Ricordi

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Pov Adelaide

Il getto d'acqua calda colpisce i capelli e si divide percorrendo le mie morbide e umide onde. Il flusso bollente percorre il viso piacevolmente aderente come una maschera, il tepore si fa strada sotto la pelle gelida rilassandomi profondamente e conciliando i pensieri. Sono immobile sotto il getto con il viso appena alzato in su e gli occhi chiusi, mi godo la mia meritata doccia di fine giornata. Vago nella mente scoprendomi straordinariamente rilassata e a mio agio immersa nell'abbondante vapore tra i divisori delle docce orientali.

Mi scappa un sorriso per questa inaspettata e straordinaria sensazione di equilibrio e benessere. Raccolgo un istante per assaporare attentamente la sensazione di calma, pace e tranquillità che mi avvolge in un luogo che non mi è più così sconosciuto, in un'esistenza che ha finalmente una direzione ben precisa, in uno spazio noto e rassicurante popolato da visi non più così sconosciuti.

L'allenamento di oggi è stato pieno e intenso. Ho affinato alcuni aspetti della mia tecnica di combattimento ancora piuttosto goffa ma sicuramente molto più efficace di quanto non fosse al mio arrivo.

Realizzo che è passato poco più di un mese dal mio arrivo sul monte Tate. I primissimi giorni sono stati un vero inferno e poi la mia esperienza è stata completamente rivalutata grazie all'aiuto di Kaito. Da quando si è preso carico della mia istruzione ho fatto passi da gigante sia nell'autocontrollo che nel combattimento.

Il mio stile di combattimento non è elegante e leatale come quello di Ganju, Akame o le due linci ma ho imparato molte cose nuove. Ho perfezionato alcuni movimenti scorretti, pulito diverse linee e reso più fluidi certi passaggi. Il tutto grazie all'acquisizione di un più lucido e sciolto autocontrollo.

In questi mesi ho scoperto molto della mia nuova natura, ho capito che reprimere la Vampira è inutile come negare la propria natura. Ho imparato a lasciar andare gradualmente e dolcemente le catene con cui mi ostinavo inutilmente a imprigionarla nello studio di Marcus. Kaito mi ha insegnato a darle gradualmente un poco di corda, come se la Vampira fosse una vela, ho imparato a spiegarla dolcemente al vento e farla gonfiare quel che basta perché sia la mia miglior alleata e forza motrice nel combattimento.

Il risultato finale è sorprendente. L'istinto da predatote si risveglia senza prendere il sopravvento, i sensi si acuiscono senza diventare invadenti, i movimenti si fanno ancora più rapidi e fluidi. Mi ritrovo in equilibrio tra Vampira e Regina sentendomi finalmente di nuovo me stessa. Un istintiva emozioni con un pizzico di folle razionalità.

Ora che butto uno sguardo indietro e mi prendo un momento per ascoltare me stessa mi rendo conto di non essere mai stata tanto serena, equilibrata e lucida.

Quand'è stata l'ultima volta che mi sono sentita così bene a Volterra?

La risposta è in realtà molto semplice perché il ricordo è rimasto così impresso nella mia mente da non sbiadire quasi del nulla dopo la trasformazione. L'immagine è piacevolmente vivida e nitida nei ricordi. La sera dopo la battaglia e prima della festa di San Marco mi sono addormentata, dopo aver fatto sesso e amore con Aro Volturi, tra le fresche lenzuola del mio grande baldacchino, vegliata dal vampiro più potente del Mondo e accarezzata dalla delicata e rassicurante tiepida brezza estiva.

I giorni di questo mese sono scivolati tra le mie dita riempiti di allenamenti intensi e fruttuosi con Kaito e Ganju, lunghe e piacevoli chiacchierate con Stefano al telefono ed esecuzione di alcuni kata base con Akame.

Kaito e Ganju si alternano in ritmi serrati così da farmi allenare l'autocontrollo. Il secondo è piuttosto taciturno e distaccato durante gli allenamenti, esigente nella conoscenza corretta dei movimenti base. Il giovane si fa più rilassato e socievole nei tempi morti mentre mi accompagna lungo i corridoi dell'eremo giapponese ed è l'unico che si è sbilanciato a chiedermi chi fossi prima che la mia vita cambiasse radicalmente.

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