Incubo

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La lezione con Marcus è stata deleteria come sempre e non ho apprezzato un effettivo miglioramento nel gestire i suoi modi di stuzzicare la mia sete.

Sto rilassando i muscoli passeggiando per i corridoi distrattamente durante le ore di pausa. Gli allenamenti di Marcus sono psicologicamente sfiancanti e per oggi ha voluto spezzare in due sessioni la lezione. Probabilmente il leader ha notato come io oggi riesca, tutto sommato, ha sopportare meglio la sete essendomi saziata la notte prima e vuole cogliere l'occasione per procedere spedito.

Percepisco Felix sulla Torre Campanaria e ciò mi strappa ai miei ragionamenti, ritorna alla mente la sua espressione diffidente dopo l'ultima battuta di caccia. Penso sia arrabbiato con me per quello che ho fatto, in effetti ricordo vagamente l'istante in cui l'ho scaraventato contro un albero.

Apro la porticina in legno che dà sulla stretta e ripida scaletta a chiocciola in pietra grigia, risalgo rapidamente certa che Felix mi abbia già sentita arrivare. Apro il secondo passaggio e sbuco all'esterno del Palazzo dei Priori nello stretto quadrato merlato che ha il sapore di una zona neutrale in cui rifugiarsi nei momenti peggiori.

Felix è appollaiato tra i merli in pietra, apparentemente osserva qualcosa nella; dato che si sporge in avanti la sua schiena ricurva sembra davvero immensa e forzuta. La giacca nera dal taglio dritto e serio è tesa sulle sue spalle, ricade verso la base del merlo dove intuisco gli scarponi di cuoio nero come la notte.

Nonostante la mia presenza non sia certo un mistero per lui l'ex pirata non si volta, non mi saluta né con un tono caloroso né freddo. Forse la situazione è ancora più preoccupante del previsto.

"Vorrei parlarti" dico semplicemente in sussurro per non strapparlo malamente ai suoi pensieri "Se ti disturbo passo dopo" propongo educatamente.

Felix si volta, mi osserva di sottocchio, sembra si aspetti di vedermi trasformare in un mostro sconosciuto da un momento all'altro.

"Dimmi" risponde semplicemente con tono un po' piatto e distaccato.

"Mi spiace per averti scaraventato nella foresta. Tutto qui" distolgo lo sguardo dal suo perforante e profondo. Qualcosa nelle iridi calde sembra studiare la mia essenza, sembra trapassarmi la pelle per vedere cosa si cieli dentro di me.

"Tu hai idea di quanto mi sia preoccupato?" sbotta all'improvviso con un vocione incredibile. Sobbalzo tornandolo a fissare con occhi sgranati, Felix in un guizzo scende dal merlo. Il petto gonfio arrabbiato, gli occhi sono chiodi sulla mia pelle immortale, la giacca a doppiopetto gli conferisce un'aria da generale dell'esercito.

"Sei scappata via, hai annullato il mio dono, mi hai scaraventato a terra e sei corsa diretta verso Volterra!" elenca furente "Credevo non ti avrei più raggiunta, fermata. Continuo a ripensare 'E se non ci fossero stati Akame o Demi, come avrei fatto?'. Perché mi hai fatto una cosa del genere?" il tono sembra quasi disperato.

"Non l'ho fatto apposta" rispondo all'accusa spostando lo sguardo all'orizzonte, stando ben attenta a non incrociarlo con il suo.

"Beh mi hai messo in enorme difficoltà! Sarebbe il momento che iniziassi a pensare a cosa fai e con chi lo fai. Non tutti correrebbero come pazzi per salvarti" mi rimprovera deluso e arrabbiato. Felix porta le grosse mani sui fianchi scostando appena la parte finale della giacca, la posa è pensierosa e un pochino stanca "Maledizione Adel!" sbotta dopo alcuni iatanti di silenzio muovendosi nervosamente sul posto. Sembra il vampiro abbia ripercorso i fatti nella sua mente trovandoli ancora più pericolosi e innervosenti di quanto già appurato.

"Ho delle difficoltà, te l'ho già detto!" rispondo mortificata e insieme arrabbiata. Ha assolutamente ragione, però mi rimprovera come se gli avessi tenuto nascosto il mio problema.

La Corona del ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora