Gemella stregata

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Corro guidata completamente dalla sete, questa sera la scia è intensa e deliziosa. Le mie gambe si muovono rapide lungo i costoni di roccia mentre balzo risalendo una piccola cresta degli Appennini del centro Italia, non mi è chiaro quanto abbia corso e nemmeno in che direzione. A guidarmi è la sete incendiaria nella gola e alimentata da queste raffiche di vento provenienti da un piccolo rifugio a bassa quota, credo si tratti di un bivacco per escursionisti che questa sera si sono accampati e stanno per diventare la mia cena.

"Vedi di lasciarmene uno" sputa tra i denti Jane.

Mi ero completamente dimenticata della sua inquietante presenza come angelo custode. Questa sera è lei a dovermi supervisionare nella caccia, la rassicuro con un piccolo cenno del capo.

L'immortale è avvolta da una bella gonna nera a pieghe lunga sino al ginocchio e in completo contrasto con le calze bianche che conferiscono un tocco estremamente infantile, le scarpette sembrano rubate ad una bambola di porcellana come anche la maglietta con maniche a sbuffo e il corto mantello scuro svolazzante in velluto.

Sento la lucidità mentale sparire passo dopo passo mentre il corpo cade sotto il comando istintivo della vampira, il colpo di grazia mi viene dato dall'udire i cuori battere oramai a un chilometro. Tramonta così ogni barlume di coscienza.

Come riemergessi da un sogno nero e profondo il vuoto sembra interrompersi. Le mie fauci sono piene di sangue dolce, denso e dissetante.

Mi sento stranamente infastidita come se qualcosa stesse disturbando il mio pasto. Solo allora mi rendo conto delle urla strazianti di un giovane, per un istante temo si tratti della mia cena e mi sento male all'idea di star causando un dolore tale. Le urla sono tremende e sembrano dilagnare a unghiate l'aria attorno a me.

Conosco la mia natura e ho accettato di essere un'assassina ma non per questo desidero infliggere dolore alle mie vittime.

Non potendo rilassare la mascella in alcun modo, non riuscendo a smettere di ingurgitare deliziata la linfa vitale e calda mi concentro per capire meglio ciò che sta accadendo. Il corpo sotto di me è immobile, sereno e pacifico. La mia vittima ha smesso di dimenarsi e urlare già da alcuni secondi perché odo perfettamente che il tamburellare del cuore ha lasciato posto a un definitivo silenzio inerme ed eterno.

Possibile che sia solo la mia immaginazione? Una visione ingannevole orchestrata dalla Vampira?

Nulla è lucido come fossi dentro ad un sogno ma l'unica cosa certa è che non posso né dormire né sognare e che ora, a impersonare i tremendi incubi che mi perseguitavano, c'è il demone che prende il sopravvento.

"Basta, ti prego" grida acuto il giovane. Le parole escono a fatica dalla sua gola che vuole solo buttare fuori aria, la sua voce è supplichevole e disperata come quella di chi prege e invoca la morte su se stesso.

A questa richiesta disperata finalmente mi volto di scatto come stupita o presa in contropiede, interrotta nel mio pasto sono oltremodo infastidita e un sibilo fuoriesce dalla mia golo in un rotolare di linfa scarlatta che ancora discende.

Jane è ritta sopra al giovane che urla e si dimena al suolo, lo sguardo malevolo di ghiaccio impassibile. Le parole dell'escursionista non fanno vacillare la gemella stregata che continua la sua tortura in modo perversamente soddisfatto.

"Cosa fai?!" sbotto infastidita, consufa e un poco destabilizzata dalle sue azioni. Do così finalmente voce alla mia coscienza che sembra essere finalmente uscita dal petrolio denso e scusa in cui annega fin troppo spesso.

"Fatti gli affari tuoi" sibila inviperita la ragazza biondo cenere. Jane non scolla gli occhi dal ragazzo troppo concentrata sulla sua attività sadica e oltremodo perversa. Indispettita dal suo tono superiore e secco, anche piuttosto sconcertata dal suo comportamento spengo il suo dono torturatore.

La Corona del ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora