Dabi x Reader #7

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Richiesta di RagazzaSiciliana
Spero che ti e vi piaccia!
(N/h) = Nome hero
(T/n) = Tuo nome
*nella richiesta vi era precisato che (t/n) e dabi non si conoscono*

Guardai l'edificio davanti a me e notai delle piccole fiamme blu. Un incendio? E poi da quando il fuoco è blu?

<Mamma, credo che la scuola stia andando a fuoco.> l'avvertii indicandole le piccole fiamme blu che si intravedevano sul tetto.

<Cazzo, l'unione dei villain!> esclamò correndo dentro l'edificio, io la seguii ma senza fretta. Anche se volessi aiutare, non potrei essendo solo una studentessa. Le regole sono le regole, no? Se non si ha la licenza da eroe non si possono utilizzare i quirk.

<Ho perso mia madre.> sussurrai non vedendola più. Sospirai e cominciai a vagare all'interno dell'edificio, senza una meta precisa. Quando i villain se ne saranno andati mia madre verrà a cercarmi, quindi non mi devo preoccupare per lei. Mentre per quanto riguarda me, non mi interessa di incontrare qualche villain. Li lascerò passare senza problemi. Forse così il preside rifiuta la mia iscrizione ritardataria. Speriamo.
<Non voglio rischiare la mia vita per una società del genere.> sussurrai entrando dentro una classe.
<Però non condivido quello che fanno i villain, questo non li rende migliori di quegli eroi che lo sono solo per titolo lavorativo.>

<Chi sei?> chiese una voce alla mia destra. Spostai lo sguardo e vidi tre persone: una ragazza bionda, un ragazzo dai capelli azzurrini e un'altro con i capelli neri, ricoperto di bruciature.
L'unione dei villain.

<Nessuno che vi intralci. Prego, continuate.> risposi voltandomi per uscire dalla stanza.
In teoria facendo così sembro una vigliacca, ma poco importa.

<Dabi, prendila come ostaggio.> appena udii quelle parole corsi fuori dall'aula e me la diedi a gambe levate. Non mi voltai a vedere se uno di loro mi stesse seguendo o meno. Non dovevo voltarmi. Se mi fossi voltata sarebbe stata la fine. Il mio cervello avrebbe cominciato a immaginare il momento in cui mi avrebbe presa e senza volerlo il mio corpo rallentava, rassegnandosi. Questa è una cosa che ho imparato a mie spese.

Continuai a correre per qualche corridoio, poi vidi una finestra aperta e uscii da essa. Mi rialzai in piedi e corsi nel giardino, per poi nascondermi dietro a un albero. Cercai di regolare il mio respiro e poco dopo ci riuscii.
Nessun rumore, oltre al mio fiato. Sporsi la testa, controllando che non vi fosse nessuno. Controllato il perimetro circostante presi un bel respiro e uscii allo scoperto.
Continuai a guardarmi intorno, ma non vedevo nessuno, quindi era un via libera per tornare dentro l'edificio. Questa volta avrei evitato di tornare dov'ero prima.
Ero quasi vicina alla finestra da cui ero uscita quando sentii un rumore dietro di me. Piccoli brividi di paura cominciarono a percorrermi per tutto il corpo.

Se mi volto sono spacciata, se provo a scappare pure, che faccio?

Mi voltai e vidi il ragazzo con le bruciature di prima. Sorrise e mi afferrò per un braccio.
<Vieni con me.> disse e cercai di dimenarmi, ma fu tutto inutile.

[•••]

<Eccolo!> esclamò la ragazza di prima quando io e il mio rapitore entrammo nell'aula.
<Come ti chiami?> mi chiese la ragazza, avvicinandosi a me con un coltello e un sorriso inquietante. Perfetto, morirò per mano di una sociopatica.

<Perché usate me come ostaggio?> chiesi ignorando la biondina.

<Perché tu sei la figlia di (N/h).> rispose il ragazzo dai capelli azzurrini.

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