Rubino

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Mi muovo furtiva nel sottobosco di Volterra, nella tasca dei pantaloni ho il nuovo telefono recuperato in un negozietto lungo la strada e la SIM che tra poche ore sarà attiva. Mi muovo attenta e lenta tra i fitti alberi sotto le mura di casa mia lanciando sospettosa lo sguardo attorno. Giungendo qui non ho incontrato nessuno che facesse il giro di ronda e la cosa mi sembra strana.

Tendo l'orecchio un poco preoccupata, questo strano silenzio vuoto mi inquieta e la calma surreale non fa che insospettirmi. Non mi aspettavo certo un corteo per darmi il benvenuto ma nemmeno di non incrociare alcun viso noto fin sotto le alte e spesse mura di cinta. Costeggio la struttura passeggiando nell'ombra dei fitti rami, è pieno giorno e il cielo è coperto da una sottile coperta di nubi così bianche da far quasi male agli occhi, i raggi del sole potrebbero vincere l'invernale coltre da un momento all'altro intiepidendo piacevolmente la giornata. Mi fermo un istante e mi concentro, inalo aria ad occhi chiusi con il solo scopo di massimizzare la mai sensibilità richiamando a me e controllando il lato più istintivo e primordiale della Vampira.

Il fresco sapore umido del terriccio mi colpisce prepotentemente per poi lasciarmi indagare meglio tra tutte le altre delicate note nascoste nell'aria attorno a me. Un rassicurante odore di acqua e corteccia umida proviene da tutto il bosco, in lontananza capto deboli note dei primissimi fiori sbocciati in un prato. La città alta è popolata di persone che passeggiano deliziosamente per le vie principali catturate dai diversi ristoranti, i profumi delle cucine giungono a me decisi ma non invitanti come un tempo.

Apro gli occhi corrucciando la fronte, ho ricevuto l'ennesima sospettosa conferma della completa assenza di chiunque nei paraggi. Non c'è scia di alcun immortale qui, come se i Volturi non seguissero i percorsi della ronda oramai da diverse ore.

Risoluta e un poco impaziente lancio uno sguardo al cielo per rasserenarmi dell'assenza di Sole, poi sbuco diretta rapidamente alla base delle mura e in particolare alla grata dello scolo dell'acqua piovana, quella dal quale io e Felix uscivamo per i nostri giri. La grata è apparentemente sigillata come sempre, leggermente celata da un grosso cespuglio rigoglioso grazie al quasi costante approvvigionamento di acqua ma nulla di più. Per l'ennesima volta mi trovo ad arricciare il naso per il pessimo livello di sicurezza di casa di Aro, è davvero scandaloso come mi sia appena avvicinata tanto a Volterra e il Palazzo dei Priori senza essere intercettata da una Guardia o essere fermata nel mio ingresso furtivo nella sede del Potere Giudiziario.

Senza troppe cerimonie afferro la maniglia della grata con estremo desiderio di nascondermi nel tunnel il prima possibile senza essere vista. Appena le mie dita si chiudono attorno al metallo ogni muscolo si contrae spasmodico e sconvolto, per un istante la certezza che Jane mi abbia folgorata con il suo sguardo malevolo si fa strada nella mente per evaporare immediatamente.

Sento qualcosa propagarsi come un flash dalla mano a tutto il braccio, poi nel busto e giù lungo le gambe che si fanno pesanti e molle mente la presa decisa delle dita sembra sciogliersi. Nel giro di un secondo mi ritrovo crollata davanti alle sbarre in metallo. Una sensazione di caldo caratterizza spiacevolmente ogni parte del mio essere mentre mi sento molla e priva di forze, come se avessi perso consistenza improvvisamente e i granelli di ghiaccio di cui sono composta si fossero sciolti improvvisamente lasciando che la mia forma fosse garantita solo dall'alabastro.

Ho l'improvvisa sensazione di non potermi muovere o di poterlo fare ma in modo molto lento e inefficace, ruoto gli occhi per provare a verificare di essermi accasciata dietro al cespuglio e il più possibile nascosta ad occhio umano. Il mio viso è premuto contro il terreno fangoso e umido mentre non sento affatto il desiderio di alzarmi o muovere nessuna parte del mio essere. Lascio scorrere le iridi scarlatte e inviperite sulla grata chiusa, affilando indispettita lo sguardo.

La Corona del ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora