Ombra

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Procedo lungo il corridoio a passo lungo e ben disteso, il piccolo borsone chiuso in una mano mentre Aro avanza al mio fianco con il suo. Il leader si è avvolto in un paio di jeans neri chiusi in vita dall'immancabile e lucente cintura di pelle, una camicia bianca è morbidamente infilata nei pantaloni e il primo bottone del colletto è sciolto in un abbigliamento complessivamente molto più sbarazzino e vacanziero di quello che il leader è solito sfoggiare.

Le nostre iridi sono state ravvivate con una parte del sangue a nostra disposizione e poi sono state coperte dalle immancabili lenti a contatto marroni. Sbatto le palpebre concentrandomi sulle preziose indicazioni del vampiro millenario, muovo le spalle in modo ritmico per simulare il respiro ma tutto questo mi sta rendendo nervosa e poco a mio agio.

Probabilmente è proprio questo che Aro percepisce prima di arrestare la marcia sulla moquette a metà di un anonimo corridoio privo di passanti. Lo sbuffo del leader mi ordina di imitarlo immediatamente, ruoto sui talloni e ripercorro rigidamente a ritroso i passi che ho aggiunto rispetto a lui.

"Sembra che tu abbia degli spasmi palpebrali mentre corri la maratona di New York" sbuffa seccato.

"Non ho avuto molto tempo per fare pratica" sottolineo con un sorriso educatamente tagliente nella sua direzione. La sua descrizione mi farebbe davvero ridere se non mi trovassi in prima persona dentro a questa situazione assurda.

"Sei sempre stata una pessima attrice" sospira divertito scuotendo il capo. Aro sembra ancora molto rilassato e disteso, esattamente come questa mattina nel salottino e non posso che essere sollevata nel constatare ciò. Questo umore così positivo rende le nostre interazioni decisamente meno elettriche, riducendo notevolmente il rischio di sbranarci a vicenda e mandare a monte il nostro accordo orginiale.

"Hai qualche consiglio costruttivo? Altrimenti direi che possiamo procedere" sospiro spostando il peso da una gamba all'altra. Il leader vuole palesemente che lo preghi di darmi qualche dritta, credo voglia ricreare quell'atmosfera di subordinazione maestro-allieva che c'era tra noi mentre mi insegnava ad usare il talento.

Non gli renderò la vita così semplice.

"Osservami" sussurra con un sorriso gentile e io fisso gli occhi sul suo viso. Studio i suoi tratti non trovando alcuna differenza rispetto a quelli percorsi di prima mattina mentre era seduto sul divano, o in generali quelli che ho sempre visto da quando l'ho conosciuto.

"Ebbene?" domando scuotendo le spalle perplessa dal suo modo di fare.

"Mi guardi ma non mi osservi" ora è lui a scuotere dolcemente il capo e io provo a concentrarmi meglio. Dopo alcuni istanti vedo le palpebre muoversi, si chiudono e si aprono in modo perfettamente naturale, scorrono alcuni secondi e poi il movimento si ripete. Aro muove le iridi e oscilla leggermente sul posto, è un movimento minuscolo che sfrutta la caviglia come perno e che rende la sua figura meno simili ad una statua di marmo e più vicina ad un essere umano.

Il leader sembra soddisfatto della mia più focalizzata attenzione e riprende a camminare lungo il corridoio dalle pareti color crema. I suoi passi sono delicati ma non completamente silenziosi, continuo a fissarlo e individuo il movimento delle spalle di cui parlava per simulare il respiro.

"Lo hai sempre fatto in mia presenza?" domando stupita rendendomi perfettamente conto di quanto ora appaia molto più umano rispetto a quando era congelato sul divano a fissare il tendaggio verde.

"No, solo quando volevo metterti a tuo agio" ghigna appena con un cenno di malvagio compiacimento sul profilo appena lo raggiungo provando a imitare i suoi movimenti.

Finalmente mi è chiaro quale fosse la differenza tra quelle situazioni in cui la vicinanza di Aro mi metteva a disagio, incutendo timore o rendendomi stranamente tesa e diffidente rispetto a quando la sua compagnia era gradevole e la vicinanza per nulla inquietante.

La Corona del ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora