Giorno 4
Primo pomeriggioSospiro osservando il tendone sigillato del salotto. Il tessuto spesso, scuro e pesante blocca obbedientemente i raggi del Sole del primo pomeriggio mentre provo a levarmi di dosso la sensazione estremamente fastidiosa di aver fatto un errore davvero sciocco e immenso.
Stava andando tutto bene...
Io e Aro abbiamo fatto l'amore, abbiamo avuto alcune ore di tregua dopo così tanti mesi di lontananza e dopo giorni di tensioni.
Sembrava la fine, un secondo dopo la primavera è esplosa attorno a noi.
Mi è bastato lasciare andare tutto, lasciar scivolare ogni cosa in secondo piano e immergerci in noi due completamente senza limiti, clausole o pensieri. È bastato fingere che non esistessero fronti, schieramenti e piani politici; è bastato mettere da parte l'ego, l'arroganza e l'orgoglio per aggrappami al suo corpo come se da ciò dipendesse la mia stessa esistenza.
Non pensavo che quella considerazione sulla sua cicatrice avrebbe fatto calare un immediato inverno gelido sul rapporto appena rinato. Se l'avessi anche solo lontanamente sospettato mi sarei staccata la lingua a morsi piuttosto che fare quel commento. Sospiro sconsolata e stanca per tutti questi attriti. Pensierosa, sfiancata ed esausta per queste difficoltà tanto prolungate passo le dita nella chioma.
È il leggero colpetto di nocche sulla superficie in legno a richiamarmi alla realtà, ma oramai la mia decisione è definitivamente presa. So di aver causato io questa immediata ricaduta degli umori tra noi e anche se non era affatto mia intenzione non posso negare la mia responsabilità. Ho intenzione di giocare la carta migliore che ho a mia disposizione pur di recuperare al danno causato.
Apro la porta al Maestro che si palesa sulla soglia nel medesimo abito con cui l'ho lasciato nel salone della colazione a buffet, ma ora un dettaglio scarlatto e delicato è a mezz'aria tra noi. Le sue dita pallide e affusolate stringono con dolcezza lo stelo spinato e scuro di una bellissima rosa scarlatta e carnosa. La dolce fragranza riempie le narici e un sorriso gentile e galante di Aro inonda il mio sguardo prendendomi completamente alla sprovvista.
Sembra tornato di buon'umore.
Conosco abbastanza bene Aro da sapere che, quando cambia umore repentinamente, c'è qualcosa che lo turba. Per un istante mi lascio accarezzare dall'idea che possa essere giunto alle mie stesse conclusioni, che possa aver valutato di aver esagerato e che si stia sforzando di fare un passo disponibile nella mia direzione.
"Mi sono reso conto che anche quest'anno non hai ancora ricevuto una mia rosa il giorno di San Valentino. Ti chiedo scusa per il ritardo, è sempre imperdonabile da parte mia" chiede il mio perdono con un piccolo inchino. Aro ruota appena il capo lasciando oscillare la chioma in un gesto che mischia riverenza e prostrazione per la sua richiesta di perdono.
Trovo le parole davvero inaspettate, tanto che rimango spiazzata e pietrificata sulla porta senza trovare una valida risposta. Muovo le labbra, quasi boccheggiando in cerca di ossigeno e le giuste parole ma il leader mi precede porgendomi il dono profumato.
In fin dei conti so che il Maestro non è solito chiedere scusa apertamente, la motivazione del suo gesto è valida ma nel profondo credo sia il suo modo per provare a farsi perdonare per le parole di questa mattina.
"Grazie" sussurro abbassando il capo. Accetto la rosa concedergli l'ingresso con un mare di imbarazzo nel petto "È molto bella" aggiungo il primo complimento che mi passa per la testa, maledicendomi un istante dopo per non essere riuscita ad essere neanche un minimo originale. Il mio cervello sembra fatto di ingranaggi bloccati, come se i miei piani si fossero appena incastrati nei raggi e avessero bloccato ogni cosa.
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La Corona del Re
FanfictionAdelaide Volturi, neonata vampira, è ora guidata dagli istinti più intensi e irrefrenabili. L'autocontrollo è ancora ben lontano e il suo potente dono crea non pochi problemi alla Nobile Casata e ai suoi tre leader. La Regina sembra fuori controllo...