Lasciare il segno

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Attenzione: In tutta la storia sono trattai argomenti e temi spinosi a partire dal semplice comportamento dei personaggi che certamente rientrano nei 'villain' ma non credo che questa sia una grande novità. Mi sento però in dovere di avvertire che in questo capitolo viene trattata una tematica delicata molto specifica, con descrizione di una scena che potrebbe urtare la sensibilità di alcuni anche se, come sempre, ho cercato un equilibrio nella descrizione per non calcare eccessivamente la mano ed evitare spiacevoli risultati. Lettore avvisato mezzo salvato.

Osservo dalla finestra il cielo grigastro autunnale farsi via via sempre più scuro partendo da ovest mentre la notte avanza inesorabile. Su Volterra cala rapidamente una lievissima nebbiolina che sembra avvolgere e rinchiudere il centro storico in una bolla silenziosa, entro l'ora di cena le vie sono deserte e tutti i paesani sono rientrati nelle proprie case mentre il fondo umido lastricato riflette dolcemente la luce dei lampionicni nella città alta.

Rimango immobile nell'ombra della camera buia a vegliare sulla desolantemente deserta piazza di Volterra fino all'ora prestabilita da Aro per la mia battuta di caccia. Ripercorro il piacevole giro di ronda del pomeriggio e mi rendo conto che le cose sono andate staordinariamente bene, soprattutto grazie alla parole di Felix che mi ha fatta ragionare quando mi sono alterata. Soddisfatta un piccolo sorriso tira le mie labbra mentre inizio a sperare seriamente che Aro, nonostante non si sia espresso in merito, abbia intenzione di farmi ripetere altre volte l'esperienza e a incalzare le mie speranze ci sono proprio le sue parole di complemento per il mio comportamento.

Se questa sera riuscissi a cibarmi senza eccessive difficoltà e tutto filasse liscio come al solito potrei pensare di proporre io stessa al Maestro di prendere in considerazione l'idea di inserirmi nei turni di ronda, ovviamente mi farei sempre scortare da Felix ed eseguirei i suoi ordini così che non si creino spiacevoli situazioni. L'idea è molto allettante e allora, con un sospiro determinato e sopracciglia corrugate, inizio a preparami mentalmente per far passare questa battuta di caccia senza alcun intoppo ripetendo il mantra proposto da Marcus.

Io sono Adelaide Volturi.

Non sono certa che questo possa bastare ma il mio obbiettivo non è mantenere il completo e perfetto autocontrollo, bensì quello di rimanere ben concentrata e non far capitare alcun sciocco intoppo che conduca a situazioni spinose o difficili. Serve semplicemente un pasto discreto e rapido come quello che è avvenuto con Jane. Appena l'ora del mio incontro con Felix si avvicina mi fiondo davanti alla porta della Sala del Consiglio perchè non sono mai arrivata in ritardo per una battuta di caccia e non intendo iniziare oggi, dato che la sete mi divora prepotentemente.

Indosso gli unici indumenti rimasti nel mio guardaroba, dire che sono vestita in modo strano è un eufemismo ma Aro mi ha requisito ogni capo che mi permettesse di uscire sotto il sole, le mie cene violente hanno ridotto in brandelli i restanti e le occasioni di acquisti sono inesistenti dunque sono costretta ad uscire con una canotta e un costume a pantaloncino. Le calzature sono ancora provate dalla passeggiata pomeridiana nel fango, hanno cambiato irrimediabilmente colore ma comunque so che il Maestro adora vedermi correre a piedi nudi per un motivo che ancora stento a comprendere. Felix non si fa attendere, probabilmente anche lui ha molta sete questa volta ma non è l'unico perché guizza davanti a me anche un Aro profondamente desideroso di placare l'arsura in gola. Nel giro di alcuni istanti, precisi come orologi svizzeri che ardono nelle nostre gole, tutti i partecipanti alla violenta cena sono riuniti davanti all'elagnte portone sotterraneo.

Rimango stupita nel trovarmi Aro davanti perché, nonostante avessi notato che la sete non è stata soddisfatta durante il banchetto pomeridiano in famiglia, non immaginavo che mi avrebbe seguita e accompagnata né in questa battuta di caccia né in un'altra. Da quando sono risorta Lui mi ha seguita solo nel primo banchetto e poi ha delegato sempre qualcun'altro come accompagnatore dunque, con le settimane, mi sono sempre più disillusa sulla sua possibile compagnia durante le mie cene. Un angolino della mia mente vorrebbe domandare al leader perchè mi onori con la sua presenza ma la sete è intensa, l'impazienza esplode dentro al petto come semplice riflesso al fatto di trovarmi qui, perché questo punto di incontro davanti alla Sala del Consiglio per me oramai ha assunto un unico e nuovo significato 'Sangue e sollievo'.

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