Akame

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È pomeriggio di inizio settembre, un sottile strato di nuvole bianche oscura appena il sole, una luce grigiastra avvolge le calde pietre della città di Volterra, i miei occhi scarlatti sono stagliati all'orizzonte

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È pomeriggio di inizio settembre, un sottile strato di nuvole bianche oscura appena il sole, una luce grigiastra avvolge le calde pietre della città di Volterra, i miei occhi scarlatti sono stagliati all'orizzonte. L'aria è calda e immobile, i frutteti maturi e carichi di deliziose prelibatezze, le campagne quasi pronte alla vendemmia e questa è la prima giornata coperta dopo parecchio tempo. La sottile coperta grigia è solo la piccola anteprima dei mesi che verranno e io sospiro tra i merli della Torre Campanari.

Mi sono rintanata qui su perché avevo bisogno di un luogo isolato dove pensare, di respirare all'aperto. È assurdo sentire la necessità di una boccata d'aria fresca, uscire e fuggire dai corridoi ariosi di Palazzo ora che sono immortale e non ho bisogno di ossigeno per definizione.

Dopo la chiacchierata con Aro sentivo la necessità di uscire a sbollire, dentro mi sentivo come una pentola a pressione a cui stava per saltare il coperchio. Il leader mi ha informata che continuerò a cacciare, seguita personalmente da Lui o altri membri della Guardia, perché devo continuare a conoscermi e prendere confidenza con il mio corpo e con la mia mente. Ha usato un giro lungo di parole per dirmi che sono esclusa dai facili e passivi banchetti nella Sala dei Troni.

Ho capito l'antifona chiaro e forte: devo assumere maggior controllo delle mie reazioni e delle mie emozioni, del mio corpo e dei miei desideri. La verità è che mi sento tremendamente in difficoltà, costantemente sotto pressione, continuamente messa alla prova e insieme ogni istante è buono per ritrovarmi a fallire miseramente su tutti i fronti.

Marcus mi blatera davanti e io ringhio, mi concentro sulla realtà e i miei occhi non possono staccarsi dalle labbra di Aro, mi avvento su di Lui e il leader mi sfugge via come un'anguilla. La mia mente corre all'impazzata da una parte all'altra, si lancia e insegue un desiderio alla volte e nessuno di questi è stato appagato. Vivo sulle montagne russe dal giorno del mio risveglio e inizio ad essere piuttosto frustrata da tutto questo sballottamento.

Data la mia sete insistente Aro mi ha esonerata dalla lezione odierna con Marcus. Prima di salire qui su ho fatto dunque un rapido salto nell'ufficio del vedovo per dirglielo. Non è parso stupito, forse ho intuito un'onda di dispiacere nel mare tempestoso dei suoi occhi, non tanto per la mia assenza quanto più per aver ottenuto una conferma spiacevole. Sono certa riferita alle mie attuali difficoltà.

La vita da neonata è decisamente più difficile di quel che mi aspettavo, le giornate sono lunghe ed insieme piene di sete. Non passo con Aro effettivamente più tempo di prima ma la cosa che davvero mi intristisce è che il tempo con Lui sembra diverso, si comporta in modo strano e non capisco perché.

Percepisco qualcuno salire le strette scalette a chiocciola che portano sulla torre, il rumore mi ha distratta dai pensieri infelici e profondi. Rimango perplessa riconoscendo il felpato e placido passo di Demetri, non l'ho mai visto salire fin qui su ma sono felice di potergli parlare finalmente. Quando sbuca sorride radioso, è fasciato nel solito completo nero e attillato attorno alla sua minuta ed atletica figura, i capelli rossastri un po' scompigliati e il viso appuntito, gli occhi scuri assetati.

La Corona del ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora