Musa

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Nel giro di dici minuti ci stiamo fronteggiando nel salottino, gli altri Cullen presenti non osano interrompersi per dichiarare minacce nei miei confronti e l'atmosfera sembra nuovamente serena nella stanza. Rosalie ha lasciato il posto a Jasper, Alice continua a navigare con il telefono mentre Jacob e Renesmee strimpellano qualcosa al pianoforte.

Il piano da gioco dall'aria raffinata è tirato a lucido, nonostante la fattezza preziosa la scacchiera non si avvicini all'elegante raffinatezza di quelle usate da Aro. Il prezioso avorio dei bianchi è sostituito da una leggera betulla, i pezzi di duro e pesante ebano sono rappresentati con un tronco castano; gli stessi materiali compongono le caselle della base.

Carlisle è stato così gentile da farmi scegliere la fazione prima di iniziare, nonostante continui a identificarmi con l'avorio ho pensato fosse corretto prendere i neri questa volta. L'angelico dottore sembrava entusiasta all'idea di poter aprire la partita ma ora osserva la scacchiera con fronte corrugata e dita sul mento.

Il vegetariano non si sta rivelando un avversario facile ma sicuramente la sua bravura non è paragonabile a quella di Aro, in quanto a me è parecchio tempo che non gioco e mi ritrovo un poco arrugginita. La partita è ancora aperta e tutta da disputare, i pezzi sono sparpagliati in giro mescolati ma io ho già perso un po' di pedoni, un cavallo e una torre. Carlisle ha perso quasi tutti i pedoni e un alfiere, ma la sua regina appare straordinariamente in difficoltà.

"Dunque chi era l'affascinante scacchista in nero?" chiede il dottore rompendo il silenzio sportivo tra noi. La domanda mi spiazza, credevo stesse ragionando sulla prossima mossa e non sul nostro dialogo precedente. Non sono sicura sia un bene dire che Aro gira nei bar di Volterra, neanche far intendere a Carlisle che tra noi due potrebbe esserci qualcosa di più che un rapporto leader-membro della Guardia; d'altro canto non posso rimanere zitta molto a lungo o la mia risposta ponderata sarà chiaramente interpretata come menzogna.

"Felix" dico distrattamente con una scrollata di spalle, come se tutto ciò non fosse poi molto rilevante. Il dottore mi studia per un istante, poi elargisce un sorriso candido accettando le mie parole ma uno strano luccichio dolce sul fondo delle iridi ambrate mi fa pensare che ha visto comunque più lungo del necessario.

Le dita del buon dottore fanno presa sul cavallo avorio spostandolo ad L per minacciare la mia regina come ricatto. Ora siamo circa nella stessa situazione e secondo Carlisle questo dovrebbe salvare la donna bianca.

"Certo..." sospira meditabondo "Felix adora gli scacchi" sorride bonariamente divertito e un luccichio di complicità nello sguardo e io gli riservo un'occhiataccia infastidita. Probabilmente il dottore crede lo sguardo tagliente fosse legato alla sua mossa a scacchi ma la verità è che mi scoccia essere stata scoperta così rapidamente dal capoclan Cullen.

Non posso cambiare le sue idee ma posso vendicare l'affronto.

La mia seconda torre spazza via il pezzo che mi rappresenta ma che questa volta è sul fronte opposto. Il vegetariano non pare sconvolto dalla mia azione impietosa nei suoi confronti ma immediatamente medita sul come far volgere la partita a suo favore, glielo leggo nello sguardo.

"E dimmi, Carlisle, quanti anni hai trascorso a Volterra?" indago con tono generale e neurale.

"Forse una decina..." risponde evasivo mettendo in pratica la minaccia preparata precedentemente con l'alfiere. La regina nera viene spazzata via ma la partita è tutta ancora da disputare ma ora ho una strategia.

Inizio cancellando dalla scacchiera gli ultimi pedoni candidi e poi mi concentro sul mantenere il controllo della zona centrale, mando al martirio un paio di pezzi per fare breccia nella schiera dell'avversario e finalmente riesco a portare un mio pedone a fondo scacchiera.

La Corona del ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora