henry, che cercò di farmi un sorriso e mi fece un cenno col capo, ma non aggiunse nient'altro ed io mi lasciai spingere da Dylan verso la porta.

Le sfumature del tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora