Frattura

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Percepisco due mani afferrarmi senza troppa cavalleria nell'incavo del gomito appena Kaito dà l'ordine di riportarmi nella mia stanza. Le mie orecchie hanno solo appena udito i suoi ordini di riportarmi nelle mie stanze, il tranquillo e ponderato tono del leader orientale sembrava provenire da un luogo remoto e lontano intanto che la mia mente veniva inondata dal silenzio assordante dello sconforto, misto a rabbia e disperazione.

Le due mani piccole mi tirano su da terra senza gran sforzo e per la prima volta sento un dolore rovente e pizzicante alla schiena. Un gemito di sofferenza accartoccia la mia faccia e sfugge dalle labbra, puntello i talloni con poca convinzione così da sostenere un poco il mio corpo e non farlo trascinare a peso morto stirando tutta la schiena senza alcuna pietà per la mia sofferenza. Il dolore rovente della trasformazione è il primissimo ricordo indelebile ed eterno per ogni immortale e subito riconosco una notevole somiglianza tra l'ardore alla schiena e la pena della vampirizzazione.

"Non puoi lasciarla andare via? È quello che vuole" sbotta la piccola Akame fronteggiando a viso aperto il suo capoclan. Il tono è chiaramente accusatorio come se avesse mal sopportato il nostro scontro sui tetti dell'eremo giapponese.

"No, è una mia responsabilità" il leader ribatte pacato ma fermo sulla sua posizione "Aro mi ha dato un compito e non la lascerò andar via adesso" sospira con tono quasi solenne e rassegnato. Il mio udito capta il loro breve dibattito e un moto di gratitudine mi scuote per quello che sta provando a fare Akame, ma il fallimento è oramai chiaro e inciso sull'alabastro della mia schiena.

Le due linci stringono con trepidazione le mie braccia, chiaramente pronte a trascinarmi via alla riconferma definitiva della posizione del leader; le due donne sembra non vedere l'ora di trascinare come uno straccio quel che resta di me. Appena il confronto tra Akame e il suo maestro si conclude mi sento in colpa per averla indotta a scontrarsi apertamente con Kaito, per aver creato attriti tra i due giapponesi.

Non vale la pena di aprire una spaccatura interna per me.

Mi lascio tirare via a peso morto dalle due linci perché ho davvero perso la voglia di combattere e oppormi questa sera, probabilmente anche mi stessero trascinando verso un falò per distruggermi non muoverei un muscolo. Se il mio cervello urla silenzio e vuoto disperato il mio corpo di alabastro invia ancora segnali di dolore. Sento un dolore profondo alla schiena come se i muscoli fossero contratti e insieme spezzati, come se la fibra non potesse più rispondere correttamente ai miei ordini. Le due ragazze non fiatano eseguendo l'ordine con rapidità e un filo di sdegno, mi sento giudicata come una sciocca dalle loro mandibole bellissime, affilate e contratte insieme.

Vengo sospinta nella camera che ero tanto speranzosa di poter presto lasciare alle mie spalle, senza più voglia di oppormi o muovere una briciola del mio essere ricado instabilmente e sconfitta al suolo dove mi hanno gettata. La mia schiena nuovamente non apprezza l'impatto nonostante sia stato complessivamente delicato; mi isso sui palmi e vedo il borsone vola sul pavimento vicino ai miei piedi un istante dopo. Il gesto non è eseguito con disprezzo, quanto più gioia nel rivedermi riportata al posto di partenza, le due ragazze dalla bellezza letale sembrano gioire del mio fallimento completo oppure della mia incapacità anche solo di sfiorare Kaito con un pugno.

Il dolore alla schiena sembra rallentare e irrigidire i miei movimenti, trascino le membra sconfitte verso il letto, non che la morbida superficie possa darmi conforto ma con il solo desiderio di adagiare il mio corpo in un luogo sicuro e calmo.

Rimango un tempo impreciso ferma immobile, mi sento improvvisamente una statua svuotata. La mia mente galleggia leggera perché non ha più alcun obbiettivo, prospettiva, speranza a cui aggrapparsi; il mio corpo è in pesante alabastro e rimane fisso e ancorato alla realtà, trattenendomi nel mondo fisico rinchiusa in questo luogo lontano da casa.

La Corona del ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora