Evasione

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Pianto gli artigli nella colonna liscia e rotonda di legno. Risalgo uno dei tronchi che funge da pilastri portanti delle docce comuni. In pochi istanti sono sulla tettoia e con un balzo passo al primo tettuccio senza che anima morta o viva mi abbia notata. Inizio a muovermi accucciata sulle tegole in terracotta lisce e umide, il borsone a tracolla sulle spalle contiene anche mantello di Aro; se devo morire tornando a Volterra almeno voglio riportargli il suo indumento preferito.

Il tetto è ancora completamente ricoperto di neve ma ora lo strato non è più soffice come il giorno prima, bensì si è solidificato e compattato in un blocco freddo, umido e scivoloso. Il sole della bella giornata ha avuto la forza di sciogliere uno sottile strato superficiale di neve gelida che con il calare della sera hanno creato una patina trasparente di ghiaccio. Questa fuga sarebbe davvero impossibile se fossi ancora umana, il tetto sarebbe decisamente impraticabile in questa condizione e in realtà il ghiaccio non aiuta neanche la mia forma immortale nel procedere particolarmente spedita ma vado avanti.

Rimango accucciata con il borsone in spalla, sfrutto al massimo il carroarmato degli anfibi in dotazione alla Guardia ma anche gli artigli con cui gratto decisa il ghiaccio per afferramici saldamente. Non sarà l'evasione più rapida e scenografica che si sia mai vista fare ad n vampiro ma è pur sempre un ottimo modo per raggiungere il mio obbiettivo.

Volterra.

Lo strato gelido scricchiola appena come se provasse timidamente a denunciare i miei movimenti e la mia presenza. La notte stessa del mio arrivo la neve, ancora fresca, era decisamente più collaborativa nei miei piani criminali. Un piccolo soffio di fastidio mi sfugge mentre procedo cauta ma determinata lungo il primo tetto. Scorro lungo il perimetro della struttura con l'intento di raggiungere l'edificio che si collega alla roccia della montagna, da lì il punto di congiunzione con la roccia del fianco del monte Tate, a quel punto risalire le pendici alcuni chilometri e poi discendere altrove. L'idea è di fare un giro lungo ma che mi permetta di evitare accuratamente i principali ingressi controllati da annoiate sentinelle immortali.

Mi muovo rapida e il più possibile silenziosa, ogni senso attento ai movimenti attorno a me. Di tanto in tanto mi fermo alcuni istanti per sincerarmi che tutti i vampiri nella struttura sui cui sto più o meno passeggiando siano sempre ben distratti dalle loro faccende, mi assicuro che nessuno esca ma soprattutto che nessuno sia in allerta per le mie attività. Sono pronta a iniziare una e vera propria corsa da un momento all'altro, se le cose dovessero precipitare questa evasione discreta è destinata a mutare in fuga a gambe levate.

C'è un piccolo dettaglio che non avevo considerato nel mio piano e che, per ora, decido di ignorare rimandando la necessità di trovarvi soluzione a più tardi. La sete è oramai tornata intensa e decisa, appena mi avvicinerò ad un centro abitato farò sicuramente un massacro quindi è prioritario seminare i miei nuovi guardiani il prima possibile. In ogni caso devo cibarmi prima dell'attraversata che mi aspetta per tornare nel continente asiatico, abbandonando il Giappone. Non posso infiltrarmi sottocoperta completamente assetata per banchettare a metà viaggio con l'equipaggio, principalmente perché io non so guidare una barca e il mantello di Aro non apprezzerebbe particolarmente una nuotata in mare. Sbuffo trovandomi con la necessità di cibarmi, perdendo probabilmente il controllo, in un luogo che non conosco e senza alcun tipo di supervisione. Sicuramente commetterò qualche crimine che andrà solo a maggiormente giustificare Aro nel porre definitivamente fine alla mia esistenza.

Siamo in ballo, balliamo!

Poggio le spalle ad un muro perimetrale in legno scuro, dunque scivolo lateralmente appiattita al massimo per celare la mia ombra in quella dell'edificio. Mi muovo lenta e piuttosto fluida lanciando occhiate attente in giro. Con un'arrampicata fluida e rapida mi isso sul nuovo edificio e poi controllo ancora scrupolosamente che tutto sia in ordine e tranquillo attorno a me. Sono approdata all'edificio che si congiunge alla roccia e manca molto poco per potermi aggrappare con gli artigli al fianco aspro e grigio del monte. Il colmo del tetto è la mia attuale meta intermedia. Giunta sulla cima dell'edificio secondario sarò potenzialmente visibile a gli occhi di chiunque, d'altro canto la cima è una lunga linea pitta diretta fino alla montagna, una sorta di pratica autostrada gelata su cui planare per fuggire. Sarei più esposta ma impiegherei meno tempo nell'evasione, guadagnando vantaggio sul clan di Kaito che prima o poi si accorgerebbe della mia assenza.

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