My Hero Academia x Reader [𝙸𝚃𝙰]

Midoriya Izuku x Reader #3

Richiesta di LittleRandomOtaku
Spero che ti e vi piaccia!
(T/n) = Tuo nome
⚠️TW: midoriya è uno yandere ⚠️

"(T/n) p.o.v."
Continuavo a guardare l'ora dal telefono in ansia.

Oggi Sero aveva detto che saremmo usciti insieme a fare compere, ma all'improvviso mi ha detto di aspettarlo direttamente al centro commerciale e ora questo ritardo di mezz'ora.

Non è da lui. È sempre puntuale e non cambia luoghi d'incontro all'ultimo minuto.

Forse gli è successo qualcosa?

«(T/n) che ci fai qui?» mi chiese una voce alle mie spalle.

Mi voltai e vidi Izuku con delle borse in mano.

«Sto aspettando Sero.» dissi guardandomi in giro. Ma quando arriva?

«Vuoi che ti faccia compagnia?» mi chiese e lo guardai titubante. Guardai un attimo le borse e scossi la testa. Magari non ha finito le commissioni e io gli farei solamente perdere tempo.
Izuku, accorgendosi che gli avevo guardato le borse che aveva in mano, sorrise e scosse la testa.
«Non devo comprare altro, posso aspettare qui assieme a te.» disse con un sorriso gentile.

«Va bene, ma non so quanto dovrò rimanere.» dissi mentre Izuku appoggiava le borse per terra.

«Perchè? Non avete un'orario prestabilito?» mi chiese Izuku appoggiando la schiena al muro come me.

«Lo avevamo, ma non si è presentato e non mi ha ne chiamato ne scritto un messaggio.» dissi per poi sospirare.
«Non so se tornare al dormitorio oppure continuare ad aspettarlo.» dissi e notai che lo sguardo di Izuku era fisso su di me. Lo guardai imbarazzata e lui sorrise.

«Se vuoi possiamo aspettarlo un altro po' assieme e, in caso non si presentasse, tornare al dormitorio assieme. Ovviamente se ti va.» disse sorridendomi. Lo guardai e annuii.

Izuku è sempre così gentile e amichevole con tutti. Certe volte mi chiedo come faccia ad essere così perennemente disponibile. Io, personalmente, mi sarei stufata. Per questo è il migliore della classe.

[•••]

«A che pensi?» mi chiese Izuku, vedendomi assorta nei miei pensieri.

«Niente di importante.» dissi sedendomi per terra.
«Mi sa che non arriva più.» dissi mentre Izuku si sedette accanto a me.

«Non vuoi aspettarlo un altro po'?» mi chiese e scossi la testa.

«Oramai è un'ora che aspetto, non ha senso continuare ad aspettarlo.» dissi appoggiando la testa al muro.

«Sei arrabbiata con lui perché non si è presentato?» mi chiese Izuku e scossi la testa.

«Mi fa arrabbiare più il fatto che non mi ha contattato per disdire l'uscita.» dissi e Izuku si alzò in piedi. Lo imitai e ci dirigemmo verso la stazione dei treni, pronti a prendere il primo treno che portava verso casa.

[•••]

Arrivammo al dormitorio e ognuno andò nella propria stanza, aspettando l'ora di cena.

Appena vedo Sero gliene dirò quattro, come si permette a darmi buca senza avvisare.

[•••]

Scesi al piano terra e mi diressi in cucina, dove c'erano gli altri ad aspettarmi. Ovviamente, tutti tranne Sero.

«Scusa ma Sero dov'è?» chiesi e tutti mi guardarono confusi.

«Scusa non era uscito a fare compere assieme a te?» mi chiesero e scossi la testa.

«Non si è presentato.» dissi e potei iniziare a sentire la preoccupazione. E se gli fosse successo qualcosa? Non penso un incidente, insomma, è molto attento, però non si può dire lo stesso del guidatore.

«Corro ad avvisare i professori.» disse Iida, per poi raccomandarci di rimanere tutti assieme. Izuku si avvicina a me e istintivamente lo abbraccio.

«E se gli fosse successo qualcosa mentre veniva da me? Magari mentre io lo stavo insultando mentalmente lui stava soffrendo..» dissi sul punto di piangere. Izuku mi strinse fra le sue braccia.

"Midoriya Izuku p.o.v."
Strinsi la mia dolce (T/n) fra le mie braccia. Anche se per arrivare a questo ho dovuto togliere di mezzo Sero, ne è valsa la pena. Poter abbracciare (T/n), sapendo di essere l'unico per lei in questo momento in cui è così fragile, mi fa sentire bene.

-

«Midoriya, sto facendo tardi, in cosa ti devo aiutare?» chiese Sero scocciato, guardando l'orologio.

«Oh tranquillo. Tu non devi fare niente, devi solo chiudere gli occhi e non risvegliarti mai più.» dissi e tirai fuori dalla tasca il coltellino, per poi ficcarglielo nella gola. Il sangue cominciò a fuoriuscire dall'emorragia e dalla bocca. Mi guardò con uno sguardo spaventato. Cadde a terra, privo di sensi per la perdita di sangue. Lo guardai negli occhi, erano spaventati, confusi e traditi.

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(T/n) sarà mia.