Colpo di fulmine

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Mi rigiro nel letto pensierosa, mi concentro al massimo sull'agenda della giornata che non è ancora iniziata; provo così a distrarmi dalla sete incendiaria ma questa sembra urlare fastidiosamente sovrastando ogni mio tentativo di ignorarla

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Mi rigiro nel letto pensierosa, mi concentro al massimo sull'agenda della giornata che non è ancora iniziata; provo così a distrarmi dalla sete incendiaria ma questa sembra urlare fastidiosamente sovrastando ogni mio tentativo di ignorarla. Per l'ennesima volta ripercorro la lista delle attività che mi aspettano a partire dalla lezione con Aro di prima mattina e con Marcus nel pomeriggio. Ruoto sul letto posizionandomi a pancia in giù, lancio uno sguardo fuori dalla finestra nel buio della notte lunga di ottobre.

Alla fine le nuvole minacciose sono giunte a Volterra, il vento ha spazzato via il sereno e caldo cielo estivo portando pioggia e freddo. L'autunno ha riportato in giro giacche e ombrelli, le pietre che lastricano la capitale dei vampiri sono sempre umide e riflettono dolcemente la luce calda dei lampioni per le vie della città alta.

Odo scrosciare intensamente le gelide goccioline sulle pietre della strada, le percepisco colpire rabbiose la facciata di casa mia e frustare implacabilmente le ultime foglie secche sui rami.

Il buio avvolge ancora Volterra ma le prime persone iniziano ad uscire dirette al lavoro, avvolte strette nelle giacche. Devo ammettere che l'acqua aiuti il mio autocontrollo perchè con il battere incessante mitiga il suono dei cuori, la caduta verticale raccoglie e atterra il profumo delizioso delle prede. Sorrido appena vedendo la pioggia sbattere sui vetri della mia stanza buia e silenziosa, un piccolo fiume scorre sulla superficie lasciandomi osservare la campagna morente da dietro una piccola cascata stranamente rassicurante.

Aro vuole ripetere il secondo esperimento sul mio dono perchè l'ultima volta mi ha distratta con travolgente passione, vanificando il viaggio del segugio e il tempo impiegato nella nostra lezione. Sorrido leccandomi le labbra al solo ricordo delle piacevoli e lussuriose sensazioni che abbiamo provato insieme.

È stato estremamente piacevole annullare quella distanza fisica che si era creata, distanza che è immediatamente tornata nei giorni successivi con mia delusione. Sospiro pensando a quanto sarebbe bello poter ripetere l'esperienza sulla Torre, questa volta lasciandoci frustare dalle gocce d'acqua rabbiose.

Sfortunatamente non sono l'unica persona delusa a palazzo, Aro e Marcus non sembrano affatto contenti della quasi totale assenza di progressi nel mio lavoro sull'autocontrollo. Le lezioni con il vedovo non mi hanno aiutata particolarmente, la vista del sangue è ancora deleteria e i nostri allenamenti sembrano diventare più lunghi ed estenuanti di giorno in giorno. Ogni volta che esco dallo studio mi sento al limite di una crisi di nervi per la frustrazione, per il dovermi imporre di non distruggere l'arredo dello studio saltando alla fonte dei miei desideri.

Con l'aumentare della durata degli allentamenti anche la mia sete è cresciuta, diventando insistente e mentalmente invadente sempre più spesso e rapidamente. Dopo una battuta di caccia ho pochi giorni di riposo prima di tornare ad avere tizzoni in gola in modo continuativo e doloroso. Anche ora che divago con la mente la gola è secca, le labbra screpolate nonostante gli occhi sempre vermigli per mia natura di vampira neonata.

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