Lezione di difesa

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Mi appallottolo sul materasso fortemente imbronciata, stringo a me un cuscino con fare un poco infantile perché sono profondamente seccata. La lezione con Marcus è stato un vero disastro questa mattina a partire dalla nostra chiacchierata antecedente ai test pratici.

Ho riportato al leader, con tono euforico, quello che era stato il mio successo nel rientro improvviso con Kate ma gli occhi del leader non si sono neanche un istante interessati alle mie parole. Il vedovo ha liquidato la mia prova di autocontrollo come 'Il minimo dopo tutte queste lezioni' e il mio umore positivo ed entusiasta è crollato al suolo.

Credo di aver osservato Marcus con sguardo basito e stupito per la sua insensibile riposta, non sono neanche così certa che mortificare i miei piccoli passi avanti sia il modo corretto di incoraggiarmi e ho avuto l'improvviso desiderio di sbottare contro di lui accuse velenose. Mi sono trattenuto rabbuiandomi e ingobbendomi sulla sedia elegante del suo studio mentre lui tirava fuori la bella scatola intarsiata; la sete è esplosa immediatamente nella mia mente e allora ho provato a fuggire il più lontano possibile.

Ho immagino di alzarmi con decisione, fare retrofronte per dirigermi a passo lungo e ben disteso alla porta dell'antro oscuro, lasciare il leader interdetto alle mie spalle per dirigermi senza indugio verso un ufficio più arioso, luminoso e solare. Ho immaginato quale percorso avrei scelto nell'intreccio di corridoi in pietra fredda e grigia, avrei percorso i corridoi più esterni così da poter osservare il bel panorama oltre le alte vetrate decorate. Avrei apprezzato l'intensa e e gelida luce del sole mattutino invernale, che sembra racchiudere una nota azzurra e pura nella sua candida luminosità quasi celestiale.

Avrei poi fatto ingresso nello studio di Aro, lui sarebbe stato seduto davanti alla scacchiera con fare concentrato mentre esamina l'ennesimo tomo per chissà quale motivo. Aro non avrebbe dato immediatamente peso al mio ingresso, avrebbe seguito i miei passi ad orecchio teso ma solo quando mi fossi fermata incombente al fianco del divano avrebbe alzato lo sguardo su di me. Nell'espressione la tranquilla e rilassata richiesta di spiegazioni per la visita inattesa.

Mi sarei seduta con calma oltre la bella scatola da gioco e l'avrei amichevolmente sfidato ad una nuova partita senza dire una parola, con la sola intesa dello sguardo, con quell'intensa complicità che sicuramente caratterizzava il nostro rapporto fino a prima della festa patronale di Volterra.

È stato il palmo di Marcus a farmi sobbalzare richiamando la mia coscienza alla realtà, l'impatto con la copertina di un tomo logoro abbandonato al lato della scrivania in ebano è stato tondo e pieno ma non eccessivamente violento da tradire furia nel vedovo. Immediatamente i miei sensi sono tornati al buio polveroso del suo studio, il viso di Aro è svanito nei tratti allungati e apaticamente seccati del suo creatore mentre la bella scacchiera è stata prontamente sostituita dalla scatola intarsiata che contiene l'arma torturatrice del Maestro.

Un soffio istintivo è uscito dalle mie fauci appena ho scontrato con gli occhi la fialetta scarlatta stretta tra le dita di Marcus, il mio desiderio di sangue nei mesi ha imposto una sofferenza psicofisica così intensa da genera un riflesso di fastidio alla vista dell'oggetto incriminato. Ho ruotato il capo altrove e voltato lo sguardo lontano dal contenuto liquido così che fosse più semplice gestire la situazione mentre provoavo a riprendere contegno cercando di sembrare mano un immenso gatto indispettito.

"Quante volte ti ho detto che isolarti in quel modo è pericoloso?" mi ha interrogata il vampiro millenario stringendo tra le dita la fialetta di vetro "Perdere contatto con la realtà equivale lasciare campo alla vampira" ha sbuffato per l'ennesima volta la sua regola. Sono mesi che Marcus ripete questo concetto circa un paio di volte a seduta.

La lezione è dunque proseguita uguale a tutte le altre volte senza che ci fossero sostanziali e visibili progressi dunque il mio umore è rimasto abbattuto e a piano terra.

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