Duetto

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Le settimane scorrono e nulla cambia dentro il Palazzo dei Priori, i giorni si susseguono tutti uguali come sempre. Ho invio un piccolo contingente della Guardia in missione in Scandinavia così da tenere sotto stretto controllo l'evoluzione delle insurrezioni dei licantropi; il delicato tema è servito da collante tra me e Caius dopo l'ultima furente discussione riguardo Adelaide e la mia gestione della neonata. Entrambi sappiamo perfettamente quanto quelle gigantesche e pelose creature lunatiche possono rappresentare una seria minaccia per la nostra segretezza e la nostra razza, molto più dei semplici mutaforma. Io e Caius siamo consapevoli del fatto che c'è bisogno di un fronte unito e comune, di un intenso lavoro di squadra e un'organizzazione armoniosa ed equilibrata per la gestione corretta della situazione che si è andata a creare. Senza troppi attriti abbiamo scelto i percorsi, la strategia di attacco, le tempistiche e soprattutto i pezzi che saliranno sulla scacchiera e quelli che resteranno a Volterra.

La verità è che molto probabilmente tra pochi giorni saremo costretti a partire diretti in Scandinavia e io non riesco ancora a levarmi dalla testa Adelaide mentre attendo sempre più disilluso il suo ritorno. Trascorro intere giornate fermo immobile pensando a Lei esattamente come quel pomeriggio in cui ho suonato il pianoforte per diverse ore consecutive facendomi accompagnare dal violino di Marcus, probabilmente per suo esaurimento nervoso nel sentire la medesima scaletta ripetuta ad oltranza come un assurdo mantra.

Una risatina amara mi fa scuotere le spalle quando mi rendo conto che sono seduto sul bordo del Suo letto a baldacchino, la stanza è vuota e gelido e io fisso l'orizzonte esterno alla finestra esattamente come quando avevo bandito la ragazza. Sembra quasi che nulla sia cambiato in un anno e ciò non potrebbe essere più lontano dal vero perché nel mentre Adelaide è tornata a Volterra, ha sviluppato ulteriormente il suo dono, abbiamo insieme affrontato una battaglia, Lei è morta e l'ho trasformato donandole l'immortalità.

Amaramente divertito dall'ironia della sorte tendo l'orecchio alla ricerca dei delicati passi della segretaria come mi aspettassi davvero di poter udire la defunta Bianca muoversi professionale nel Palazzo dei Priori. Effettivamente capto un movimento lungo il corridoio, chiunque stia arrivando non si preoccupa di celare la sua presenza ed è caratterizzato da un passo deciso e un pochino pesante, le suole dure batto delicato sulla pietra fredda di casa mia. Impego solo qualche istante a riconoscere il passo come quello di Felix.

Corruccio la fronte incuriosito, non è solito bazzicare in quest'ala di Palazzo, soprattutto non ora che Adelaide è tanto lontana da questa stanza. Ruoto appena il capo per esporre meglio l'orecchio alla porta in legno alle mie spalle che dà sul passaggio freddo ed elegante di casa mia; Felix rallenta davanti alla deliziosa anta che ha sequestrato Adelaide più di un anno fa con qualche giro di chiave. L'immortale sembra essersi reso conto della mia presenza e l'andatura si è fatta appena titubante, come quella di chi pondera la possibilità di tornare in un secondo momento.

Il forzuto vampiro si fa coraggio e afferra saldamente la maniglia per fare il suo ingresso risoluto, immediatamente il mio volto torna dritto e gli occhi all'orizzonte come se non avessi mai studiato con orecchio teso i suoi movimenti. Lo sguardo si fissa sulle colline fredde e nude al confine di Volterra e sul cielo grigio ma ogni senso si protende silenzioso e attento verso la persona alle mie spalle.

Il vampiro che ama tanto il mare rimane in silenzio, passeggia per la stanza placidamente apparentemente non stupito o disturbato dalla mia presenza e io lo lascio fare un poco sospettoso. Ruoto appena il capo, quel che basta ad attirare la sua attenzione sulle mie parole che lascio uscire con voce lenta, piatta e distaccata di chi è immerso in un ricordo lontano o un pensiero profondo e ti dedica una frazione della sua attenzione.

"Volevi dirmi qualcosa?" domando con timbro che risulta quasi sognante o assente. Non voglio dargli l'impressione di aver attirato in alcun modo la mia attenzione.

La Corona del ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora