Guizzo di fiamma

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Meditabonda mi dirigo verso la botola nel sotterraneo umido e ombroso, sto cercando di analizzare i recenti avvenimenti una volta per tutte così da archiviarli e potermi concentrare positivamente sul primo giro di ronda ufficiale con Felix.

Mi sono resa contro che, da quando sono neonata, ho passato la maggior parte del tempo con il Maestro più anziano, il quale si è fatto conoscere a suo modo. Con il tempo ho scoperto di provare un puro e sincero affetto nei confronti di colui che, nonostante i miei continui fallimenti, continua a darmi il suo supporto e i suoi consigli a differenza di quello che ha fatto Aro fino ad ora. Probabilmente proprio per questo la vicenda mi ha ha lasciato un amaro retrogusto di delusione e tristezza perché improvvisamente.

Forse a intristirmi è stata l'assenza di comunicazione tra me e Marcus, il vedovo era chiaramente offeso dalla lealtà che ho dimostrato ad Aro invece che a lui e questo l'ha indotto praticamente a ricattarmi con i suoi insegnamenti per avere la mia lealtà. Il suo intento non è stato dichiarato apertamente ma molto probabilmente, se mi fossi opposto alla sua richiesta di appoggio e fiducia, lui mi avrebbe cacciata dall'ufficio dichiarando concluso il suo lavoro con me.

Il leader dai capelli lisci e scuri ora si è un poco riavvicinato ma del nostro dialogo sincero e aperto di un tempo si vede solo qualche piccolo sprazzo nelle frasi qua e là. La nostra relazione ha subito un duro colpo e ora dobbiamo lentamente ricostruire qualcosa insieme e i lavori di manutenzione vanno piuttosto a rilento a causa delle mie difficoltà nel gestire il mio demone. In conclusione Aro non mi dà mai un supporto concreto e diretto con quelle che sono le mie difficoltà, non elargisce consigli per superare le situazioni difficili ma rimane disponibile per donarmi un poco di distrazione nei momenti più bui. È evidente che mi debba allora aggrappare con unghie e denti agli insegnamenti di Marcus e allora sono una facile preda per il suo ricatto.

La prima lezione con il vedovo dopo la pausa è stata molto poco soddisfacente, è iniziata con una nuova proposta da parte del grosso pipistrellone medioevale che si è ispirato a quanto accaduto con il dono di Renata nel corridoio. La vampira è stata convocata nel suo studio con lo scopo di farmi prendere sonore facciate nel suo scudo appena avessi cercato di acciuffare, fuori controllo, la solita fialetta colma di sangue.

Marcus ha aperto le danze della mia tortura dopo una primissima fase di meditazione e ripetizione del mantra. Siamo rimasti tutti parecchio delusi perché la presenza di Renata ha sortito il suo effetto ma essenzialmente non è servita a conferirmi l'incredibile potere dell'autocontrollo di ferro. Mi aspetto quindi che non venga più convocata per le mie lezioni.

Scrollo il capo per cancellare i pensieri pesanti perché sono certa che ripercorre gli insuccessi ora serva a poco. Decido di dedicare la mia attenzione alla piacevole attività di utile svago fuori dalle grigie mura di Palazzo e il mio umore rimbalza immediatamente in alto.

Gongolante e soddisfatta passeggio nel cunicolo nei miei nuovissimi anfibi neri e alti fino a metà polpaccio. La pelle è nuova e tremendamente rigida, fossi umana avrei serie difficoltà a camminare ma il mio corpo di marmo presto la piegherà ammorbidendo il tessuto ne sono certa. Faccio attenzione ad alzare il mantello così da non inzaccherare gli eleganti e morbidi bordi inferiori, non vorrei mai rovinarlo nel fango alla prima uscita quindi devo proprio prestare attenzione ad ogni movimento.

Mi sono osservata allo specchio prima di uscire tutta fiera e a petto gonfio, la giacca è un Mongomery a doppio petto in lana cotta nera graziosamente affiancato alla mia figura, i pantaloni sono in pelle aderente e opaca che si insinua sotto il bordo dell'anfibio; il mantello è setoso e nero, i bordini in rosso scuro ricamati a mano, un cordino in coda di topo nera e setosa lo chiude sulle spalle.

Sono stata affiancata a Felix perché Aro sa che lui correrebbe come un disperato pur di impedirmi di commettere un crimine e sa essere l'unico fisicamente capace di fermarmi, anche privato delle sue capacità, soprattutto ora che la mia forza incommensurabile da neonata sta iniziando a sbiadire.

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