Saluti

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Infilo la maglia aderente a collo alto, poi agguanto distrattamente i cargo di jeans spesso da sopra il letto.
Mi vesto vagando distratta tra i pensieri. Le parole di Kaito continuano a rimbalzare nella mia testa generando un senso di euforia ma anche un pizzico di sospetto.

Sono davvero pronta per andare via?

Personalmente non mi sarei mai ritenuta pronta per tornare a Volterra. Fino a qualche ora prima meditavo sul fatto di non essere probabilmente neanche a metà del mio percorso sul monte Tate ma l'artista marziale pare di tutt'altro avviso.

Una punta di orgoglio fa gonfiare il petto al ricordo del combattimento con i tre neonati. Devo ammettere di essere stata molto brava, ho gestito al meglio la situazione e ne sono davvero stupita.

Probabilmente era questo l'obbiettivo di Kaito e allora l'ho davvero raggiunto.

Sono riuscita a cavarmela contro la tecnica spietata di Minori e Ichiro, sono rimasta lucida davanti alle provocazioni di Ran. Mi lascio sfiorare dall'idea immodesta che forse sarei in grado anche di vincere il torneo gladiatorio di Kaito.

Allacciate ben strette le stringe mi isso sulle gambe per visionare attentamente la stanza. La partenza improvvisa non mi ha lasciato neanche il tempo di pregustarla all'orizzonte ma non me ne lamento. Questo momento non ha nulla a che vedere con il saluto romanticamente drammatico che avevo dato al Palazzo dei Priori quando Aro mi aveva bandita da Volterra, tra queste quattro mura non ho vissuto esperienze così profondamente significative.

Butto un'occhiata attorno a me constatando che il borsone è insieme a tutti gli altri miei effetti personali sul pavimento in pietra. Mi scappa un ghigno considerando che Ran mi ha quasi aiutata tirando fuori dall'armadio ogni singolo indumento, poi sbuffo all'idea di dover raccogliere e ripiegare ogni pezzo.

Guizzo rapida da un punto all'altro facendo su manciate di abiti per ripiegarli in una pila ordinata sul letto, mi preoccuperò di compattarli nel borsone in un secondo momento.

Terminato il lavoro controllo di aver raccolto tutti i miei effetti personali, faccio un rapido epilogo mentale delle cose in valigia. Non vorrei certamente lasciare qualcosa qui, non è mia intenzione tornare indietro per quanto Akame sia una mia sincera amica, preferirei incontrarci con altre condizioni. Mi appunto mentalmente di dover ridare indietro il telefono alla ragazza.

Alzo il bordo del materasso e agguanto il dispositivo, lo accendo rapidamente e scorro la rubrica per poi digitare l'SMS.

'Non possiamo sentirci nei prossimi giorni; non chiamare. Mi faccio sentire con un nuovo numero di telefono, promesso.'

Premo invio corrugando appena la fronte con gran determinazione. Ho tutta intenzione di tornare a Volterra, recuperare un telefono e una SIM e far ingoiare il boccone amaro ai leader.

Continuerò a restare in contatto con Stefano.

Non c'è nulla di male in queste telefonate, mi fido di mio fratello e so di poter contare sulla sua discrezione. Lui non conosce la mia vera natura, non sa dove sia esattamente e questo non crea motivo di pericolo per nessuno. Aro e Caius mi devono delle scuse per il loro comportamento e ho tutta l'intenzione di usare queste come leva per ottenere la concessione del privilegio. Sospiro infilando in tasca il dispositivo spento da cui ho cancellato il numero di Stefano e le nostre conversazioni.

Cerco di ottimizzare i tempi. Ho tutto interesse a partire il prima possibile per sfruttare la stessa nottata in cui Kaito mi ha dato il suo benestare alla partenza. Voglio viaggiare con il favore delle tenebre fino alla costa, imbarcarmi sottocoperta di prima mattina e attraccare al più presto sul continente asiatico. Dopodiché mi aspetta una lunga marcia a ritroso in cui non prevedo soste, voglio giungere il più rapidamente possibile a Volterra.

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