Blackjack

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Giorno 3
Pomeriggio

Seguo il leader in silenzio, l'aria tra noi si è fatta gelida e silenziosa ma so perfettamente che non ci metteremo nuovamente a discutere; simao nel bel mezzo della nave e tra gli altri passeggeri, come me anche Aro lo sa. Appena raggiungiamo la preziosa scalinata dal tappeto rosso, che discende nello sfarzoso salone centrale, Lui si ferma e mi porge distrattamente il suo avambraccio così che possa sorreggermi alla sua persona. Il gesto è molto galante e attento nei miei confronti oltre ad imporre un naturale contatto fisico in quella che dovrebbe apparire una coppia se vista da fuori.

Accetto il suo invito senza avere molte altre possibilità e insieme discendiamo verso la sala inferiore. Come la sera precedente il via vai di passeggeri e personale della nave è notevole e noi tagliamo per la zona centrale, diretti ai corridoi più ampi che conducono alla zona svago e attrazioni della crociera.

"Non sono mai stata in un casinò" rompo il silenzio facendo spallucce. Vorrei provare a imbastire un minimo di dialogo, giusto per non sembrare forzatamente affiancati come una coppia uscita da un matrimonio combinato non desiderato da nessuna delle parti.

"Nessun problema" liquida tranquillamente lui "Gioco io e tu mi fai da dama di compagnia, impari e prossima volta ti diverti a rubarmi i soldi" propone con fare straordinariamente rilassato e sinceramente scherzoso.

Rimango quasi stupita nel sentirlo fare una battuta dopo tutto l'attrito di alcuni minuti prima. Classifico il suo atteggiamento come un tentativo di rendere la nostre interazione abbastanza civile da poter restare in pubblico senza divorarci. Ho una lieve sensazione di capogiro per questo cambio repentino e ampio del suo atteggiamento ma non mi lascio scoraggiare, anzi colgo la palla al balzo.

"Forse sono più il tipo da furto in garage..." la butto sul ridere e Aro mi lancia una piccola occhiata indignata. Il tema Ferrari non è mai stato dettagliatamente sviscerato perché sicuramente di irrilevante importanza rispetto a tutti gli altri problemi. Sicuramente Aro non è indignato per il valore monetario dell'auto ma questo non vuol dire che sia passato sopra alla mia piccola marachella.

"No, neanche quello perché l'ho già riportata a Volterra" sbuffa seccato "Comunque, visto che ti sei fermata all'area di servizio, potevi almeno lasciarmela con il pieno fatto" rota in modo molto giocoso le iridi calde celate dalle lenti a contatto. Non riesco a trattenere una sincera risata mentre approdiamo all'ingresso del casinò. I colori predominanti si intuiscono immediatamente dalla moquette color mattone scuro, gli arredi in legno rossastro perfettamente tirati a lucido, maniglie e corrimani dorati e riflettenti come specchi, la trasparenza pura del vetro e il verde vellutato dei tavoli per il gioco d'azzardo.

Aro corruga appena la fronte muovendo il naso nell'aria. Rimango immobile non osando imitarlo e attendendo la sua conclusione che non tarda ad arrivare.

"Stress" storce il naso un poco infastidito come se la fragranza, che sicuramente satura l'aria, non fosse di suo particolare gradimento. Immediatamente il leader si sfila il cappotto elegante che viene indifferentemente lasciato all'addetto di turno mentre non gli riserva né un grazie né uno sguardo perché è troppo impegnato a dare ordini a me.

"Gentilmente, mia cara, potresti riservarmi un posto al tavolo da Blackjack?" sorride educatamente freddo dirigendosi con superiorità a quella che dovrebbe essere la cassa dove cambiare soldi e giettoni.

Quel modo di fare ricorda molto poco velatamente l'atteggiamento di dominio e controllo che ha sfoggiato in stanza poco prima di uscire. Prima mi ha vestita a suo piacimento come fossi una bambolina, poi mi ha sistemato i capelli secondo suo capriccio, ora mi ordina di riservargli un posto.  Percepisco il suo ego gonfiarsi beffardamente mentre mi volta le spalle e si allontana.

La Corona del ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora