Colpevoli e innocenti

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Fluttuo nei corridoi bui di casa mia, mi avvio placidamente ai miei quartieri nel silenzio tombale della fredda notte di Volterra. Il viaggio è stato estremamente silenzioso e fortunatamente anche privo di intoppi o imprevisti. Non sono affatto abituato a girare in lungo e in largo sulla Terra nonostante la mia natura me lo permetta tranquillamente, inoltre tutti questi avvenimenti mi hanno stancato profondamente.

L'udito fine capta involontariamente Athenodora che passeggia irrequieta e impaziente, sicuramente al capezzale del marito spezzato in due; sospiro chiudendo gli occhi e afferrando la radice del naso tra indice e pollice come se questo potesse alleviare il malessere generale. Noi immortali non possiamo avere mal di testa ma certe volte i pensieri sono così tanti e rumorosi da saturare ogni piccolo anfratto del cervello causando una sensazione analoga all'emicrania; proprio per questo genere di situazioni ho arredato il salotto e camera mia, per permettere la gestione della mia mente quando diventa caotica e dispersiva o troppo focalizzata su un unico pensiero.

Caius non si riprenderà che circa tra una settimana, a quel punto sarà veramente un'impresa farlo ragionare quando verrà a sapere che l'assenza di Adelaide non è correlata alla Sua dipartita in un rogo ma a un delizioso viaggio in un camp invernale ad alta quota. Si prospettano periodi davvero duri per me, dover far cambiare idea a Caius non è mai una questione semplice per il suo ardente desiderio d'azione, se possibile farlo desistere dal desiderio di vendetta è ancora più difficile.

Allungo il passo temendo che la dolce e premurosa Athena possa farsi passare per l'anticamera del cervello l'idea di venirmi a parlare, urlare furiosa o schiaffeggiare perché non ho vendicato mio fratello nonché suo legittimo marito. Conoscendola sarebbe capace di parlarmi fitto, arrabbiata e con la bellissima fronte increspata, intanto che si accuccia con estrema premura a slacciarmi le scarpe per farmi sistemare più comodo.

Ho sempre adorato in lei questo tratto, è una vera dama nei suoi abiti strutturati e corsetti deliziosi che ne risaltano le forme in modo tanto provocante e sommesso insieme. La folta e morbida chioma biondo platino sembra preziosa quando si muove, l'espressione sempre molto seria e composta le dona un tocco leggermente austero. Athena sa inginocchiarsi ed eseguire le azioni più reverenziali con tono delicatamente deciso e rabbioso, di colei che conosce la propria posizione di rilievo e pretende il trattamento che le spetta di diritto.

Un tempo ho amato profondamente la sua compagnia, la sua bellezza delicata e provocante insieme, il tono dolce e austero; la bella dama da compagnia sa davvero come intrattenere un uomo senza dover per forza sfoderare armi sensuali. Athenodora mi ricorda a tratti una geisha giapponese, avvolta nei suoi abiti raffinati ed eleganti, bella oltre ogni misura, nascosta dietro alla maschera di un'artista che sa ballare, cantare, suonare strumenti, intavolare piacevoli e leggere chiacchierate. Athena si sa avvolgere della stessa aura misteriosa e affascinante di quelle donne che si dipingono il viso con densa polvere bianca, usano matite rosa e carboncini nere per segnare le sopracciglia, tracciano piccole labbra scarlatte a forma di cuore.

Forse a tratti ho preferito la compagnia della moglie di mio fratello Caius a quella della donna che chiamo moglie, per il semplice ma fondamentale fatto che Athena non sa penetrare nella mia mente con un solo sguardo. Per Sulpicia ero, sono e sarò un libro aperto e questo se da una parte mi fa sentire compreso nel profondo insieme mi fa sentire privo di vie di fuga, scoperto e smascherato.

Le ore trascorse in compagnia della dama bionda erano sempre leggere ma non vuote. Se i suoi occhi da cerbiatta sanguinaria non sanno leggermi allora sanno certamente capire quando sto per inseguire un pensiero per tuffarmi dentro ai miei contorto, spiralici e avviluppati ragionamenti. Athena ha sempre avuto la capacità di trascinarmi via delicatamente prima che potessi cadere dentro al solito pozzo nero e profondo.

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