Cena

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Attenzione: Capitolo lungo. Lettore avvisato mezzo salvato.

Giorno 2
Sera

Osservo sconsolata gli indumenti sul letto, sospiro affranta rendendomi conto di aver a disposizione vestiti e gonne per tutti i gusti, da quelle più coprenti e morbide con fantasie floreali a quelle più corte e aderenti in pelle nera estremamente grintosa; invece di un pantalone neanche l'ombra. Ho già dovuto accettare il fatto che metà dell'intimo a disposizione è lingerie in pizzo estremamente provocante e sensuale ma dover convivere con gonne aderenti, spacchetti, tubini o abiti da gala per tutto il viaggio mi fa salire un senso di fastidio incredibile.

Questi stili non sono mai stati nelle mie corde, da umana ero la tipica ragazza da completi blazer e pantalone che vuole darsi un tono professionale. La giovane dottoressa tirocinante certamente non poteva permettersi tubini, gonne striminzite, pizzi e spacchetti. Da quando sono diventata immortale ho sfoggiato le divise dei Volturi solo per le lezioni con Marcus e i mantelli per alcuni giri di ronda e poi sono finita in Giappone. T-shirt gualcite, cargo e anfibi sono diventati i miei migliori amici negli ultimi tempi.

In questo momento darei l'anima che non ho più per un completo blazer e pantalone, magari da abbinare a un basso tacco discreto. Sconfortata mi mordo il labbro lasciando scorrere con fretta e indecisione le iridi scarlatte su tutto il contenuto della valigia che, oramai, ho completamente riversato sul grande materasso sommergendolo. Tutti gli abiti che mi sentirei di mettere sono dai toni accesi o dalle fantasie floreale, chiaramente non spendibili per una cena al ristorante.

Mi lascio prendere dallo sconforto ma poi un pensiero mi riporta sulla giusta carreggiata. Non sono qui per godermi una vacanza, vestire con abiti di mio gradimento o altre cose piacevoli ma sono qui per portare a casa un risultato ed eseguire, in un certo senso, un lavoro per mio conto. La mia attenzione non si deve focalizzare sulla scelta dell'abito giusto ma sull'indossarne uno adeguato e andare a svolgere il mio lavoro.

Afferro un abito da sera e un paio di decolté nere in velluto e mi lancio in bagno con la determinazione di una giocatrice di scacchi che ha scelto la sua mossa successiva. Non mi curo di osservare attentamente la stoffa, semplicemente abbasso la zip lungo il fianco e mi avvolgo nella stoffa nera ritrovandomi presto ben imprigionata da un tubino in pizzo con maniche molto trasparenti e un'aderente e intrigante fascia di seta in vita.

Storco il naso sbuffando infastidita ma ingoiando la pillola amara senza fare molte altre storie, quindi infilo il tacco rapidamente. Odo Aro risalire lentamente le scale, probabilmente si sta chiedendo cosa diamine mi sia preso per farlo attendere così a lungo.

Esco dal bagno fiondandomi alla prima pochette da sera che trovo abbandonata sul materasso e mi volto rigidamente e compostamente verso l'ingresso della stanza attendendo di vedere la sua chioma liscia setosa e lucente fare capolino.

"Sono pronta" telegrafo con contegno ed eleganza, elargisco un sorriso educato ma un po' freddo al leader che, dal canto suo, alza le sopracciglia ritrovandomi così composta in una stanza dove sembra essere esplosa una granata. Aro lascia scorrere gli occhi su di me con espressione distaccata, come stesse semplicemente verificando di aver visto correttamente l'abito che fascia la mia figura. Se il leader è stupito dalla mia scelta sicuramente non lo dà a vedere.

Dopo alcuni attimi di silenzio i Suoi occhi scarlatti si muovono sul resto della stanza e poi, con passo lento ed estenuante, si incammina verso il materasso come a voler studiare cosa ho scartato in questa mia lunga meditazione. Aro mi supera e io tengo lo sguardo piantato verso l'uscio perché vorrei solo iniziare e finire questa cena il prima possibile, portando a casa qualche buon risultato magari.

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