Vampira e Adelaide

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Procediamo spediti nei limiti umani per la Sala del Consiglio, usciamo e recupero le scarpe abbandonate nel corridoio prima della caccia. Felix mi controlla di sott'occhi, sembra corrucciato, Demetri ci saluta per riaccompagnare un'Akame dissetata e tranquilla verso le sue stanze non prima di aver lanciato uno sguardo di preoccupata intesa all'amico forzuto.

Mi sento giudicata, il silenzio è denso e pesante come se non ci fossero parole o frasi per rassicurarmi su quello che è successo nel bosco. Stavo per cacciare entro i confini di Volterra garantendomi la distruzione a circa una settimana dalla mia trasformazione. La sola idea di buttare tutto all'aria in questo modo mi indigna, insieme mi infonde un senso di panico perché so di non possedere il controllo sufficiente per evitare una cosa simile.

Felix avrebbe fermato qualunque vampiro con la sua forza ma non è stato sufficiente con me perché ho attenuo le sue capacità. Anche Jane e Alec potrebbero fermarmi e rendermi inerme se solo non sapessi usare così bene il mio dono.

Maledizione!

Aro aveva perfettamente ragione, devo contenermi da sola ma evidentemente non ce la faccio.
Roteo gli occhi sbuffando, tutto il mio lavoro, tutto quello che ho straordinariamente imparato da umana ora è diventato un enorme problema.

L'inquietudine serpeggia nel sotterraneo mentre mi muovo verso le scale per uscirne, Felix mi segue silenzioso, credo stia pensando a cosa dirmi. Mi fermo sull'elegante tappeto rosso, mi ruoto verso di lui prima di imboccare la scalinata.

Vorrei mi dicesse schiettamente cosa gli frulla in testa. Ho appena il tempo di aprire la bocca per spronarlo al dialogo che odo il passo delicato ed elegante di Aro procedere verso di noi, le stringate sfiorano appena il suolo mentre corre verso la scalinata. Mi volto immediatamente per trovare il leader fare capolino sulla cima dell'elegante rampa di marmo bianco, sorride educato e gentile ad entrambi, ci osserva rapidamente per cogliere informazioni nuove.

Il suo sguardo scarlatto nota certamente ogni dettaglio: dai miei vestiti sgualciti, capelli disordinati e terriccio sul viso, alla giacca rovinata del membro della Guardia, le iridi nere pece di Felix e la ruga preoccupata che segna la sua fronte. Subito l'espressione allegra e cordiale evapora dal volto del leader, la fronte si corruga mentre apre di occhi come volesse carpire così altre informazioni.

Sembra piuttosto sospettoso, il passo è elegante e silenzioso mentre scende i gradini con lentezza estenuante, le mani congiunte e un mare di pensieri che corrono nella mente. Mi sembra di vedere il suo cervello millenario lavorare dietro alle iridi rosso scuro e spento, affamato; se un po' lo conosco non è nella condizione ideale per ricevere brutte o spiacevoli notizie.

Mi ritrovo a temere possa infuriarsi, ne avrebbe tutte le ragioni ma la verità è che sono già molto preoccupata e non mi servirebbe a nulla una lite, io ho bisogno di lunghe e fruttuose lezioni con Marcus al momento. Devo assolutamente porre rimedio a questa mia immensa e pericolosa mancanza, non deve più ripetersi nulla di ciò che è successo questa notte, a costo di rinchiudermi nell'antro di Marcus per i prossimi mesi.

Giunto davanti a noi mi aspetto che ci porga la mano in una gentile richiesta implicita che non preveda alcuna possibile negazione da parte nostra. Il bel sorriso educato si apre piegando le labbra, come previsto il gesto non giunge agli occhi rossi che rimangono attenti e sospettosi ma la mano non si alza a esigere un contatto, bensì a congedare Felix con un leggero movimento delle dita.

"Buonanotte" augura l'ex pirata, il tono è lento e pesante, questo saluto assume tutta l'aria di un 'C'è una cosa che non ti piacerà' verso Aro. Ringrazio mentalmente il mio amico per aver almeno aperto un pochino la strada permettendo al leader di entrare nel giusto ordine di idee, magari così non si alzerà su tutte le furie.

La Corona del ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora