Aizawa Shota x Reader #11

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Richiesta di di_solito_martyna
Spero che ti e vi piaccia!
(T/n) = Tuo nome
(N/m) = Nome migliore amica
(C/l) = Collega di lavoro
*continuo della one-shot precedente*

Appoggiai i documenti sulla mia scrivania e tirai un sospiro di sollievo.
<Finalmente> sussurrai stanca di lavorare. Appoggiai la testa sullo schienale della sedia e chiusi gli occhi, cercando di riposarmi qualche minuto, prima di cominciare a lavorare sul prossimo fascicolo.

Dopo pochi minuti riaprii gli occhi e mi misi al lavoro, ignorando la stanchezza.

[•••]

Uscii dal mio ufficio e mi diressi all'ascensore, per dirigermi al piano terra e tornare a casa.
Guardai l'orario dal telefono e sospirai.
Dovrei smettere di finire di lavorare alle 20.30, di questo passo diventerà tutto così monotono che sarà tutto noioso.

Le porte dell'ascensore si aprirono e io entrai, seguita da altre cinque persone.
Accesi il telefono e guardai gli ultimi messaggi non letti:

(1) Mamma:
Tesoro, questo week-end non posso venire, mi dispiace. Facciamo per il prossimo?

Io:
Va bene mamma, nessun problema.

(2) (N/n):
Ti va se venerdì sera usciamo? Ho bisogno di uscire e divertirmi un po'.

Io:
Uhm non saprei, sono un po' indaffarata con il lavoro ultimamente.

(N/a):
Solo ora rispondi, dopo due ore?
Comunque non accetto un no come risposta. È da quando abbiamo finito l'università che non usciamo. E DOPO UN ANNO io ho bisogno di divertirmi con te.
Per favore

Io:
Va bene, va bene

(3) (C/l):
Per domani riesci a completare il lavoro che ti ho chiesto?

Io:
Certo.

Come dovrei riuscire a terminare quel lavoro per domani? Dovrò passare la notte in bianco.

Sospirai e l'ascensore aprí le porte, uscii e me ne andai direttamente alla mia auto.

[•••]

Entrai in casa e chiusi la porta a chiave.
Andai in cucina e misi a riscaldare la pizza che avevo in freezer.
All'improvviso il campanello suonò, cosa strana visto che (N/a) a quest'ora è a casa con la sua ragazza e mi avvertirebbe se venisse a trovarmi. Mi avvicinai alla porta e la aprii, ritrovandomi faccia a faccia con un uomo che non conosco, ma che mi è familiare. Ha i capelli neri e un po' lunghi che gli ricadono sulle spalle. Gli occhi sono del medesimo colore dei capelli, inoltre ha alcune cicatrici sotto gli occhi. È abbastanza alto, sarà un 1.80.

<Salve, è successo qualcosa?> chiesi e lui continuò a fissarmi negli occhi, come se stesse aspettando qualcosa. Ho questa sensazione di averlo già visto da qualche parte.

<Posso entrare?> mi chiese e annuii, facendolo entrare per poi chiudere la porta.

<Gradisce qualcosa da bere?> chiesi e lui scosse la testa.
<Uhm come mai è qui? Le è capitato qualcosa di brutto?> chiesi e lui scosse la testa, di nuovo.

<Non mi riconosci?> mi chiese e lo guardai a lungo. Mi è familiare, ma non saprei dove lo abbia potuto vedere prima d'ora. Forse è un amico di (N/a)?

<Sei un amico di (N/a)?> chiesi e lui scosse la testa.

<Non so chi sia. Io conosco solo te.> disse e mi sentii un po' a disagio. Come fa a conoscermi? I suoi capelli e i suoi occhi mi sono familiari, ma non so proprio chi possa essere.

<Per caso mi hai conosciuto quando andavo al liceo?> chiesi e lui annuí. Ora ho capito.
<Mi spiace darti la cattiva notizia, ma per un incidente ho perso la memoria e non mi è più ritornata.> gli comunicai e lui rimase a bocca aperta.

<Ma perché non hai mai risposto ai miei messaggi? Anche se non mi conoscevi potevi rispondere no?> chiese cercando di calmarsi.

<Il telefono è stato distrutto dall'incidente e con lui anche la sim. Mia madre mi ha comprato un nuovo telefono e mi ha fatto cambiare numero.> dissi e lui si mise le mani nei capelli.

<Io per tutti questi anni.. ho sempre pensato che tu.. cazzo.> sussurrò e gli dissi che poteva sedersi. Lui si sedette e si coprì il viso con le mani, rimanendo in assoluto silenzio. Mi spiace che scopra la verità solo ora, Chissà per quanti anni avrà continuato a pensare che lo stessi ignorando. Mi dispiace un po' per lui.

<Io sto riscaldando un po' di pizza, ne vuoi?> chiesi cercando di tirarlo su di morale. La pizza aiuta sempre.

<Non ti ricordi proprio nulla? Non ti sembro familiare o una cosa simile?> mi chiese, ignorando completamente la mia domanda.

<I tuoi capelli e i tuoi occhi mi sono familiari.> dissi e sorrise un po'.

<E che altro?> chiese speranzoso. Cominciai a fissarlo con molta concentrazione. Mi soffermai sulle sue labbra per qualche secondo e constatai che mi piacevano la loro forma e il colore.

<Nient'altro.> dissi e lui sospirò.
<Quindi la vuoi un po' di pizza?> chiesi e lui annuí, per poi iniziare a osservarmi. Mi alzai e andai a controllare a che punto fosse la cottura della pizza.
È pronta, finalmente.

[•••]

<Abiti in questa città?> chiesi prima di addentare la prima fetta di pizza.

<No, starò qui solo per qualche mese.> disse e annuii.

<Che lavoro fai?>

<Sono un eroe.> disse e lo fissai a lungo.
Non me ne intendo di eroi e cose così, ma io non l'ho mai visto in giro.

<Come mi hai trovato?> chiesi cambiando discorso.

<Ho accettato di venire a lavorare in questa città proprio perché mi ricordavo che ti eri trasferita qui. Ho cercato il tuo nome e cognome alla centrale - cosa che non dovrei fare - e ti ho trovata.> disse e annuii.

<Che tipo di rapporto avevamo? Se non hai mai smesso di cercarmi per tutti questi anni avevamo un bel rapporto, giusto?> chiesi finendo la fetta di pizza.

<Se non te lo ricordi significa che per te non era niente di che. Sicuramente ora sarai piena di amici e ragazzi che ti gireranno intorno che questa informazione ti è totalmente inutile.> disse prendendo un'altra fetta di pizza e addentandola, evitando il mio sguardo.

<Se la mia vita fosse come la descrivi tu a quest'ora non sarei a casa a mangiare una pizza scadente con una persona che dice di conoscermi ma che io non conosco. Per non parlare dei metodi poco ortodossi con cui mi ha trovata. Per quanto ne so potresti esserti inventato tutto e vuoi solo uccidermi.> dissi e lui ridacchiò.

<Se fossi un assassino a quest'ora ti avrei già ucciso.> disse e scossi la testa.

<Quale assassino si fa scappare l'opportunità di mangiare una pizza assieme alla propria vittima?> chiesi ironica e lui scoppiò in una fragorosa risata, seguito a ruota da me.

<Va bene, va bene, hai vinto.> disse per poi addentare nuovamente la sua pizza.

<Quindi me lo dici? Che tipo di rapporto avevamo io e te?> chiesi e lui mi guardò negli occhi con un'espressione seria in volto.

<Sei fidanzata?> mi chiese e scossi la testa, lui sorrise e io lo fissai, un po' confusa.

<Eravamo fidanzati?> chiesi e lui scosse la testa.

<Non ci siamo mai lasciati in realtà.> disse e rimasi a fissarlo a bocca aperta, non sapendo come reagire a questa notizia.

My Hero Academia x Reader [𝙸𝚃𝙰]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora