Pirata

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Mentre io e Felix stavamo percorrendo la Sala del Consiglio con meta il passaggio dietro lo stendardo ho sentito i Suoi passi delicati diretti con tutta probabilità allo studio del vedovo.

Il leader solare ha atteso un paio di giorni prima di decidere che era giunto il momento di provare a ricucire il rapporto tra me e Marcus. Dal canto mio ho passato quarantotto ore girovagando ansiosa per camera mia, attendendo una chiamata nella Sala dei Troni per la mia esecuzione capitale. Invece nulla.

La battuta di caccia oggi è stata complessivamente calma. Ho assistito inerme a una strage dentro le mura di una casetta in periferia durante il tipo pomeriggio freddo di gennaio. Successivamente ho ripreso controllo delle mie azioni e mi sono preoccupata di cancellare le mie tracce, infine sono scivolata colpevole verso un Felix rimasto a bocca asciutta a causa della mia ingordigia.

Io e il mio accompagnatore non abbia interagito molto fino ad adesso, entrambi presi dai nostri pensieri. Forse Felix è ancora offeso da ciò che ho detto prima di dirigermi da Aro, dopo gli avvenimenti dello studio di Marcus. Non saprei da che parte iniziare per scusarmi perché è stato lui a insorgere con tono accusatorio e geloso nei miei confronti.

Io invece sono stata assorbita dal triste e forse inutile rimuginare su ciò che è accaduto con Marcus. Per quanto le mie speranze siano completamente e disperatamente risposte nelle capacità mediatiche del leader, non sono affatto così illusa che Aro possa sistemare la situazione anche questa volta.

Ho visto la profonda delusione negli occhi di Marcus, ho percepito il freddo distacco della frattura che ho involontariamente aperto tra noi. Ho visto anche l'affiaticamento nei tratti di Aro dopo aver visionato dai miei pensieri il disastro che avevo combinato.

Sono piuttosto rassegnata sull'esito negativo dell'incontro, ho la sensazione che ci sarà solo la conferma che sono stata ripudiata come allieva da Marcus. Un sospiro abbattuto mi sfugge mentre scuoto il capo per scacciare i brutti presentimenti. Avrò notizie definitive e ufficiali appena rientrerò a Palazzo, è inutile arrovellarmici su ora.

Le migliori intenzioni vanno a farsi friggere circa cinque secondi dopo perché ricado nell'ennesima spirale di pensieri, come se fossero un buco nero senza fine. Sospiro sconsolata aggrappandomi all'unica speranza nel mio cuore che brucia tra le fiamme della disperazione.

Aro mi ha convocata dopo la battuta di caccia per informarmi sugli sviluppi della vicenda. Da una parte spero ci siano nuove prospettive o idee da parte sua, il lato più profondo del mio cuore spera sia Lui stesso a farsi carico delle mie lezioni mentre un vocina scettica nel cervello evidenzia i crateri tecnici della mia malsana idea.

Lui non si controlla completamente, neanche dopo tremila anni di esistenza...

Scuoto il capo confusa dai miei stessi ragionamenti illogici. L'unica cosa che può salvarmi da questa situazione assurda e disperata è una fuga a gambe levate temo.

Oramai sono completamente e profondamente incastrata in una situazione difficile e irrisolvibile. Non posso certo tornare umana o abbandonare i Volturi con un semplice 'Grazie ragazzi, è stato bello ma ora devo andare'. Ricordo quanto l'allontanamento di Chelsea sia stato difficile e, almeno in parte, possibile solo grazie a un suo ricatto velato nei confronti di Aro.

Ancora più difficile sarebbe il lasciare fisicamente Volterra senza essere fermata perché sono un pericolo alla segretezza della razza e una neonata fuori controllo. L'esatto motivo per cui voglio scappare da questa situazione asfissiante è la ragione per cui non mi lascerebbero mai andare via.

Il sole invernale corre verso l'orizzonte, è solo metà pomeriggio e queste sono le giornate più corte dell'anno. L'aria è gelida come la neve al suolo, il cielo ad ovest è limpido in un azzurro ghiaccio che ricorda quelle che erano le mie iridi, ad est diventa sempre più scuro minuto dopo minuto.

La Corona del ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora